Accetto

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Apro un occhio sentendo le ossa contratte e i capelli incastrati da qualche parte, ho una sete terribile. Tiro una ciocca di capelli e li sciolgo dalla lunga coda, giro il capo e rischio un infarto. Sono sdraiata su Paulo Dybala.

Ok. Calma. Magari sto ancora dormendo.

Con delicatezza poso il polpastrello sul braccio destro, lungo le linee nere del tatuaggio. È decisamente vero, solido ed estremamente mascolino. Ho il viso incollato al suo petto, un braccio che mi stringe in vita e le gambe intrecciate alle sue. Rispetto a lui sono piccolina, quasi mi ingloba con la sua sola presenza.

Alzo gli occhi sul suo viso, trovandolo ancora addormentato con un espressione rilassata e un mezzo sorriso sulle labbra. Come mi sono cacciata in questo casino? Insomma, non solo passo una bella serata con Paulo Dybala ma ci dormo pure sopra! In una posizione poco casta e discutibile.

Eppure il desiderio di toccarlo ancora prende il sopravvento, così percorro con l'indice il profilo della mascella soffermandomi sulla guancia. Un sottile velo di barba la rende ruvida al tatto e sono certa che se ci baciassimo mi resterebbe il segno rosso sul viso. Ma che vado a pensare?! Arrossisco subito, succede anche quando penso a cose del genere oltre che per imbarazzo.

<<Buongiorno anche a te Jess.>> mormora Paulo aprendo gli occhi, dal sorriso che sfoggia sono quasi certa che abbia sentito tutto. Che figura di merda...ritiro subito la mano in estremo imbarazzo, sicuramente sarò virata al color porpora. Cerco di alzarmi per mettere un po' di spazio tra i nostri corpi ma non me lo permette.

<<Che stai facendo?>> esclama stupito, incrementando la presa sul fianco, non intende lasciarmi andare. Con il viso ancora premuto sui suoi pettorali cerco di opporre resistenza, con scarsi risultati.

<<Mollami Paulo.>> dico a denti stretti, ad un passo dal perdere la pazienza. In risposta allenta un po' la presa, abbastanza affinché possa alzare il busto dal suo. Nel farlo la maglietta che indosso si allarga dando qualcosa da guardare al ragazzo, che resta a bocca aperta.

<<Oh andiamo! Ti stai godendo lo spettacolo è? Anzi non rispondermi, lo sento anche da sola.>> dico, cercando di sistemare la maglia, facendo solo peggio. Spero almeno che il colore del reggiseno sia di suo gradimento.

Paulo arrossisce ma non stacca gli occhi dal mio seno fasciato da pizzo verde bosco. Nei piani bassi avverto un certo movimento e mordo il labbro inferiore per evitare di scoppiare a ridere. Però sono contenta di provocargli questa reazione, significa che non gli sono indifferente.

<<Scusa, anzi scusalo. Di solito non siamo così scortesi con una bella signorina, ma a mia difesa posso dire che in questa posizione e con tale visione non resisterebbe nemmeno un santo!>> cerca di scusarsi, passandosi una mano fra i capelli corti.

Scoppio a ridere e per rappresaglia, veloce come un fulmine, mi blocca con la schiena premura contro il cuscino del divano e si posiziona a cavalcioni su di me. Le sue gambe toniche fasciate da un pantalone comodo, con una visibile protuberanza, ai lati dei fianchi. La maglietta a mezze maniche scomposta sul fisico perfetto e i capelli che vanno in tutte le direzioni.

Deglitisco a vuoto, chiedendomi quali siano le sue intenzioni. Una luce strana anima i suoi occhi...
Si avventa sui miei fianchi facendomi il solletico, presa di sorpresa mi divincolo e rido fino a non avere più fiato. È uno dei miei punti deboli, non resisto! Le sue dita passano dalla pancia al collo e rischio di restare davvero senza fiato, come in apnea.

