#quattordici #giulia

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«Mike e Steve.»

Giulia osserva i due uomini impressi sulla tela al fianco di Anna.

Anna la cieca.

Anna la palindroma.

«Steve e Mike.» Ripete scambiando l'ordine degli addendi. «Una fottutissima rockstar e uno scrittore oramai rincoglionito.» Sbotta Giulia. «Sarebbero questi i pezzi da novanta in grado di tentare l'impossibile?»

Silenzio.

Giulia continua a osservare la tela.

Steve è immerso in un mix esplosivo di colori molto vivaci. In spalla ha una chitarra rossa. La sua espressione produce un urlo molto simile a quello di Munch.

Disperazione.

Oblio.

Morte.

Ma anche qualcos'altro.

«Cosa vuoi dirmi Steve?» Chiede Giulia. «Avanti bello, sputa fuori la tua anima dannata.»

Nulla.

La versione bidimensionale di Steve continua a urlare qualcosa che viaggia su frequenze al di fuori dello spettro dell'udibile umano. Steve urla in silenzio.

«E tu, paparino?» Continua Giulia rivolgendosi a Mike. «Cosa stai scrivendo? Una nuova storia di sesso estremo in grado di farti venire il cazzo bello duro, nonostante la tua età non ti conceda più queste performance se non con l'aggiunta di un po' di chimica comunque pericolosa per il tuo cuoricino?»

Immobile, Mike continua a scrivere. Il quadro lo immortala seduto a una scrivania immerso in un milione di sfumature di grigio. Mike sta scrivendo alla vecchia maniera. Foglio bianco e matita. Nessun computer. Nessuna vista mozzafiato. Solamente Mike all'interno di una stanza color grigio, davanti a un foglio pieno di parole fatte di graffite.

«Il bambino ha bisogno di un padre e di una madre.»

Giulia si guarda intorno. Non sembra molto sorpresa.

«Quale bambino?» Chiede.

«Il bambino di Anna.»

«Non è per niente il bambino di Anna!» Ribatte Giulia agitando il pennello in aria.

«Dunque quando parlo del bambino sai a chi mi riferisco.»

Giulia si concede un attimo per riflettere.

Giulia lingua lunga! Pensa.

«L'hai visto?» Continua Mister G.

Giulia alza lo sguardo.

«L'hai visto?» Chiede nuovamente Mister G.

«L'ho visto.» Risponde Giulia.

«Ti piacerebbe disegnarlo?»

Giulia si lascia scappare una piccola risata.

«L'idea ti fa ridere?»

«Sì, mi fa ridere.»

Per qualche secondo il silenzio prende il sopravvento, poi Giulia si dirige verso la tela.

«Potresti essere una buona madre.»

«Chi, io?!» Ribatte. «Sarai anche Dio...»

«Non ho mai detto di essere Dio.» La interrompe Mister G.

«Ok, ok. Come non detto.» Giulia alza le mani «Riformulo: tu sarai anche il più saggio tra i due, ma se pensi che io possa fare da madre a qualcuno, allora ti sbagli di grosso!»

Reset TotaleWhere stories live. Discover now