Chiamami pure Paulo

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Seguo il dottore giù per una breve scalinata che si affaccia su un salotto enorme, con tanto di camino. Quest'ultimo è acceso, le fiamme sono alte e il suono scoppiettante della legna che arde attenua un poco la mia ansia. Come ci sono finita in questa situazione? I muscoli sono intorpiditi, mi sento come se un camion mi fosse passato addosso.

<<Attenta!>> l'avvertimento lo recepisco in ritardo, il ginocchio cede e sto per cadere a faccia avanti sugli ultimi gradini. Il terrore misto alla vergogna si tramuta in un gemito di sorpresa, finirò con il viso spalmato sul pavimento!
Chiudo gli occhi pronta all'impatto con il parquet scuro, un impatto che però non avviene. Due braccia mi avvolgono la schiena e il viso è a contatto con un petto solido, un profumo dolce mi invade le narici e non ho dubbi. Mi ha salvata per la seconda volta.

<<Ti sei fatta male?>> mormora Dybala nel mio orecchio, il suo respiro caldo scatena mille brividi che cerco di non considerare. Devo restare concentrata e distaccata.
Alzo il viso per poterlo guardare negli occhi, commentendo un grave errore.
Sono così particolari, tra il verde e il celeste, un mare in burrasca. Resto imbambolata a fissare i suoi occhi, con il cuore che batte a mille per il pericolo scampato. Oppure per la sua improvvisa vicinanza, non saprei dirlo con certezza.

<<Ehm, no grazie.>> rispondo riprendendo in mano la situazione, cercando di apparire impassibile.
Con lentezza tocco il pavimento con i piedi e le braccia del ragazzo mi lasciano andare. L'essere stati così vicini ha risvegliato i miei poveri ormoni in letargo, tutta colpa del suo profumo!

<<Ragazzi, ora che il momento romantico è passato, cosa ne dite di venire qui?>> dice il dottore, con una delicatezza indicibile. Avvampo per l'imbarazzo e le guance di Dybala si colorano di rosso, senza dire nulla si siede sul divano accanto al brizzolato. Li raggiungo e resto in piedi alle spalle del ragazzo.

<<Allora, come ti chiami?>> inizia il dottore tirando fuori un blocco per le ricette.

<<Jessica Ferrari.>> rispondo con un tono di voce basso, ancora faccio fatica ad accettare che sia tutto vero.
Il dottore scrive un paio di ricette, poi chiude il blocco e me le passa.

<<Dovrai prendere questi antidolorifici, stare a riposo per un paio di giorni in modo tale da far recuperare la schiena. Ho inserito anche una crema lenitiva, ne avrai bisogno! Domani mattina, quando ti sveglierai, non credo riuscirai a muoverti.>> leggo le ricette e aggrotto le sopracciglia, stare a riposo non è mai stato il mio forte. Forse ce l'ho nel Dna, l'essere sempre in movimento, indaffarata, in giro per la città. In un letto non riesco a stare.

<<Questo perché non mi conosce, stare a letto con le mani in mano non fa per me.>> rispondo sicura di me, provocando una risata del dottore.

<<Quando ti guarderei la schiena allo specchio capirai che quanto ho detto è vero. Ne porterai i segni per un po', così come la ferita, purtroppo ti resterà la cicatrice.>> mi irrigidisco e di riflesso porto la mano sulla fronte, vicino all'attaccatura dei capelli.

<<Paulo, ti farò recapitare la fattura. Buona serata, signor Dybala. Signorina spero vivamente di non incontrarla più in queste circostanze. Le auguro una breve guarigione.>> detto ciò, valigetta in mano esce dalla porta senza guardarsi indietro. Il silenzio che ci avvolge è come una coperta pesante, quasi soffocante.

<<Volevo ringraziarti per essere accorso in mio aiuto.>> inizio, girando intorno al divano per poterlo guardare. Ha un espressione triste e le labbra strette in una smorfia di disgusto.

<<Per avermi salvato ed esserti preso cura di me. Non so proprio come potermi sdebitare.>> continuo seria, lui scuote la testa.

<<Mi dispiace per non essere arrivato in tempo, di non aver impedito a quello stronzo di toccarti. Avrei potuto evitarlo. Mi dispiace tanto. E poi non mi devi nulla, assolutamente, mi offendi così.>> la sua voce musicale è incantevole, così delicata per un ragazzo. Annuisco, commossa. Sono certa che in pochi si sarebbero comportati come lui.

<<Signore, scusi l'interruzione ma Shawn è appena rientrato.>> ci interrompe una voce maschile dura e concisa. Un ragazzo piazzato con un auricolare nell'orecchio affianca Dybala, guardandomi con un misto di dispiacere e ostilità. Passi il dispiacere, ma perché sembra volermi buttare fuori di casa?

