L'addio al nubilato (parte 3)

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Il tragitto è dominato dal silenzio, la radio è spenta e non vola una mosca. Paulo guida con aggressività, sfrecciando ad alta velocità tra gli stradoni semi deserti e stringe il volante così forte da rendere bianche le nocche.

Non lo capisco.

Con il viso verso il finestrino, le mani intrecciate in una muta preghiera, spero che non ci faccia schiantare da qualche parte. Per la prima volta in sua presenza ho paura. Mi sento umiliata, me la prendo con me stessa per aver ceduto al suo indiscusso fascino. Sono stata una stupida, che questa esperienza mi sia da lezione.

Troppo presa dall'insultarmi mentalmente, costringo la mano a stare al suo posto e non andare a toccare la sua sul cambio. Forse se glielo faccio presente eviterà di inserire la quarta, e prendere le curve come nella Formula 1.

Quando scorgo la via di casa, sospiro di sollievo. Almeno sono arrivata tutta intera e per fortuna il Pick-up è chiuso. Paulo accosta e inserisce la quattro frecce, spegne la macchina e il silenzio è quasi opprimente. Lo guardo e lui fissa un punto davanti a sé, stringendo convulsamente il volante.

<<Ti chiamo io.>>

Questo è troppo.
Spalanca la portiera e vado verso il portone, inserisco la chiave quando una mano sulla spalla mi fa voltare. Gli occhi chiari di Paulo ardono arrabbiati e pronti ad uno scontro verbale. Gli scosto la mano con un gesto stizzoso e lo spingo via.

<< Ti chiamo io? Ma sul serio? Cosa sono per te Paulo? Una con cui fare i tuoi comodi fin quando ti va? Sai una cosa? Vaffanculo!>> sibilo incazzata nera, sono stufa marcia. Sobbalza al suono della parolaccia e resta rigido.

<<Beh, ti chiamerei se avessi il tuo numero!>> dice, alzando il tono di voce.

<<Che diavolo significa? "Ti chiamo io" ma che cazzo ti dice il cervello?>>

<<Era solo una provocazione! Non potrei chiamarti neanche volendo perché non ho il tuo numero!>> grida, con la vena sul collo in evidenza. Ma cosa sta dicendo? È impossibile!

<<Ti ho mandato un messaggio quindi non prendermi in giro!>> ribatto, sicura di aver digitato il numero correttamenente.

Tira fuori il cellulare e mi mostra la casella dei messaggi, del mio numero nemmeno l'ombra. Se non l'ha cancellato lui, perché mettere su tutto questo casino? Con il mio cellulare lo chiamo e la sigla dei giganti parte, quindi il numero è giusto. Gli mando un altro messaggio vuoto, e sta volta gli arriva con tanto del mio messaggio mandato giorni fa.

<<Che significa Paulo?>> mormoro, sempre più stranita. Con due dita stringo l'attaccatura del naso, inizia a farmi male la testa.

<<Se scopro chi è stato lo uccido con le mie mani.>> sentenzia, stringendo la mano a pugno.

Il suo sospetto coincide con il mio allora...qualcuno deve aver cancellato il messaggio in modo che pensasse che non lo avevo cercato. Chi può aver fatto una cosa del genere? Ma soprattutto perché?

<<Hai dei sospetti?>> chiedo, cercando di tenere a bada la rabbia. Neanche in un film succedono queste cose, ma dopotutto Paulo non è una persona qualsiasi.

<<Non lo so, forse. Dovrò investigare e prestare più attenzione.>> risponde, passandosi una mano sul viso. Ha i capelli ancora umidi per il bagno in piscina, se non li asciuga rischia di ammalarsi e io con lui.

<<Parlarne qui fuori con questo freddo non può farci bene, ti va di salire?>> gli propongo. Tanto casa è vuota e quei due non rientreranno tanto presto.

Show Me Love /// Paulo Dybala Where stories live. Discover now