t r e d i c i

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È imbarazzante, io lo sono, la mia vita lo è.

Dopo un'attenta preparazione che mi ha preso la maggior parte della giornata, mi sono trovata davanti al bivio di cosa indossare.

C'era il vestito blu di Luce, quello che avrei dovuto mettere in caso avessi voluto far colpo su Theo, e poi c'erano i miei vecchi vestiti, non proprio gettonabili per un party.

Fra le due possibilità, davvero non riuscivo a capire quale fosse peggio.

Di Theo, ovviamente, non me ne frega niente, dato che non voglio assolutamente fare colpo su di lui, anche se farei di tutto per convincerlo a farmi vedere Samuel.

Ma, d'altra parte, mettermi un paio di jeans e una felpa si sarebbe potuto rivelare lo scandalo dell'anno, e sicuramente sarebbe stato controproducente nel mio tentativo di rimanere nascosta.

Alla fin fine ho dovuto quindi optare per lo scollatissimo abito blu, che mi fa sentire come se stessi indossando un vestito adatto ad una bambina di dieci anni.

Luce mi ha dato anche un paio di tacchi  neri da abbinarci, e sono stata costretta a provare e riprovare tutto il giorno anche solo per cercare di trovare un equilibrio sopra quei così.

E tutta questa situazione è imbarazzante, soprattutto perché sono l'unica dannatissima umana dentro a questa villa.

Dal mio angolo nascosto della sala osservo tutti i vampiri bere i loro infusi di sangue e alcool e scherzare fra di loro come se nulla fosse, come se io non ci fossi e non potessi sentire le loro osservazioni sull'immagazzinamento del sangue e il modo in cui certi umani sembrano rispondere al morso.

Tutto questo mi fa pensare a Samuel, a quanto mi manca e alla dolce prospettiva di poterlo rivedere nei prossimi giorni.

Finalmente, in mezzo alle nuvole grigie, sembra che possa spuntare di nuovo il sole.

"Oh, Grace!" Luce mi viene in contro, già ubriaca, e mi abbraccia teneramente prima di guardarmi di sottecchi, divertita "Vedo che qualcuno sta sfoggiando il suo abito blu."

"L'ho messo solo perché non avevo nient'altro da mettere." Ribatto, già fin troppo imbarazzata.

"Sarà." Commenta, facendo uno dei suoi sorrisi che sanno tanto di pazzia "Però, se ti può interessare, ho appena visto Theo andare nel suo ufficio al primo piano: a quanto pare condividete anche l'odio per le feste, che dolci."

"Non mi interessa sapere dove si trova Theo." Ribatto, subito, inacidita, ma in realtà il mio sguardo punta immediatamente sul corridoio alle sue spalle.

Luce sorride, facendo una leggera carezza "Buona continuazione, Grace."

"Grazie." Dico, semplicemente "E buon compleanno."

La bionda continua a sorridere mentre afferra i lembi del suo vestito ottocentesco e svolazza via come una farfalla.

Aspetto giusto il tempo di vederla scomparire fra gli invitati che subito corro verso il corridoio del piano inferiore, fermandomi davanti alla porta dove, quando Samuel era ancora ammalato, avevo visto Theo con Albert, il suo socio che ha tentato di fermarlo dall'aiutarmi.

Meno male che Theo non si lascia convincere facilmente.

Apro la porta senza bussare, e subito me ne pento, perché ciò che vedo mi fa capire che io non dovrei davvero essere qui.

"Grace?" Theo si asciuga velocemente una lacrima dalla guancia, guardandomi, imbarazzato.

Sicuramente non è l'unico a sentirsi così al momento.

Collateral loveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora