capitolo 4

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Oggi è domenica e posso dormire quanto voglio, infatti mi sveglio alle 13       
come mio solito di domenica.
Appena sveglia mangio qualcosa e mi chiudo in camera con un barattolo di nutella e con la musica al massimo. Non faccio niente di così interessante e la sera decido di uscire per fare un giro, sono le 21:30. Ieri mi ero ripromessa di tornare più spesso in quel parco, e così faccio. Anche oggi scrivo alcune frasi.
Mi entri nel cuore e non esci più dalla mia testa.
Ultimamente ti penso ancora.
È vero: ad amare si soffre, ma io non riesco a smettere.
Le scrivo ripensando a tutto quello che è successo da quando ho conosciuto Luca. Non smetto di pensare a lui, forse ha ragione, mi piace e davvero tanto.
Mi incammino verso la strada di ritorno, si sono fatte le 22:43.
Un tipo ubriaco inizia a gridare e a seguirmi, io nel panico alzo il passo e inizio ad andare in strade isolate per lasciarlo indietro, ma mi segue ancora.
Mi sono persa e l'uomo si avvicina sempre di più.
"Adesso ci divertiamo" dice slacciandosi la cintura. Io mi dimeno ma invano, ha una presa troppo forte.
Proprio quando inizia a toccarmi, sento che un gruppo di ragazzi sta passando, e inizio a gridare. Vedo che fra i ragazzi c'è anche Luca che subito inizia a picchiare l'uomo. Poi non mi ricordo più niente.
Mi sveglio in una stanza che non è la mia e vedo che Luca, proprio mente apro gli occhi,entra nella stanza.
"Come stai?" dice preoccupato.
"Ma che è successo?"
"Ieri quel tipo ti stava per stuprare e io e alcuni miei amici ti abbiamo aiutata, poi sei svenuta."
"Cazzo devo fare controllo!" dico alzandomi.
Mi guarda non capendo.
"Ho il diabete" dico mostrandogli il microfusore. Annuisce.
"Anche lui ce l'ha" dice portandomi in dai suoi amici che appena mi vedono subito si alzano. Mi indica un ragazzo con dei baffi, pallidissimo.
"Non so cosa significhi ma ha bisogno di fare il controllo" dice Luca al moro.
"Certo, tieni" dice passandomi la penna per il prelievo.
Faccio tutto in fretta sotto lo sguardo attento dei ragazzi che mi fissano.
"Fatto" dico ridando tutto al ragazzo.
"Come sta?" dice.
"È un po' bassa" dico rimettendo la macchinetta in tasca.
"Allora? Non ci presenti?" dice un ragazzo alto e rosso.
"Sono Gionata" dice porgendomi la mano. Gliela stringo.
Si presentano tutti.
"Sei proprio bella, sai?" dice Diego. Io arrossisco e guardo il telefono cercando di guardare altrove, sono le 3:12 di mattina. Luca lo guarda malissimo.
"Cazzo, adesso papà mi uccide" dico in preda al panico.
"Tranquilla puoi dormire qui" dice Luca.
"Plaza ma non c'è posto" dice Mario.
Che vuol dire Plaza? È già la seconda volta che lo chiamano così, forse è un soprannome.
"Dorme con me" dice prendendomi per mano.
"Oh, calmo ti ho già detto che non te la do" dico guardandolo male. Mi sorride e tutti scoppiano a ridere. Io rimango seria. Andiamo nella sua camera, quella di prima.
"Ma che pigiama uso?" dico guardandomi intorno.
"Tieni" dice levandosi la maglietta e porgendomela.
"Grazie" dico andando in bagno per cambiarmi. Esco e vedo che mi fissa.
"Sei ancora più bella così" dice squadrandomi.
Silenziosamente mi infilo sotto le coperte. E dopo pochi secondi sento che mi circonda il bacino con le sue calde mani. Sorrido, anche se siamo al buio sono certa che se ne sia accorto.
E così ci addormentiamo l'uno vicino all'altro.

Sta canna non mi calma | CAPO PLAZA | COMPLETATA Where stories live. Discover now