q u a t t r o

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Samuel sta peggiorando: la sua pelle, sempre stata molto chiara, ora sembra fatta di cartapesta tanto riesco a vedere l'azzurro del veleno che circola nelle sue vene, che ormai posso sentire con le mie stesse mani facendo passare un dito sul suo corpo.

I suoi occhi sono vitrei, ma tanto dorme sempre quindi, in qualche modo, riesco a salvarmi da questo spettacolo atroce.

Bacio il dorso della sua mano, sentendolo gelido a contatto sulla mia pelle: ormai non riesce nemmeno a ricambiare la mia presa.

E' passato solo un giorno da quando lui è tornato e le sue condizioni sono arrivate praticamente al culmine del sopportabile per una persona.

Nell'arco di un paio di giorni Samuel potrebbe diventare un vegetale.

Mi alzo dal divano, afferrando la giacca in jeans di mio fratello, quindi due volte la mia taglia, e me la infilo sopra il maglione.

Ogni tanto sono costretta ad uscire da questa stanza, non riuscendo più a sopportare la vista delle condizioni di mio fratello.

Afferro il pacchetto di Marlboro rosse dalla sua tasca, prendendone una prima di risistemarlo al suo posto: tanto Samuel non si è mai accorto di quando gli rubavo le sigarette.

Lascio che la nicotina si irradi nel mio sangue, aspettando per alcuni secondi che faccia effetto sulla mia mente, riuscendo a calmarmi, anche se solo per un paio di secondi.

Non sono una fumatrice, non ne sono dipendente, ma dopo anni che Samuel ha fumato al mio fianco ho iniziato a provare anche io, limitandomi però a rari casi di bisogno.

Direi che questo può rientrare benissimo in quella categoria.

Getto via il mozzicone, prendendo un profondo respiro prima di passarmi le mani sul viso, provando a ragionare razionalmente.

Con i LaLaurie è andata male, oserei dire malissimo, dato che quasi ci rimettevo la vita, e ora non ho la più pallida idea di cosa fare.

Potrei provare a chiedere a qualche mago? Magari esistono dei guaritori esperti su i morsi di vampiri in quel maledetto quartiere.

Abbasso le mani dal mio viso, ormai esausta, ritrovandomi però davanti uno spettacolo ancora più atroce.

Dall'altra parte della strada, giusto a venti metri da me, una figura immobile entra violentemente nel mio campo visivo.

Completamente vestito di nero, con la sola eccezione della camicia bianca, gli occhi azzurri del ragazzo sono puntati su di me con una decisione che mi fa venire i brividi.

E' lui, è il vampiro.

Mi giro subito su me stessa, pronta a rientrare in casa, l'unico luogo in cui potrei essere al sicuro al momento.

Si dice infatti che i vampiri non possano entrare nelle case degli umani senza un loro invito specifico e, in una situazione come questa, questo strano comportamento potrebbe salvarmi.

Non faccio nemmeno in tempo a sfiorare il pomello della porta che una mano sbatte violentemente sul legno, chiudendomi fuori con forza.

Ho lo sguardo basso, il cuore che batte così forte che potrei rischiare un infarto, e manca davvero poco che io mi metta a tramare.

Sento il suo profumo, sento la sua freddezza contro la mia pelle, e non posso fare a meno di pensare che chi ho al fianco potrebbe uccidermi nell'arco di uno sbattere di ciglia.

"Sei tu Grace Collins?" Chiede, e sentire la sua voce rocca è davvero la goccia che fa traboccare il vaso.

Alzo lo sguardo, ritrovandomi i suoi occhi color del ghiaccio ad un soffio dai miei, totalmente irremovibili e seri.

Collateral loveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora