I see a future inside your eyes (parte 2)

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Finalmente il traffico si dirada e Shawn accosta per farci scendere, in silenzio sblocca le portiere e Paulo mi aiuta a scendere. Il vestito è un tantino ingombrante. Il terreno è breccioloso, insidioso per i tacchi alti, così Paulo fa qualcosa di inaspettato: mi prende in braccio. Le persone in fila per i controlli sgranano gli occhi, applaudono pensando che siamo...sposati?

Paulo, va verso un agente di sicurezza, gli allunga i documenti e il ragazzo con il mitra si illumina come un albero di Natale. Domanda qualcosa al suo superiore, poi si propone per accompagnarci di persona. Passati i metal detector cammino da sola, ammirando la Tour Eiffel illuminata. Non posso credere ai miei occhi, è incredibile!

Il militare si sforza di parlare in italiano, e ci lascia all'entrata sud degli ascensori. Ma prima di allontanarsi, si passa una mano sui capelli corti impacciato e senza farsi notare tira fuori un cellulare. Paulo annuisce, io mi scosto ma il ragazzo mi allunga timidamente una mano. Vuole una foto con entrambi. Gli sorrido raggiante, ponendomi al suo fianco.

<<Merci mademoiselle, grazie signor Dybala.>> dice il militare, baciandomi il dorso della mano e stringendo la mano di Paulo. Passiamo un altro controllo ed ormai chiaro che il matto vuole salire in cima, e sudo freddo. È davvero alto...decisamente molto alto.

<<Non avere paura, giuro che ne varrà la pena.>> sussurra dolce, circondandomi le spalle con un braccio mentre saliamo nell'ascensore.

Ho le gambe molli e il fiato corto, tormento le mani per evitare un crollo nervoso. Sto chiedendo troppo al mio corpo, però guardo Paulo e so di potercela fare. Vicino a lui non ho paura, mi fido ciecamente.

La salita dell'ascensore ha inizio, Paulo mi stringe a sé e affondo il mento nella sua spalla. Evito di guardare giù e prima che possa rendermene conto siamo arrivati. Entriamo in un ristorante scintillante, Paulo dà il cognome e la cameriera ci accompagna al nostro tavolo.

<<Oh porca...>> esclamo, bloccandomi davanti al tavolino apparecchiato con cura. La vista è eccezionale: Parigi in tutta la sua gloria. Una miriade di luci disseminate ovunque, la Senna che riflette la luna piena e Paulo riflesso nel vetro del ristorante. Prendo in considerazione l'idea che magari sto sognando tutto, che nulla di ciò è reale.

<<Te l'avevo detto.>> gongola, scostando la sedia per me. Il panorama è da cartolina, eppure ho occhi solo per il ragazzo seduto dall'altra parte del tavolo.

<<Cosa vuoi mangiare?>> domanda, menù alla mano. Ovviamente è scritto in francese e non ci capisco un accidenti, scrollo le spalle.

<<Lascio a te la scelta.>> rispondo, lasciandogli carta bianca. Paulo sorride ed ordina al cameriere una serie di portare e le bevande. Sorseggio il vino rosso, pensando a quante cose vorrei chiedergli.

<<Paulo, cosa è accaduto a Francisco?>> chiedo, con una vocina strana, dispiaciuta di non vedere la guardia del corpo. Appena sente nominare il ragazzo si irrigidisce, posa il calice e sospira.

<<Nelle ultime settimane le cose non sono andate molto bene, ero combattuto se confermare il licenziamento di Shawn oppure sentire ciò che aveva da dire.>> dice, gli occhi puntati sulla Senna.

<<Abbiamo parlato e tenuto d'occhio Francisco, non potevo credere che avesse tramato alle mie spalle. Speravo con tutto me stesso che Shawn si sbagliasse, ma alla fine si è tradito.>> continua amaro, buttando giù un sorso abbondante di vino.

Show Me Love /// Paulo Dybala Where stories live. Discover now