Pretendo un avvocato!

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Appena metto piede in casa, mi ritrovo Giò con le braccia incrociate al petto e uno sguardo che non promette niente di buono.

<<Perché indossi questi vestiti?>> domanda totalmente preso in contropiede. Fa scorrere lo sguardo dal basso verso l'alto per tutta la mia figura. È confuso. Ne approfitto ed entro in casa, mi lascio cadere sul divano con un sospiro.

<<Se ti siedi e ti racconto tutto, prometti di restare calmo?>> dico, stanca e dolorante. Sto letteralmente sognando il letto, quindi voglio sbrigarmi. Ma con un fratello come Giò, la questione sarà più lunga del previsto, non mi renderà le cose semplici. Si siede accanto a me, in attesa.

<<Ero per il centro, avevo appena ritirato le bomboniere e stavo camminando quando ho messo un piede male e, a causa delle bomboniere, mi sono sbilanciata cadendo a terra. Tra le persone che mi hanno aiutato c'era una mia vecchia amica, mi ha rimesso sù. Purtroppo erano tutti concentrati su di me, tanto che mi hanno rubato la borsa e le buste con gli acquisti. Bomboniere comprese.>> dico, tutto d'un fiato. Appena l'ultima parola lascia la mia bocca, sento il peso delle bugie e un peso allo sterno. Sono una persona orribile.

<<Stai scherzando vero?>> risponde turbato, non crede ad una parola. Indica i vestiti con lo stemma della Juve con uno sguardo avido, se il suo cervello da avvocato si attiva sono nei guai.

<<I miei vestiti erano zuppi, così mi ha prestato questi. Sei invidioso eh?>> cerco di buttarla sul ridere, ci riesco quasi se non fissasse intensamente la ferita all'attaccatura dei capelli.

<<Allora è vero, ma sei davvero caduta da sola Jessica?>> ora sono nei guai. Ha gli occhi circospetti, mi sta studiando e adesso davanti, non ho mio fratello, ma il noto avvocato Ferrari. Non ho speranze di sopravvivenza.

<<Si, te l'ho già detto. Vuoi vedere la serie di lividi sulla schiena? Sicuro, saranno di molte sfumature diverse.>> cerco di combatterlo con l'istinto e la rudezza, tolgo il giubbotto e sollevo la felpa sulla schiena. Lo sfregamento con la stoffa mi provoca un gemito di dolore, e finalmente Giò si alza sconvolto.

<<Santo cielo! Sei caduta malissimo! Hai messo una crema?>> annuisco, sentendomi una vera stronza. Anche se gli dicessi la verità non mi crederebbe mai, l'unica cosa che ho come prova sono questi vestiti. Penserebbe che sono pazza e si precipiterebbe in un ospedale per farmi visitare, e come dargli torto? Nemmeno io credevo a quello che vedevo...

<<Immagino che domani dobbiamo andare a sporgere denuncia per i documenti e bloccare tutte le tue carte di credito.>> mi ricorda Giò, senza smettere di guardarmi con dispiacere e un pizzico di rammarico. Sono una sorella pessima.

<<Si, ora vorrei andare a letto, ho dolori ovunque.>> mormoro stremata, lui annuisce ma mentre mi alzo mi rendo conto che non ha ancora finito.

<<Come hai detto che si chiama la tua amica Jessy?>> sorrido cattiva, tanto di spalle non più vedermi. Speravo di poter evitare altre bugie restando sul generico, invece dovrò mentire ancora e meglio.

<<Cos'è un interrogatorio Giò? In tal caso pretendo un avvocato!>> dico tesa voltandomi a guardarlo, gli occhi chiari sono pieni di domande e dubbi, non lascerà perdere facilmente.

<<Sulla difensiva Jessy?>> ribatte con un mezzo sorriso, quello che usa per spaventare le prede facili. Peccato che io sia tutto tranne che una preda facile.

<<Si chiama Ilaria, siamo state in classe insieme al liceo. Contento?>> rispondo inventando al momento la bugia più credibile.

<<Non mi ricordo di un Ilaria...>> borbotta sforzandosi di ricordare.

