capitolo 14

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Non rivedo Luca, Anna, Diego, Mario e Mirko da due settimane.
Che cogliona che sono stata.
Non si sono neanche scomodati a cercarmi. Niente.
Non voglio più avere a che fare con loro, basta.

Ho trovato un lavoro qui a Milano.
Lavoro da Foot Locker, faccio la commessa. Lo so non è un granché ma almeno guadagno dei soldi e mi portò trasferire. Mauri e gli altri sono stati molto gentili e accoglienti, sto bene con loro. Ho conosciuto le rispettive ragazze di ognuno e devo dire che mi trovo bene ma non voglio essere d'intralcio.

Quando ho detto a Maurizio che sto cercando una casa si è arrabbiato perché non vuole che vada a vivere da sola. Ci rendiamo conto? Il mio idolo, si preoccupa per me. È diventato quasi come un fratello e in questi pochi giorni mi ha dimostrato di volermi bene, ma sul serio.

Lo ammetto, Luca mi ha spezzato il cuore ma Maurizio mi ha detto che devo lasciarlo stare e cambiare pagina perché, a quanto pare, non mi meritava.

Oggi sono come ogni giorno a lavoro.
Sto servendo un cliente quando qualcun altro entra.
Parli del diavolo...

Cerco di non farmi vedere e di andare alla cassa, ma la mia collega mi chiama.
"Sam, servi tu quelli a lei ci penso io" dice rivolgendosi al signore che stavo aiutando.
Annuisco e mi avvicino ai ragazzi.
Mi guardano e rimangono paralizzati.
"Come posso aiutarvi?" chiedo cordialmente.
"Sam, lavori qui?" chiede Mirko.
"Come posso aiutarvi?" continuo.
"Dai, cazzo rispondi! Dove sei stata tutto sto tempo? Ci hai fatto preoccupare" dice Mario.
"Oh Sam, cazzo!" dice Diego vedendo che continuo a non rispondere.
Rido amaramente, guadagnandomi degli sguardi confusi da parte loro.
"Sì lavoro qui e se non volete acquistare nessun prodotto potete anche uscire, prima che mi licenzino" dico indicando la porta.
Luca, che non ha ancora aperto bocca, mi si avvicina.
"Sono stato uno stronzo, scusa" dice abbracciandomi.
Mi ritraggo subito dalla sua presa e gli tiro uno schiaffo in faccia.
In quell'esatto momento entra Davide, che oggi mi avrebbe dovuto prendere da lavoro, che guarda prima me poi loro.
Rimangono a bocca aperta appena mi abbraccia e mi saluta con un bacio in guancia.

"Ma tu sei..." dice Mirko incredulo.
"Davide" finisco io.
Luca lo guarda malissimo e poi guarda me con ribrezzo.
"Non ci hai impiegato molto a rimpiazzarmi, a quanto vedo" dice lanciandomi un'occhiata.

Sussurra un 'troia', che però sento. All'udire quella parola una lacrima cade lenta sulla mia guancia. Me lo diceva sempre mio padre, nessuno può capire quanto sia brutto sentirselo dire.
"Che cazzo hai detto?" dice con fare minaccioso Davide avvicinandosi al ragazzo.
Gli tiro il braccio prima che reagisca in modo esagerato e sussurro un 'andiamo'.
"Ciao" dice Mirko venendomi ad abbracciare. Lo abbraccio e gli sorrido, infondo lui non ha colpa di niente come non ne hanno gli altri.
Infatti sono io che mi avvicino a loro, abbraccio Mario.
Poi Diego.
Mi lascia dei piccoli baci tra i capelli
"Vieni con noi, siamo stati malissimo... Dimentica Luca, non ti merita" mi sussurra mentre siamo ancora abbracciati. Lo guardo cercando di capire se mente, ma non vedo nient'altro che tristezza e rancore.
Gli sorrido teneramente.
"Non lo so, sono ancora molto confusa" gli sussurro.
Annuisce e mi lascia un ultimo bacio in guancia per poi andarsene insieme agli altri.

"Dai, andiamo" dice Davide.
———————————————
Una ventata, mi scompiglia i capelli leggermente. Prendo un grosso respiro.
Sono qui, in questo parco da circa un'ora. Sono sola, mi sono voluta ricavare del tempo per pensare.
Dovrei tornare a Roma? O a Salerno? E se restassi qui?
Non lo so.

Non distolgo lo sguardo da un albero a pochi metri da me, fin quando non sento che qualcuno si siede accanto a me. Non guardo, non mi interessa.
"Ehi" quella voce.
Lo guardo con disprezzo.
"Senti, mi dispiace per stamattina e per l'altro giorno. Non dovevo sono un coglione. Sam tengo a te, per favore torna a stare con noi"
Lo guardo, sembra veramente pentito. Mi perdo nei suoi occhi marroni, e succede tutto in un attimo.
Con un gesto veloce, mi fiondo fra le sue braccia che mi stringono più forte che mai. È un abbraccio vero, lo si sente perché è voluto da entrambi.
Ci stacchiamo e mi accarezza con il pollice la guancia per poi baciarmi dolcemente.
Ricambio il bacio quasi subito.
"Torni da me?" mi chiede supplicandomi con gli occhi.
Dovrei dimenticare tutto?
Non gli rispondo e mi fiondo sulle sue labbra, sentendo che un enorme sorriso gli si dipinge in volto.

"Lo prendo per un sì"

Sta canna non mi calma | CAPO PLAZA | COMPLETATA Where stories live. Discover now