Jack e Rose

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Purtroppo per me, durante la visita al museo, era vietato fare foto. Ma per fortuna Paulo non era stato in tensione perché non c'era praticamente nessuno, solo noi due e lo staff. Ci siamo goduti ogni dettaglio, dai bulloni arrugginiti all'enorme lastra di ghiaccio posta poco prima dell'uscita. Con i palmi vicini abbiamo lasciato la nostra impronta, così come avevano già fatto centinaia di visitatori.

Penso di non aver mai riso così tanto come mentre eravamo nel corridoio ricostruito come se fossimo davvero sul Titanic, Paulo correva e mi tirava per mano ispirandosi alla scena del film. Con tanto di:" Corri Rose! La nave sta affondando!"

Mentre leggevamo la lista dei deceduti, Paulo si è commosso, ma ho fatto finta di nulla. Forse perché anche io mi sono tamponata gli occhi con un fazzolettino. Siamo persone veramente sensibili e non può che farmi piacere constatare quanto siamo simili.

Nel negozio dei souvenir c'era di tutto, dai poster ai gioielli finti. La commessa palesemente annoiata non ci degnava di uno sguardo, noi ci aggiravamo tra gli scaffali pieni con pigrizia. Alla fine siamo usciti a mani vuote, abbiamo scattato una foto con un cartellone dei Titanic bello grande, con il mio cellulare, e sono riuscita anche ad andare in bagno prima che una ragazza dello staff si avvicinasse a Paulo per chiedergli una foto.

La ragazza mi aveva guardata con invidia ed era proprio arrivato il momento di allontanarsi dal parco. Così senza dire niente mi ha trascinata da un paninaro rustico, di quelli che hanno il loro furgoncino per strada e i tavolini in plastica.

<<È la prima volta che lo faccio da quando sono famoso, mi mancava un sacco.>> dice, addentando un panino con scamorza e tonno.

<<Deve essere dura mangiare solo in ristoranti di lusso...>> borbotto, sorseggiando un po' di Coca Cola. Posso capire che possa mancargli la semplicità, il poter uscire solo senza rischiare di essere accerchiato dalle persone, ma il cibo spazzatura poteva benissimo ordinarlo.

<<Uscire con una bella ragazza per le strade di Torino, accarezzare scoiattoli, essere quasi azzannato da un cane, aver dato da mangiare a delle cornacchie, aver visitato il museo del Titanic con la vera Rose e adesso questo. Cosa posso volere di più?>> mormora, sorridente ed estremamente puccioso, le guance sono così adorabili...tutte da mordere.

<<Di certo non si può dire che sono una persona ordinaria.>> esclamo, godendo del suo candido sorriso. È bellissimo. Cerco di non imbarazzarmi sotto il suo sguardo divertito ma è più facile a dirsi che a farsi.

<<Ed è meraviglioso, tu sei meravigliosa.>> mormora, quasi incredulo delle sue stesse parole. Sta volta arrossisco e anche tanto. Ha appena detto che sono meravigliosa? Allunga una mano e copre la mia, sopra il tavolo.

Prima che possa rispondere o fare qualsiasi cosa, il paninaro si fa avanti con un pennarello e una maglietta bianca tra le mani. Aggrotta le sopracciglia notando le nostre dita intrecciate.

<<Scusate l'interruzione, signor Dybala mi stavo chiedendo se potesse...si insomma...firmerebbe questa maglia per mio figlio?>> balbetta in imbarazzo, sfilo la mano da quella di Paulo che si irrigidisce.
Poi sorride, e allunga la mano.

<<Come si chiama suo figlio?>> chiede gentile, togliendo il tappo dal pennarello nero. Il signore si riscuote, tutto contento. Aveva davvero paura che gli avrebbe detto di no?

<<Edoardo, ha sei anni ed è il suo idolo.>> dice euforico, se continua così tra poco lo vedremo saltellare sul posto. Paulo scrive sulle maglia e tira fuori due biglietti dalla tasca interna del giubbotto.

<<Sono due biglietti per la prossima partita qui a Torino, sarò felice se suo figlio potrà vedere la partita dal vivo.>> allunga i biglietti al signore, che è letteralmente a bocca aperta. Se sviene come si fa?

Show Me Love /// Paulo Dybala Where stories live. Discover now