<<Grazie Francisco, fallo venire subito qui per favore.>> risponde cortese il ragazzo, senza staccare gli occhi da me. Francisco si allontana e finalmente pongo la mia domanda.

<<Lo hanno preso?>> chiedo, con il timore di ricevere una risposta negativa, sapere quell'uomo libero mi riempie il cuore di rabbia.

<<Signore, mi dispiace ma l'uomo è riuscito a sfuggirmi.>> afferma quello che immagino essere Shawn, un ragazzo piazzato con i cappelli corti e un aria famigliare...dove l'ho già visto? Accantono la domanda, il mio cervello è troppo impegnato ad entrare nel panico. Quell'uomo è a piede libero, se ci provasse di nuovo?

<<Lo prenderemo, stai tranquilla ok?>> Dybala sembra avvertire il mio turbamento, devo avere il terrore negli occhi. Scambia due parole con Shawn e lo congeda. Esasperata e nel pieno di una crisi di nervi passo una mano tra i capelli, solo per scoprire che alcune ciocche sono incrostate per colpa del sangue perso.

<<Ascolta, lo so che potrà suonare strano ma vista la tua condizione, vuoi farti una doccia qui? Ovviamente ti do dei vestiti puliti, la maglietta che hai è macchiata di sangue e la felpa ne era colma.>> la proposta mi coglie di sorpresa, ma è allettante, vorrei cancellare almeno i segni visibili di ciò che è accaduto. Però potrei apparire come un'approfittattice.

<<Te l'ho chiesto perché sono certo che ti farebbe bene.>> per la seconda volta sembra intuire i miei pensieri, incredibile.

<<Va bene, ti ringrazio.>> rispondo imbarazzata, ma ha ragione. Ne ho proprio bisogno. Lui sorride e mi fa cenno di seguirlo, saliamo le scale fino ad arrivare di fronte una porta chiusa.

<<Dammi un secondo.>> dice, prima di entrare in una stanza vicina ed uscirne subito dopo con dei vestiti in mano. Apre la porta del bagno, poggia il tutto su un mobile e mi sorride.

<<Fai con calma, ti aspetto di sotto.>> annuisco, grata per tutto quello che sta facendo per me. Quando chiude la porta mi ritrovo sola, in un bagno enorme e lussuoso, con il box doccia più grande che abbia mai visto. Senza pensarci due volte abbandono i vestiti a terra ed entro nella doccia, lascio scorrere l'acqua fredda per avere un ulteriore prova che è tutto vero.

Dopo essermi lavata e scrostata i capelli, mi avvolgo in un accappatoio rosso che trovo attaccato al muro. Spero non gli dispiaccia. Tampono i capelli, li pettino e indosso la biancheria, mi avvicino ai vestiti sul mobile. Cerco di infilare i jeans e...sul serio?!
Scendo con solo l'accappatoio addosso e i capelli bagnati sciolti, raggiungo il salotto in pochi minuti.

<<Hai già fatto? Pensavo che...>> le parole gli muoio in gola quando nota che non sono vestita. Arrossisco sotto il suo sguardo insistente e rendendosene conto si schiarisce la gola.

<<Che c'è?>> chiede con voce roca, il mio corpo reagisce scaldandosi, stupidi ormoni! Gli porgo i vestiti e mi guarda corrucciato.

<<Non vorrei sembrare ingrata o che so io...ma è una presa in giro?>> domando con le mani sui fianchi. Dybala guarda i vestiti e poi me. Sono capi di Gucci ma non è questo il punto. Proprio non ci arriva.

<<Il jeans è una XS e il maglione una S. Sinceramente...a chi diavolo entra una XS?>> affermo risentita, sono magra ma non così magra! In più adoro mangiare quindi...
Il ragazzo resta a bocca aperta e scoppio a ridere, per fortuna si riprende.

<<Vanno bene un paio di pantaloni della tuta e una felpa?>> domanda con un sorriso strano, finalmente si ragionava! Annuisco e sparisce di sopra per poi lanciarmi i vestiti, ovviamente con lo stemma della Juve sopra. Sono i suoi vestiti. Resisto alla tentazione di annusarli per sapere se hanno il suo profumo. Oddio, sembro proprio pazza!

<<Comunque non ci siamo ancora presentati come si deve.>> dice, allungando una mano verso di me.

<<Jessica Ferrari. È un piacere conoscerla signor Dybala>> gli stringo la mano con forza e lui sorride affabile.

<<Chiamami pure Paulo.>>

Spazio autrice:
Nuovo inizio di settimana nuovo capitolo! Stiamo entrando piano piano nella storia e che dire? La XS è davvero una taglia orribile... Non aggiungo altro. 😱😰😪😌

Show Me Love /// Paulo Dybala Where stories live. Discover now