capitolo 6

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Sono passati quattro giorni, Plaza mi evita sempre e non mi parla.
Oggi ho deciso che gli parlerò, non capisco il suo comportamento.
"Hey" gli mormoro in corridoio.
"ciao" dice scazzato prima di alzare il passo.
"Che hai?"
"Che vuoi dire?" dice continuando a camminare.
"Guardami"gli ordino.
"Ma che vuoi ragazzina?" dice infastidito.
"Mi spieghi che hai?" dico stufa.
"Lasciami in pace" dice entrando nel bagno.
Io non capisco, che cazzo ho fatto? Ho capito che è fidanzato, ma cerco solo di capire perché si comporta così.
-
È finita la giornata e oggi mangio a casa di Giulia. Cammino a testa bassa fin quando non urto contro qualcuno.
"Scusa..." mormoro, alzo lo sguardo ed è lui. Lo prendo per il braccio e lo porto alle scale antincendio.
"Possiamo fare un discorso decente noi due?" dico infastidita.
"Cazzo!" dice sedendosi su uno scalino.
"Lasciami in pace!" dice accendendosi una sigaretta.
"Ma non capisco perché mi eviti?" dico quasi urlando.
"Stai lontana da me, è meglio" dice alzandosi e andandosene.
Io rimango lì ferma, immobile. Non può fare così, adesso che stavamo iniziando ad avere un rapporto decente. Mi fa stare male, e non me lo so spiegare.
Decido di chiamare Giulia e di disdire l'appuntamento.
Torno a casa, mi chiudo in camera e mi stendo sul letto. Rimango in silenzio per un sacco di tempo, immersa nei miei pensieri.
A farmi uscire dal mio mondo è la vibrazione del telefono, mi è arrivato un messaggio.
*messaggio*
Martorana💓
Oggi facciamo un giro, ci sei?
Io
Non lo so, penso di sì.
Martorana💓
Scendi alle 20:30
*Visualizzato*
Dormo un po'. Mi sveglio, sono le 20 e mi preparo. Adesso che ci penso, non vedo papà da un po'. Chissà dove sarà. Spero torni il più tardi possibile.
-
"Hey!" dice Anna abbracciandomi.
"Come va?" le dico mentre raggiungiamo il gruppo.
"Tutto apposto" dice sorridendo.
"Che facciamo oggi?" le chiedo sfregando le mani per il freddo.
"Andiamo in un locale, niente di che"
dice mentre Mirko mi viene a salutare. Saluto tutti, e noto che, anche stasera, c'è Plaza.
Lo saluto distrattamente, faccio lo stesso con Lara e torno con Anna.
-
La serata procede abbastanza bene, c'è un tipo che mi fissa tutto il tempo, seduto al bancone. Io gli lancio delle occhiate di intesa a volte, sorridendo.
Finalmente esco dal locale e mi siedo su un muretto fissando il cielo.
"Samantha?" mi giro, vedo l'ultima persona che vorrei vedere in questo momento: mio padre.
"Che cazzo ci fai qui, troia!" dice sbraitando mentre si avvicina sempre di più.
"Io ti ammazzo!" urla.
Inizia a picchiarmi insistentemente e io non riesco a difendermi.
"Sei solo una troia, proprio come tua madre" dice mentre si allontana velocemente.
Resto ferma a terra immobile, probabilmente non ho ancora realizzato. Chiamo subito Anna.
*Chiamata*
"Ehy, Anna, puoi venire fuori un secondo? Fai in fretta ti prego"Dico con un filo di voce.
"Arrivo" dice preoccupata.
Arriva dopo pochi minuti, mi vede accasciata a terra.
"Che cazzo hai fatto?" urla.
Buio.
-
Ho male fortissimo alla testa. Apro gli occhi e vedo tutto sfocato.
"Cazzo, raga venite!" sento urlare.
Apro definitivamente gli occhi e vedo che sono a casa dei ragazzi che mi guadano tutti preoccupati.
"Cosa è successo?" dico alzandomi e andando in bagno, mi guardo allo specchio.
"Che cazzo è successo?!" urlo, ho il labbro inferiore rotto, sullo zigomo c'è un livido viola scuro e ho l'occhio nero.
Inizio a piangere disperatamente, Anna mi viene ad abbracciare mentre gli altri ci fissano.
"Un tipo ti ha picchiata" dice Luca con gli occhi lucidi.
"Quello era mio padre" sussurro, ma sono certa che mi abbiano sentito.
"Cazzo, devi fare qualcosa! Non puoi vivere con lui!" dice Mario portandomi del ghiaccio.
"É il mio unico parente" dico andando nella camera di prima seguita da tutti.
Solo adesso noto che mi fa molto male la pancia, alzo la maglia, fregandomene degli sguardi degli altri e vedo che c'è un livido viola sulle costole.
"Cazzo, avevo detto di portarla in ospedale!" urla Gionata. 
Buio.
-
Mi sveglio in una stanza totalmente bianca. Solo dopo poco mi rendo conto di essere su un lettino e affianco a me c'è Luca, che mi tiene la mano. Ha gli occhi lucidi e rossi e non capisco cosa stia succedendo.
"Che hai?" sussurro.
Alza lo sguardo e gli esce una lacrima.
"Porcodio!" urla.
Arriva un dottore con dei fogli in mano che subito mi sorride.
"Sei stata a riposo per due giorni, avevi una brutta emorragia interna, vicino alle costole che si sta assorbendo" fa una pausa.
"Svieni spesso?" dice toccandomi sul punto dolorante.
"A volte" dico con la voce flebile.
"Devi mangiare di più, hai anche il diabete... ti ho prescritto una dieta che devi seguire tutti i giorni." dice lasciandomi il foglio.
"Puoi uscire devi solo far firmare delle carte" dice uscendo dalla stanza.
"Cazzo, mi dispiace tantissimo" dice Luca baciandomi la fronte. Gli sorrido debolmente mentre due lacrime gli rigano il viso.
"Non devi piangere per me..." dico asciugandogliele.
"Dai, andiamo io odio gli ospedali" dico cercando di alzarmi.
Mi prende per mano e mi vesto.
-
"Grazie di tutto" dico mentre guida attento.
"Cazzo io uccido tuo padre!" dice con tono serio, ma che mi fa ridere un sacco.
"Ma la tua ragazza?" chiedo dopo pochi minuti.
"Chi, Lara? No, lei è solo uno sfogo. Ci scopo e basta" dice tranquillo.
Io lo guardo male, ma non apro bocca, un po' mi fa piacere.
"Dov'è adesso?" chiedo riferendomi a mio padre.
"Diciamo, che non ti darà fastidio per un bel po', ti aveva ridotto malissimo e non puoi immaginare quanto io lo volessi uccidere, ma mi hanno fermato" dice guardandomi.
"Grazie" sussurro accarezzandogli le nocche.
"Starai da me per un po' ok?" dice dopo poco. Annuisco.
"Ma i vestiti?"
"Ci hanno pensato Mario e Diego"
-
"Siamo tornati" urla Plaza all'entrata.

