d o d i c i

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"Secondo me il blu è il tuo colore, Grace." Commenta Luce, mostrandomi un altro dei vestiti scovati in uno dei tanti armadi della casa, che raccolgono almeno centinaia di diversi indumenti che ripercorrono più di due mila anni di storia.

Mentre lei puntava a quelli di fine anno mille, io frugavo fra quelli più moderni, di cui ancora non mi capacito della presenza in questa casa, essendo Luce quella che si occupa dello shopping.

"Che ne dici di questo? Secondo me ti starebbe bene." Mi porge un bel vestitino blu, lungo appena fino al ginocchio e con tutta la parte della schiena fatta di solo pizzo decorato.

Sono praticamente nuda, e la cosa non è che mi convince poi così tanto.

"Non so, Luce." Borbotto, distratta, mentre studio la ragazza che continua a passare lo sguardo fra i vari vestiti.

Ancora non riesco a capacitarmi che Luce sia figlia di Theo, soprattutto perché dimostrano pressoché la stessa età, anche se penso che questo sia normale nelle famiglie di vampiri.

Luce non assomiglia a nessuno dei suoi genitori, e direi che non è proprio un male tenendo conto di chi è sua madre.

Mio Dio, tutti questi intrighi mi fonderanno il cervello.

"Grace, non perderti nei tuoi pensieri."

Alzo lo sguardo, decisamente divertita dal fatto che sia Luce a dirmi una cosa del genere, tenendo anche conto di tutte le volte che è lei a perdersi fra le nuvole.

"Scusa, devono essere le medicine che mi ha dato Theo per le ferite."

So che Luce è stata informata della mia aggressione, dato che mi ha subito chiesto come stessi, ma non voglio parlare del fatto che ho dovuto bere il sangue di suo f-...padre.

"Oh, si, è stato davvero gentile." Commenta, non nascondendo un sorrisetto "Solitamente non si comporta così bene con chi non è della famiglia."

"A quanto pare devo fargli davvero pena." Commento, nascondendo l'imbarazzo che mi provocano i commenti di Luce.

Perché mi sto imbarazzando? Non devo farlo, non è normale: stiamo parlando di Theo, santo cielo.

Una leggera scarica di brividi mi fa bruciare il collo per un secondo, e sono costretta a massaggiarmelo, così da evitare di manifestare il disagio del momento.

Non voglio che Luce si accorga che le sue parole hanno qualche influsso su di me, soprattutto quando si parla di Theo.

"Io non penso che sia per quello." Ribatte lei, sedendosi al mio fianco sul suo letto, sorridendo divertita "Penso che tu gli piaccia davvero."

"Sai, è imbarazzante sentirti parlare in questo modo di Theo." Le faccio notare, innervosita da questo suo punzecchiamento "Te l'ho detto, fra noi ci può essere solo una sorta di pacifica tolleranza, niente di più."

"Stai arrossendo, Grace."

Mi tocco le guance, quasi spaventata da questa prospettiva, ma subito mi rendo conto di essere stata presa in giro quando Luce si mette a ridere di me.

"Sei così tenera, Grace, sarebbe bello averti sempre qui con noi."

"Sarebbe più bello se ci fosse anche Samuel."

Il sorriso di Luce scema velocemente, mentre la tristezza prende spazio sul suo viso.

Mi prende la mano, forse cercando di risollevare il mio dolore con un po' di affetto "Capisco come ti devi sentire, Grace, ma devi capire che è ancora presto per lasciare Samuel libero o con te: se gli venisse fame niente potrebbe fermarlo dal fare del male a qualcuno."

"Ma a me sembrava così felice quando mi ha visto, e così triste quando me ne sono andata."

"E' normale, Grace." Ribatte, semplicemente "E' pur sempre tuo fratello, e ti amerà sempre."

Annuisco, per quanto le sue parole siano gentili niente potrebbe risollevare il mio umore al momento, non con il peso della mancanza di mio fratello ad opprimermi.

Vorrei parlargli, dirgli di Dafne, delle novità che ho scoperto, chiedergli come sta, scappare via con lui: tutte cose impossibili al momento.

"Senti, facciamo così: tu ti metti un bel vestito, sta sera vieni alla festa e cerchi di divertirti senza fare danni, ed io proverò a convincere Theo a farvi vedere in una condizione di sicurezza."

Improvvisamente, tutto il mondo sembra brillare di una luce nuova davanti alla prospettiva di poter rivedere mio fratello senza doverlo fare di nascosto.

"Pensi che accetterà?"

"Beh, penso che abbia dimostrato di tenere alla tua felicità, quindi perché no?" Commenta, e io subito la abbraccio, non riuscendo più a contenere la gioia.

"Grazie, Luce, grazie davvero."

"Ma ti pare? Farei di tutto per vedervi felice, soprattutto se questo comprende vedervi felici insieme."

Mi stacco da lui, guardandola male, al che lei subito fa un sorrisetto, rialzandosi "Che c'è? Io mio padre lo conosco, e non lo vedevo così felice da Valerie."

Improvvisamente, qualcosa cambia: Luce si tappa la bocca con le mani e spalanca gli occhi, forse sentendosi colpevole per aver parlato fin troppo.

"Valerie?" Chiedo, confusa.

"Niente." Ribatte, iniziando a frugare velocemente fra i vestiti, non guardandoli veramente "Io non ti ho mai detto niente, okay?"

"Okay." Sussurro, ancora più confusa da questo suo strano comportamento.

Chi mai dovrà essere questa Valerie? Un'altra ex di ragazza di Theo? Spero che almeno questa non sia una pazza come Dafne.

"Comunque," riprende la bionda, prendendo il vestito blu di poco fa "questo piacerebbe sicuramente a Theo."

"Luce, io non voglio piacere a Theo."

Lei sbuffa, appendendo il vestito alla sedia, tornando a guardarmi con le braccia incrociate al petto "Beh, io lo lascio qui e, chissà, forse per qualche motivo potresti anche decidere di metterlo, magari capendo di voler compiacere un certo vampiro dagli occhi azzurri ed estremamente affascinante."

"Dio, Luce, è tuo padre." La prendo in giro, e lei sorride, tornando a parlare dei suoi amati vestiti ottocenteschi.

Io la ascolto, ma in realtà lo sguardo mi cade più volte sul vestito blu appeso alla sedia.

Cos'è, Grace, che vuoi veramente?

Collateral loveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora