#trentacinque #giulia#have_a_talk_with_god

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Giulia apre gli occhi e si ritrova immersa nell'oscurità. E' distesa in terra. Non appena acquisisce consapevolezza di sé, percepisce un dolore pulsante attraversarle la testa. Un flusso di onde quadre malefiche che percorre senza sosta e con passo regolare i suoi pensieri.

«Ben ritrovata.»

«Chi sei?» Giulia si alza precipitosamente, azzardando un paio di passi incerti. Poi è di nuovo in terra.

«Devi fare attenzione, mia cara. Potresti farti male. Non dovrei essere io a ricordarti che ora hai la responsabilità nei confronti di una bocca da sfamare.»

Il bambino.

Il pensiero le attraversa il cervello con l'irruenza di un treno a lievitazione magnetica lanciato ai mille orari verso un parete di cemento armato, e ha il potere di spazzare via ogni cosa, emicrania compresa.

«Il mio bambino!» Esclama Giulia.

Si alza nuovamente in piedi, riuscendo non senza fatica a mantenere la posizione eretta.

«Calma.»

«Dov'è il mio bambino?! Brutto figlio di...»

«Calma.»

Giulia cerca di controllarsi.

Dove sono? Dov'è il bambino? E Mister G.? Dove diavolo si sono cacciati tutti?

«Troppe domande peraltro senza risposta, mia cara.» La voce ha una cadenza sensuale, decisamente invitante. Difficile rimanerne indifferenti.

«Ti prego...» Riprende Giulia «...dimmi dov'è il mio bambino.»

«Il tuo bambino sta bene, e si trova nello stesso posto in cui l'hai lasciato, anzi, a esserci onesti, anche tu ti trovi ancora lì.»

«Non capisco.»

«Non ti preoccupare, è normale che tu non capisca, ma ti posso garantire che tra poco capirai.»

Giulia si porta le mani sulla faccia. Rabbia che si genera a livello subconscio e che si sprigiona in tutto il suo corpo.

«Interessante.» Commenta la voce.

Giulia sente il suo corpo esplodere. Percepisce le sue gambe muoversi e poco dopo si ritrova a correre alla cieca verso una direzione presa a caso.

«Il mio bambino! Ridammi il mio ba...»

L'urto è violentissimo.

Con uno scambio di energia nel pieno rispetto del teorema della conservazione, Giulia sperimenta la sua massa corporea collassare contro una superficie dotata di peso specifico ampiamente superiore a quello del suo corpo, e obbedendo per completezza anche al terzo principio della dinamica, viene rigettata all'indietro.

«Io ti avevo avvertita.» Commenta la voce con sarcasmo. «Se non ricordo male, le mie parole sono state esattamente queste: "Devi fare attenzione, mia cara. Potresti farti male. ". E nonostante il mio consiglio, guarda cosa hai combinato!»

Giulia giace in terra.

E' cosciente.

«Cazzo.» Sussurra, poi ancora una volta cerca di tirarsi su.

L'operazione le riesce.

«Dura come l'acciaio.»

«Chi sei?» Tono calmo, quasi dimesso. Giulia per ora ha alzato bandiera bianca.

«Chi sono io? Beh, qui si potrebbero aprire dibattiti a non finire. Ma noi non abbiamo tutto questo tempo. Anzi, a voler essere franchi, il tempo è proprio quello che ci manca.»

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