<<Pietà! Pietà!>> esclamo, cercando di far entrare più aria possibile nei polmoni. I capelli sono sparsi ovunque, sui cuscini, sul mio viso e tra le mani di Paulo che mi guarda dall'alto, soddisfatto.

<<E così soffri il solletico Jess cara?>> si avvicina tanto, le punte dei nostri nasi quasi si toccano. Occhi negli occhi, nessuno dei due ride più.

L'elettricità è palese, o almeno io l' avverto forte e chiara. Ha ancora una mano tra i miei capelli e li tira leggermente. Con lo sguardo vaga sul mio viso, con il polpastrello sfiora la piccola cicatrice, di un rosa più chiaro, sulla fronte e stringe la mascella. Alla fine si sofferma sulle labbra, succhiuse per il caldo improvviso che sento.

Sono tutta un bollore, l'attesa mi sta facendo impazzire, perché è chiaro che sta per succedere qualcosa tra di noi. Qualcosa che dovrei evitare, per non restarne ferita in futuro, ma il mio cuore surclassa la ragione. Desidero unirmi alle sue labbra, scoprire se sono morbide e calde come sembrano e lasciarmi trasportare.

Non so cosa trasmettano i miei occhi scuri in questo momento, non so cosa ci legga Paulo, fatto sta che si avvicina ancora di più. Il suo respiro sul viso, la tensione, il desiderio e l'intesa fisica, e non solo fisica, è peggio dell'essere ubriachi. Perché sono vigile, avverto tutto ciò che mi circonda, i sensi più sensibili che mai.

Chiudo gli occhi pronta a ricevere qualsiasi cosa lui voglia concedermi, lo sento trattenere il fiato e...
Squilla il suo cellulare, la sigla dei giganti suona a tutto volume. Il momento è passato. Apro gli occhi e Paulo si è già alzato dal divano per rispondere al cellulare.

Porto le mani al viso, meglio non pensarci, anche se dentro di me lancio un urlo bello forte. Se quel coso non avesse suonato forse...
Mia madre, amante sfegatata di proverbi, ne avrebbe snocciolato uno dei suoi preferiti: di se e di ma la storia non si fa.

Mi metto seduta e tiro bene giù la maglietta sui fianchi, sento il bisogno di fare una lunga doccia fredda. Con le ginocchia sul sedile del divano e le braccia poggiate allo schienale, guardo Paulo parlottare al cellulare. Chissà chi è.

<<Tutto bene?>> domando, appena lo vedo infilare il cellulare in tasca e venire verso di me. Il Paulo rilassato sembra essere scomparso, adesso è rigido e forse anche un po' impostato.

<<Si, i ragazzi stanno scendendo per fare colazione, mi hanno chiesto se mi sarei unito a loro.>> risponde, senza però dare l'impressione di voler aggiungere altro. Forse mi sta liquidando e non sa come dirmelo gentilmente.

<<E...?>>

<<Ho detto di no, che domande fai?>> dice stizzito, questo ragazzo a volte non lo capisco proprio. Si passa una mano sul ciuffo scompigliato, segno che è nervoso e deve dirmi qualcosa. Lo ammetto, ho una leggera ansia. Ho paura che la favola finisca e di essere ributtata in pasto alla vita reale.

<<Senti...io mi stavo chiedendo...si insomma...ho la giornata libera. Ti andrebbe di passarla insieme? Se non hai impegni ovviamente.>> balbetta, teso e stringendo le mani lungo i fianchi. Resto a bocca aperta per la sorpresa...

<<Il grande Paulo Dybala che balbetta! Incredibile!>> esclamo sarcastica, a volte sono proprio perfida.

<<Certo che sei stronza!>> borbotta, rosso in viso. Le guancie adorabili che si ritrova sono ancora più deliziose nella variante ciliegia, vorrei proprio morderle.

<<Accetto.>>

Spazio autrice:
Ok, sicuramente rischio il linciaggio però non è ancora arrivato il momento per il fatidico bacio. C'è chimica ma sono una brutta persona e toccherà aspettare 😂

Show Me Love /// Paulo Dybala Where stories live. Discover now