c i n q u e

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Sento di essere sul punto di perdere tutto, sento di essere arrivata sull'orlo del precipizio.

Mi basta un piccolo passo e cadrò giù, nel buio più profondo.

Stringo nella mano destra la maniglia della porta decorata, spingendola con forza per aprirla e ritrovarmi nella sala centrale della villa dei LaLaurie.

Sì, alla fine ho ceduto, anche se non ne sono per niente convinta.

Ma, alla fin fine, farei di tutto per salvare Samuel, anche rincorrere questa piccola possibilità.

Tanto, se dovesse andare male, morirebbe in ogni caso.

Storto il naso in una smorfia quando sento il ripugnante odore di incensi e fumi che invadono la stanza di cui non riconosco la bellezza.

È piena di gente, mostri di tutti i generi, che ballano seguendo una canzone psichedelica mentre stringono nelle loro mani bicchieri di sostanze poco raccomandabili.

Sono le dieci del mattino e, non solo danno una festa, ma sono già ubriachi? Io non capirò mai questa gente.

"Occhi di cristallo."

Una mano si stringe alla mia spalla, e subito riconosco un viso conosciuto.

Lucienne LaLaurie, visibilmente ubriaca, perciò più particolare del solito.

"Ciao, occhi di cristallo." Mi saluta di nuovo, facendomi un bel sorriso.

Un po' del liquido rosa che ha nel bicchiere si rovescia a terra, ma lei sembra non notarlo.

Sgrana i suoi grandi occhi azzurri, rappresentando una perfetta raffigurazione della sua mente deviata.

"Oddio, mi spiace tanto per quello che è successo ieri." Piagnucola, portandosi una mano al petto, quasi come se potesse davvero provare rimorso per le sue azioni "Sai, sono ancora giovane e non riesco sempre a controllarmi."

"Fa nulla." Esclamo, secca, iniziando a non sopportare più questa conversazione "Puoi dirmi dove è tuo fratello?"

Luce corruccia lo sguardo, confusa "Mio fratello?"

La guardo male, pensando a quanto deve aver bevuto per non ricordarsi nemmeno di avere un fratello, ma subito mi accorgo di qualcosa di ancora più interessante.

Theo, a circa venti metri da me, che sta parlando con un uomo mentre si allontanano dalla sala.

Supero Luce senza nemmeno degnarla di un saluto, cercando di schivare tutti i mostri drogati e ubriachi per tentare di seguire Theo e l'uomo, che si chiudono in una stanza appartata del piano terra.

Mi avvicino appena, combattuta sul fatto di bussare o meno.

Se interrompo qualcosa di importante magari Theo si arrabbierà e non mi vorrà più aiutare.

Vabbè, correrò il rischio, tenendo anche conto che ad ogni secondo che passa Samuel si avvicina sempre più alla morte.

Busso appena, non aspettando nemmeno una risposta quando entro nel piccolo ufficio, ricevendo lo sguardo stupito dell'uomo e la solita serietà di Theo.

"Oh, Grace, ero sicuro di averti sentito." Dice, quasi a mo' di saluto, gettando alcune carte sulla scrivania "Albert, questa è Grace Collins."

"Un'umana." Costata l'uomo dai capelli biondi, ora visibilmente più serio "Theodore, perché lei è qui?"

"Ho bisogno del tuo aiuto." Dico, interrompendolo, affrettata "Samuel sta morendo e voglio che tu lo morda."

"Theodore, ancora?" Albert sospira, affranto, mettendosi una mano sulla fronte "Sai che non ti devi immischiare nei fatti umani, non dopo quello che è successo l'ultima volta."

Collateral loveWhere stories live. Discover now