d i c i a n n o v e

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Passo con delicatezza la mano sulla lapide di Samuel su cui brillano lucenti i fiori che ho appena portato, così da sostituire quelli vecchi e appassiti.

La parte della villa dedicata alle tombe dei famigliari è quella più buia, sicuramente non il luogo migliore per dei fiori o anche solo per rilassarsi, ma per me ormai è diventata una routine venir qui almeno una volta al giorno.

Ne ho quasi un bisogno fisiologico, oltre che mentale: mi serve aver vicino Samuel, e il suo corpo è qui, anche se ormai è cenere, e non vedo luogo migliore al momento.

Mi manca così tanto che a volte mi sembra quasi insopportabile la sua assenza, come se ormai la mia vita non avesse più valore.

E' forse è così, ma non voglio arrendermi, non più, perché so che a lui non piacerebbe: lui voleva che io fossi forte, che stessi bene, ed uccidermi o farmi male non lo renderebbe sicuramente fiero di me.

"Ciao, Sam." Sussurro, facendo un leggero sorriso alla sua immagine stampata, che fingo ricambi davvero il mio gesto.

Gli ho raccontato cosa è successo oggi, della lettera di Theo al comune, restando in attesa di un suo aiuto: ovviamente, non ho ottenuto nessuna risposta, ma stare qui, al buio, cercando di riflettere, mi ha fatto capire una cosa.

Theo è pazzo se crede che io, dopo appena una settimana di relazione, decida di trasformarmi per stare con lui, e so che dovrò parlargli, ma ho così tanta rabbia dentro che non so come farò a contenermi.

Ha fatto tutto alle mie spalle, nemmeno mi ha chiesto se mi potesse lontanamente passare per la mente un'idea simile, e mi vengono i brividi a pensare che sarebbe arrivato anche a mordermi senza chiedermi il consenso.

No, non penso lo avrebbe fatto, ma il tradimento rimane comunque.

"Grace."

Sollevo lo sguardo, notando una timida Luce alla porta: a lei questo posto non piace per niente, e posso anche capirla.

"Si?" Chiedo, rialzandomi mentre ancora stringo i fiori appassiti fra le mani.

"Dovresti venire con me nello studio di Theo, dobbiamo parlare."

Corruccio lo sguardo, insospettita nel vedere l'aria decisamente preoccupata di Luce: non mi è mai capitato di vederla così scossa.

"E' successo qualcosa di grave?"

"Vieni e basta." Dice, uscendo dalla stanza, lasciando che io la segua in silenzio fino all'ufficio di Theo, che al momento sembra scoppiare dall'agitazione che si sente nell'aria.

La prima cosa che noto entrando nella stanza è il viso di Theo, quasi nascosto in un angolo della sala.

La mascella è tirata quasi in una posa innaturale, mentre gli occhi, privi del loro solito carattere impenetrabile, mostrano tutto il disappunto e il rancore che sembra celarsi dentro l'animo del vampiro.

È strano, perché è da settimane che non vedo Theo in questo stato, nascosto dietro la sua maschera di ostinazione e rabbia: pensavo che il nostro rapporto avesse fatto scomparire il dolore dal suo cuore, ma a quanto pare mi sbagliavo.

"Grace, ti vorrei presentare il nostro ospite." Luce mi sfiora la spalla, attirando la mia attenzione verso la parte opposta della sala, dove qualcosa di ancora più insolito mi fa corrugare la fronte.

Rosso, troppo rosso: un'esagerazione di sfumature, dal carminio all'arancione.

E verde, di una sfumatura scura, profonda, quasi come quella delle fronde degli alberi.

"Goedemorgen, mevrouw."

Scuoto la testa, allibita mentre il ragazzo, il rosso, mi fa un sorrisetto scaltro, mostrando le due fossette ai lati delle guance.

Collateral loveTahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon