#dodici #steve

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Il rumore della chitarra riempie la stanza.

Sono accordi taglienti in rapida successione, che fanno a pezzi teoremi e assiomi normalmente relegati a vivere tra linee e spazi. Steve suona, urla, vive, muore. Tutto nello stesso istante. Steve sta riscrivendo le regole. Le regole della creazione.

Tutto quello che tu non puoi dire.

Tutto quello che tu non puoi fare.

E' difficile provare a spiegare.

Tutto quello che non ha valore.

Tutto quello che fa battere il cuore.

Un sorriso, un pianto, un nuovo amore.

Adesso che Anna può amare.

Adesso che Mike può creare.

Adesso che Giulia sta male.

Adesso forse è meglio sparire.

SI Maggiore.

LA Maggiore.

Semplice.

Pulito.

Essenziale.

Da più di un'ora, Steve sta continuando a suonare e cantare la seconda strofa della canzone, nella disperata ricerca di un seguito. Un seguito che si trova lì, a pochi passi da lui, ma che non riesce ad afferrare. Un serpente in fin di vita che tuttavia conserva le ultime energie, per prodursi nel proverbiale colpo di coda in grado di garantirgli ancora qualche attimo di sopravvivenza. Non una e vera e propria agonia. Piuttosto un modo di rimandare a data da destinarsi una fine tuttavia annunciata.

«Cazzo!» Esclama Steve sfilandosi la chitarra di dosso e scagliandola in terra. Il lamento distorto che accompagna la collisione, rivela al mondo intero (o perlomeno a ciò che ne è rimasto) tutto il dolore e disappunto del momento.

«Cazzo.» Ripete l'artista passandosi le mani tra i capelli. Capelli lunghi e neri. Capelli bagnati dal sudore della creazione.

Il lamento armonico sta implodendo su se stesso, lasciando spazio al tipico rumore bianco prodotto da un amplificatore regolato su livelli di volume e saturazione esasperati. Anarchia creativa che lascia spazio al caos. Caos che si fa largo tra le maglie di una rivoluzione comunque governata da regole facilmente imputabili al mondo matematico. Insomma, volendo farla breve, una grossa presa per il culo. Proprio così, niente di più che un farsa travestita da rivoluzione. Prima il Jazz, l'anarchico per eccellenza, poi il Blues delle radici popolari, e poi ancora il Rock con i suoi miliardi di colori che collassano verso il bianco, per sconfinare nel Punk con la presunzione di poter mandare tutti a fare in culo. E ancora: la Musica Elettronica, il Folk, il Soul in tutte le sue declinazioni geografiche, il Funk, il Pop, il Gospel, e molto altro ancora.

Tutta una grossa presa per il culo.

Ciò che finisce sul pentagramma non ha nulla di sovversivo. Ciò che finisce sul pentagramma deve sottostare a delle regole.

Fanculo le regole!

Fanculo il pentagramma!

Fanculo punto e basta!

«Steve.» La voce si fa largo attraverso le frequenze accessibili dall'apparato uditivo umano. L'uomo presente nella sala registrazione si guarda intorno.

«Mister G.?» Bisbiglia.

Silenzio.

«Come va con la creazione?»

Steve si concede un'alzata di spalle.

«Ritrovato lo smalto di un tempo?»

«No.»

Reset TotaleNơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