Tutti corrono verso di noi e Anna mi abbraccia e scoppia a piangere.

"Credevo che fossi morta!"dice disperata.
"Sta tranquilla" le sussurro.

Non mi sono ancora del tutto tornate le forze, sono molto stanca.

"Dove dormo?" chiedo ai ragazzi.
"Ehm... non abbiamo un'altra camera, quindi con me" dice Luca grattandosi la nuca. Mi porta nella sua stanza e metto la mia valigia su una sedia. Poi mi butto sul letto e crollo.
Luca p. o. v.'s
Cazzo, è ancora più bella quando dorme.
Che mi sta facendo questa ragazza? Sto diventando un ragazzino, sono stato tutto il tempo in ospedale, a piangere e a stringerle la mano, credevo di perderla.

Cazzo, voglio che lei non passi più la merda che suo padre le fa provare. È troppo per lei.
-
Sono ancora seduto su questa sedia ad osservarla, ogni suo lineamento, ogni suo tratto mi incanta.

Forse mi sono innamorato, davvero.

Mi siedo sul letto, accanto a lei, le accarezzo il volto e vedo che le si forma un sorriso in viso.
Le lascio un bacio sulla guancia ed esco, deve riposare e scordare tutto quello che è successo.
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Sta canna non mi calma | CAPO PLAZA | COMPLETATA Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora