Tenere gli occhi aperti

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Racconto tutto a Paulo, fermi in una piazzola di sosta accanto ad un bar. Gli mostro le foto che mi sono state inviate e immediatamente chiama il numero sconosciuto, senza dare alcun frutto. Così chiama Shawn e gli chiede di indagare, forse qualcuno di più competente può ricavare qualche indizio. Ma ho la netta sensazione che non ne caveremo un ragno dal buco.

<<Mi chiedo come hanno fatto ad ottenere il tuo numero di telefono, questa storia non mi piace per niente.>> borbotta Paulo, rigirandosi il cellulare tra le mani. È pensieroso, si sta sforzando di capire il perché di tutto questo, chi trarrebbe vantaggio da un nostro allontanamento?

Un paio di nomi solleticano il mio cervello, ma nominarli è fuori discussione, rischierei solo di incasinare di più la situazione e mettere il ragazzo sulla difensiva. Così li tengo per me, li terrò d'occhio in maniera discreta. Anche se Paulo si sta fidando ciecamente di Shawn, che all'inizio avevo anche eliminato dalla lista dei sospettati ma quello che mi aveva detto...ora è in cima a quella lista.

<<A cosa pensi?>> domanda Paulo, perché sicuramente mi sono estraniata troppo.

<<Mi chiedo perché qualcuno debba fare una cosa del genere, cosa potrebbe guadagnarne?>> mormoro, cercando di ragionare, ma senza giungere ad una conclusione.

Paulo controlla il cellulare e mi fa cenno di avvicinarmi, così leggiamo insieme l'sms di Shawn in cui avvisa che non ha trovato nulla. Il numero è stato cancellato da un pezzo, rintracciare il suo vecchio proprietario è impossibile. Come volevasi dimostrare siamo al punto di partenza, non abbiamo un nome e neanche un piccolo indizio su cui lavorare. Siamo di nuovo al punto di partenza, con la sola differenza che ora sappiamo che chiunque stia tramando alle nostre spalle può anche contattarmi direttamente.

<<Giuro, non ne ho idea ma intendo scoprirlo in un modo o in un altro.>> dice, determinato più che mai. Lo vedo digitare qualcosa sul cellulare e poi rimetterlo nel giubbotto di pelle, questo look gli sta davvero da dio!

<<Per ora possiamo solo tenere gli occhi aperti, sperando che basti.>> continua, cupo. Ho la sensazione che stia nascondendo qualcosa, ma per oggi non intendo indagare. Se ha aperto delle indagini e non vuole dirmelo, avrà i suoi motivi.

<<Che ne dici di andare a casa mia? È stata una giornata lunga e parecchio impegnativa.>> propongo, accendendo la radio. Ho bisogno di sentirmi al sicuro, tra le mura di casa mia.

<<Va bene princesa, andiamo.>>

Resto di sasso, è la prima volta che parla spagnolo ed è dolcissimo. Il suo accento è sensuale, avrei una voglia matta di ubriacarlo di baci e fargli ripetere quella parolina più volte.
Ma mi limito a stringergli una mano, quella che si occupa del cambio delle marce.

Parcheggia l'auto sotto casa, e scendiamo mano nella mano. Un signora esce dal portone e resta un paio di secondi a fissare Paulo, per poi scuotere la testa ed andare via. Può anche non averlo riconosciuto, ma un ragazzo così bello attira comunque l'attenzione. Con il giubbotto in pelle aperto su una camicia bianca con il colletto sbottonato, abbinati ad un paio di jeans scuri, è una visione paradisiaca. È bello, giovane, talentuoso e ricco. Tutto ciò che chiunque vorrebbe essere o avere, ed proprio qui accanto a me, che mi tiene la mano.

Apro la porta di casa e ci accoglie un ambiente caldo invaso da un profumino delizioso, c'è carne sul fuoco? L'avvoltoio che è in me corre verso la cucina, in cui trovo Giò con il grembiulino a fiorellini e un cucchiaio di legno in mano. Qualcosa bolle in pentola e mi avvicino come un predatore, tolgo il coperchio dalla pentola che nasconde un sugo al cinghiale e sto per inzuppare un po' di pane quando Giò mi solleva di peso.

Show Me Love /// Paulo Dybala Where stories live. Discover now