#nove #giulia

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Un'enorme tela bianca.

Vergine.

Immacolata.

Guernica prima di Guernica. Pensa Giulia, che poi come in preda a una possessione diabolica, colpisce la tela con una prima pennellata color rosso sangue. La seconda arriva qualche secondo più tardi mischiando un marrone senza troppe pretese allo strato di rosso già presente.

Viola.

Giulia chiude gli occhi.

Il testo del messaggio si materializza nell'oscurità con un susseguirsi frenetico di vocali e consonanti.

Tu non sei pazza. Tu sei speciale. Tu sei Dio.

«Dio non esiste.»

Tu sei Dio.

Giulia riapre gli occhi.

«Io sono Dio, quindi non esisto.»

Rassicurata da questa nuova condizione di completo anonimato, si concede un sorriso.

Quanto tempo è passato dall'ultima volta in cui ti sei fatta una bella risata?

Giulia si concentra.

«Non ricordo.»

Di nuovo parole che rimbombano nella sua mente.

Dio crea. Tu dovrai creare.

«In principio Dio creò la terra. Ora la terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo spirito, e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque. Dio disse: "Sia la luce". E la luce fu.» Recita Giulia ad alta voce.

E luce fu.

La tela bianca contaminata da una sola linea viola osserva Dio come fosse in attesa della luce.

«E luce fu.» Ripete Giulia, poi le sue mani danno vita a una danza tribale fatta di colori e forme che vanno a violentare la perfezione cromatica presente sulla tela.

Creazione.

Distruzione.

Sinonimi in una lingua ancora orfana di una struttura grammaticale e semantica adeguate. Una lingua in grado di descrivere la trinità. Una lingua priva di punteggiatura. La Genesi e l'Apocalisse descritte dagli stessi aggettivi, in un nuovo concetto di relatività linguistica in cui spazio e tempo sono stati rimpiazzati da congiuntivi e subordinate dalle tonalità rivoluzionarie. E' un vero e proprio attacco al potere. Un'azione sovversiva sotto ogni punto di vista.

La tela è impotente, e senza opporre resistenza si lascia pugnalare da Giulia che, oramai giunta al delirio creativo, infligge i colpi facendo scorrere le setole del pennello sulla sua superficie granulosa.

Una flagellazione in grado di generare una vita.

Ancora qualche secondo di carneficina artistica, poi prodigio. Il volto della ragazza si materializza dal nulla sulla tela. La bocca, il naso, infine i capelli.

Stop!

Giulia si ferma di colpo.

Osserva la tela.

E' un volto incompleto quello che la osserva. Un volto in movimento. Un volto che sfugge alla realtà.

Giulia è confusa.

«Chi sei tu?» Chiede.

La ragazza non risponde.

«Chi sei tu?» Chiede nuovamente Giulia, avvicinando il pennello alla tela.

«Ferma!»

La voce la fa sussultare. Giulia si guarda intorno alla ricerca dell'intruso. Destra, sinistra, dietro, e poi di nuovo davanti a sé. Nessuno. Nella stanza ci sono solamente Giulia la pazza e la donna incompleta sulla tela.

Reset TotaleWhere stories live. Discover now