<<Non puoi ricordarti di tutti Giò, ora se non ti spiace andrei, sto morendo di sonno.>> cerco di liquidarlo, senza aspettare una risposta mi incammino verso la mia stanza.

<<Buonanotte Jessy, ci vediamo domani.>> gli auguro la buonanotte e chiudo la porta vittoriosa, ha ceduto alla fine. Troppo stanca per fare qualsiasi cosa, mi butto a letto con i vestiti di Dybala addosso.

Nervosa per la "chiacchierata amichevole" con mio fratello e la marea di bugie che gli avevo rifilato, decido di chiamare la mia migliore amica. Qualcuno deve sapere la verità, per quanto assurda possa essere. Magari riderà e mi darà della visionaria, ma mi toglierei un peso dalle spalle.

<<Tesoro, ti ho chiamato per tutto il pomeriggio! Che fine avevi fatto?>> la voce preoccupata di Miriana mi rincuora subito, quanto vorrei che fosse qui. Sarebbe tutto più semplice.

<<Ti ho chiamata proprio per questo, devo raccontarti una cosa. Sò che può sembrare assurdo ma è la verità. Promettimi che non lo dirai a nessuno e che cercherai di credermi.>> mormoro con il cuore in gola, dirlo a voce alta sarà un ulteriore conferma di ciò che ho vissuto.

<<Ci conosciamo da una vita, niente di ciò che puoi dirmi mi farà perdere testa.>> afferma sicura di sé, tra me e me rido sotto i baffi. Le racconto delle spese del pomeriggio, di quelle orripilanti bomboniere e dell'aggressione. La sento trattenere il fiato quando le descrivo la caduta sull'asfalto. Ma il bello arriva quando mi chiede l'identità del ragazzo che mi ha salvata. È il momento della verità.

<<Dybala.>> il silenzio dall'altra parte della linea è assordante, scommetto che si starà torturando i capelli mentre cerca di assorbire l'informazione.

<<Quel Dybala? Paulo Dybala?>> sussurra piano, scandendo le parole. Mi fa proprio paura.

<<Si, lui.>> rispondo con decisione, chiudo gli occhi aspettandomi un "tu sei pazza" o qualcosa del genere, pronta al lungo discorso per farmi credere, invece resto a bocca aperta.

<<Oh mio dioooooooooo!!!! Sto letteralmente perdendo la testa!!!Voglio i dettagli! Soprattutto quelli hot!>> urla così forte che devo allontanare il cellulare dell'orecchio. Rido della sua reazione esagerata e sono davvero felice che mi creda. Le racconto tutto il resto, dal risveglio al ritorno a casa e la sua decisione di spedirmi due biglietti per la partita di Milano.

<<Se ho capito bene, pensi che si scorderà di te e che quei biglietti non arriveranno mai, dico bene?>> domanda Miriana, devo dire che l'ha presa davvero bene. Chissà perché temevo che non mi credesse! È un po' svitata, ma mi conosce abbastanza da sapere che non mentirei mai su una cosa del genere.

<<Esatto, andiamo...stiamo parlando di Dybala!>> lagno come una bambina, perché so di aver ragione. Lei sbuffa.

<<Sei sempre così negativa! Per una volta, prendi le cose così come vengono. È vero, potrebbe dimenticarsi come non farlo.>> ribatte Miry spezzando una lancia a favore di Paulo. Staremo a vedere chi delle due avrà ragione...

<<È superfluo dirti che non devi farne parola con nessuno, vero? Ora cerco di dormire che sono distrutta. Buonanotte Miry del mio cuore.>> mormoro con un occhio aperto e uno chiuso.

<<Jessy, non lo farei mai e poi nessuno mi crederebbe! Per favore, la prossima volta che esci da sola presta più attenzione va bene? Evitiamo che si ripeti quello che è successo oggi. Buonanotte Jessy, ci sentiamo domani.>> chiudo la chiamata con un sorriso sulle labbra e un peso in meno, condividere i problemi li rende più sopportabili e più facili da gestire.
Spengo la luce, stacco il cellulare e cado nel mondo dei sogni quasi senza rendermene conto.

Spazio autrice: Dybala si ricorderà oppure no? Lo scoprirete con il prossimo aggiornamento 🙌

Show Me Love /// Paulo Dybala Where stories live. Discover now