capitolo 23

4K 115 6
                                    

"Stasera usciamo, hanno aperto un mese fa, circa, un nuovo locale e non ci siamo ancora andate. Poi dobbiamo iniziare a fare nuove conoscenze, no? Lasciamoci alle spalle Luke, Luca e Nico, non sono indispensabili per noi e dobbiamo far vedere loro che siamo forti e che nonostante tutto, il sorriso non ce lo toglie nessuno" dice Maryna.

Ha ragione, ma mi sono innamorata di Luca. Questo l'ho capito solo quando ho messo piede nella stazione di Roma. Ma lo voglio, devo, dimenticarlo.

Io e Ele annuiamo convinte.

"Ti voglio bene sorellina" dice Eleonora alla bionda. La chiama spessissimo così, all'inizio pensavo fossero davvero sorelle. Ma non è così sono solo molto unite.

Sono due ragazze uniche, davvero.
-
Questo locale è un po' diverso dagli altri, ma soprattutto è enorme.
Ci incamminiamo verso il bancone degli alcolici.
Ele ordina subito uno shot e lo ingoia in un sorso proprio come Maryna. Ne bevono altri, molto in fretta e vanno a ballare.
Io resto seduta su uno sgabello e ordino del Bacardi. Il barman mi riempie il bicchiere e lo bevo in pochi sorsi. Il mal di testa inizia a farsi sentire.

Esco dalla discoteca, mi gira la testa, mi sento confusa. Non so neanche perché ma vado in una stretta stradina buia e mi siedo a terra mettendo la testa sulle ginocchia. Cazzo, non reggo per niente l'alcol.

"Bimba ti senti male?" dice un tipo avvicinandosi. Lo guardo, mi agito, non sembra un tipo apposto mi fa paura. Perché indossa gli occhiali da sole se è sera?

Sembra capire che mi sto spaventando, infatti ridacchia e scuote la testa.
"Sono così brutto?" mi chiede facendo un sorriso a sghembo.

Mi alzo, ma cado in ginocchio come una cogliona e lui ridacchia ancora. Lo sto odiando. Mi porge una mano, ma la rifiuto e mi alzo da sola barcollando.

"Ma quanto hai bevuto?"mi chiede sempre con quel cazzo di sorriso inquietante.
"U-un bicchiere" dico appoggiandomi al muro per non perdere l'equilibrio.
Inizia a ridere sonoramente mentre io mi tappo le orecchie. Cazzo ho un mal di testa fortissimo. Mi vado a sedere su un muretto e mi accendo una sigaretta.

Il tipo me la strappa dalle mani incazzato e la spezza.
"Ma sei cogliona? Quanti anni hai?" mi chiede rimproverandomi.
"Ma che cazzo, diciassette! Sei stronzo allora? Che cazzo fai! Già è tanto che ho questa"dico infuriata.

"Ma poi chi cazzo sei! Come cazzo ti permetti ciglione di merda" dico incazzata.
Lui si toglie gli occhiali velocemente e solo ora noto che è infuriato.
"Troia di merda, ma sai te chi cazzo sono io?" mi dice ancora più arrabbiato.

Io inizio a ridere e mi stendo sul muretto, poi lo guardo. È buffo.
Scuote la testa e si accende una paglia mentre io sento le palpebre farsi pesanti e chiudo gli occhi.
-
È mattina e apro gli occhi, questa non è la camera che mi aveva dato Ele.
Dove cazzo sono?

Mi alzo e noto che sono in intimo. Cosa? Non ci credo ieri ho scopato con qualcuno?

Mentre inizio a farmi un sacco di paranoie la porta della camera si spalanca. C'è un tipo all'entrata che mi fissa. Ma che cazzo?
Sembra molto più grande di me avrà trenta e qualcosa anni. Lo guardo sconvolta. Mi ha tipo stuprata?

Si avvicina e io impaurita indietreggio, ha degli occhiali da sole neri e un cappello, è piuttosto alto, è un bell'uomo ma, cazzo è grande!

"Oh, calma tigre, non te faccio niente" dice ridacchiando.
"N-noi a-abbiamo sco-" mi interrompe.
"Mi stai chiedendo se ti ho fottuta? Beh no, sei piccola e minorenne" dice sedendosi sul letto.

Tiro un sospiro di sollievo.

"Perché sono in intimo?" gli chiedo facendomi coraggio.
Lui inizia a ridere e io mi sento sempre di più a disagio.
"Ieri appena siamo arrivati te sei iniziata a spogliare e mi hai iniziato a dire che volevi scopare, poi te sei messa a piagne come una pischella e me dicevi che volevi stare con un certo Luigi... non mi ricordo il nome e poi te sei addormentata"dice.

Io sbianco di colpo "Luca..." sussurro, ma il tipo mi sente.
"Sì me pare si chiamasse così"
"Problemi di cuore?"continua.

Mi alzo senza rispondergli e prendo le mie cose. Mi vesto e prima di uscire lo abbraccio e gli sussurro un 'grazie', mi accarezza i capelli e fa un sorriso a sghembo.
"E de che?" mi lascia un bacio tra i capelli. Mi sono accorta solo ora che parla molto in romano, ha un accento bellissimo.

Non smettiamo di fissarci e lui mi sorride di nuovo e apre la porta dietro di me.
"Allora, ciao..." dico aspettando che mi dica come si chiami.
"Emanuele, chiamami Noyz" mi dice pizzicandomi la guancia con le dita e facendomi arrossire.
"Samantha" dico io prima di andarmene.

Sta canna non mi calma | CAPO PLAZA | COMPLETATA Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora