Cibo per uccelli

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Osservo la facciata dell'Hotel a bocca aperta, meno male che sarebbe stato un dopo-partita tranquillo. Se il loro "tranquillo e poco impegnativo" era questo, temevo nello scoprire cosa consideravano formale.

<<Sono inserti in oro quelli?>> mormora Giò accanto a me. Se io sono sconvolta lui è entusiasta, freme all'idea di poter importunare i giocatori della Juve. Se continua così un secondo svenimento non glielo leva nessuno.

<<Stai scherzando vero?>> borbotto in imbarazzo, con questa tuta nera e bianca sarò al centro dell'attenzione neanche indossassi solo la biancheria intima.

<<Tranquilla, basterà evitare gli sguardi delle fidanzate barra mogli e fregartene.>> dice Paulo, anche lui in tuta e cappellino nero. Vederlo così mi tranquillizza, almeno non saremo gli unici a sentirci fuori posto. Anche se Giò è già partito per la tangente...

<<Ragazzi, andiamo?>> mio fratello quasi saltella sui gradini d'ingresso, se avesse una coda sicuramente scodinzolerebbe felice. Non sta più nella pelle.

Shawn ci fa strada per bloccare qualsiasi scocciatore, Francisco invece va a parcheggiare la macchina nel parcheggio sotterraneo dell'Hotel. Inutile dire che l'arredamento della hall urli lusso da tutti i pori, dai divani in pelle bianca praticamente immacolati ai lampadari mastodontici in cristallo. Sento le occhiatacce del personale sulle spalle, una cosa è Dybala in tuta, un'altra è una ragazza X con una tuta appena passabile in un Hotel di lusso. Giò non fa neanche testo, bello com'è fa bella figura anche così.

<<Sono già tutti in sala?>> domanda Paulo alla receptionist, una ragazza sulla trentina, bella e truccata alla perfezione. Il completo che indossa, rosso carminio le calza benissimo mettendo in evidenza le forme sinuose del corpo. Già lo odio.

<<Si signor Dybala, la stanno aspettando. I signori desiderano cambiarsi prima?>> lo mangia con gli occhi, dandogli tutta la sua attenzione. Giò neanche se ne accorge, si guarda intorno con gli occhi a cuoricino, mentre a me rode parecchio.

<<No.>> risponde secco, al limite dello scocciato. Il cartellino porta il nome di Siria, ma viene quasi inglobato dal seno prosperoso. Si sporge leggermente in avanti per mettere in evidenza le su grazie, per poco non rimetto.

<<Bene, allora vi faccio strada.>> dice con voce suadente Siria, sculettando nella sua gonna aderente. Giò sembra apprezzare lo spettacolo, non stacca gli occhi dal sedere fasciato delle receptionist. Paulo invece, fissa la porta davanti a noi. Sembra impassibile, come se non avesse di fronte una bella ragazza. O semplicemente non gli importasse.

<<Per qualsiasi cosa signor Dybala, sono disponibile.>> continua con voce sensuale, di certo non si riferisce a del cibo. Che sgualdrina... Giò sorride ammiccando al bocconcino sperando di avere una possibilità, Dybala la liquida con un gesto della mano. Siria ci lascia davanti ad una grande porta chiusa, delusa e non soddisfatta. Però sculetta lo stesso fino alla reception.

<<Sei pronta Jess?>> sussurra vicinissimo, tanto da avvertire il suo respiro sul collo. Se sono pronta? Assolutamente no! Ma cosa cambierebbe? Così annuisco, piano e poco convinta. Di certo neanche lui ci crede.

Apre la porta, senza sforzo, rivelando quella che potrebbe essere definita una sala da ballo. Un candelabro in cristallo pende dal soffitto alto e decorato in oro, tavoli in cristallo si trovano sull'ala destra e in questo momento sono invasi da borsette scintillanti.

<<Amico! Finalmente!>> urla un ragazzo vedendoci incontro a braccia aperte. Dybala sorride e si abbracciano, dandosi pacche amichevoli sulle spalle a vicenda.

<<Ora capisco perché ci hai chiesto di restare in tuta, chi abbiamo qui?>> domanda il ragazzo curioso, Paulo si fa da parte mettendomi una mano sulla spalla. Arrossisco subito, neanche avessi un bottone per questo.

Show Me Love /// Paulo Dybala Where stories live. Discover now