#ventisette #giulia#contraction#1

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Giulia continua a dipingere nonostante il dolore al ventre le offuschi la mente. Il viso del bambino è terminato. Sfumature di rosa e occhi azzurro cielo. Occhi che parlano di una vita appena abbozzata, ma già in grado di colorare quella di chi vi si perderà all'interno. Giulia ha capito fin da subito che cosa le sta accadendo. Giulia sta partorendo. Il dolore è acuto, ma è consapevole del fatto che molto probabilmente andrà peggio nelle prossime ore.

Il dolore più bello della mia vita.

Le parole di sua madre le riempiono la mente, e per un attimo, Giulia ricorda il giorno in cui proprio la madre le aveva raccontato della sua nascita. Il dolore provato tra lacrime di gioia. Un dolore finalizzato alla vita.

«Ti senti pronta?» Le chiede Mister G.

«Sì.»

«Nei sei sicura?»

«Non importa se sia sicura oppure no. Quello che conta è che io lo voglia più di ogni altra cosa.»

Mister G. non ribatte.

«Quello che conta davvero è che lui cresca in me.» Non appena terminato il concetto, Giulia viene investita da un nuovo picco di dolore che prende vita da un punto ben localizzato del ventre, e che si irradia verso ogni sua parte del corpo.

Respira.

La voce di sua madre torna a farsi sentire.

Brevi respiri ad alta frequenza.

Giulia segue le indicazioni.

Fuori, dentro. Fuori dentro. Fuori dentro.

Un flusso rapido di moti convettivi che traccia un binario bidirezionale nello spazio-tempo.

«Continua a dipingere, altrimenti lo perderai.» La voce di Mister G. ha il potere di riportarla nel mondo reale, anche se per la verità, di reale questo nuovo mondo sembra avere ben poco.

«Non lo perderò.» Bisbiglia Giulia.

«Non lo perderai.» Ripete Mister G.

La ragazza stringe i denti, nonostante il dolore stia crescendo di intensità.

«Eccomi, sono pronta.»

Un attimo dopo le setole del pennello tornano ad accarezzare la tela.

Reset TotaleWhere stories live. Discover now