#ventiquattro #anna

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Nel momento in cui Mister G. termina di esprimere il suo disappunto nei confronti di Giulia, Anna apre gli occhi. Occhi volutamente rimasti chiusi alla ricerca della forma perfetta. Il monolite di marmo bianco è davanti a lei. Dare forma a qualcosa che forma non ha. L'essenza della scultura. Anna ha appena visto. Anna sa quello che deve fare. Senza concedersi un secondo di più, stringe con forza il martello nella mano destra, mentre lo scalpello è saldamente imprigionato in quella sinistra. Giulia è al suo fianco. Qualche metro più in là. Sta dipingendo, o meglio, lo stava facendo fino a un attimo prima. Anna ha sentito chiaramente il rumore prodotto dalle setole del pennello a contatto con la superficie rugosa della tela. Un rumore che ora non c'è più. Scomparso da quando Mister G. ha detto qualcosa. Qualcosa che Anna non ha però capito. Giulia ora non dipinge più. Giulia ha le mani sulle orecchie.

Scolpisci.

Proprio così, quello che conta adesso, è scolpire. E' il solo modo per arrivare al bambino. Il suo bambino.

Anna appoggia la punta dello scalpello sulla superficie liscia del marmo, poi alza la mano destra e si prepara a colpire.

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