capitolo 19

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Luca inizia a camminare e lo vedo sempre più lontano.
Cosa faccio?
Non ci penso due volte e mi metto a correre per raggiungerlo. A pochi passi da lui mi fermo, so che sei è accorto della mia presenza.

Continua a camminare, d'un tratto si ferma anche lui. Si volta e mi guarda.
Ha la mascella serrata, lo sguardo incupito.
"Senti, non mi seguire" mi dice.
"Luca ma possiamo fare un discorso per un minuto intero, senza litigare?" gli chiedo, ormai esausta da questa situazione con lui, esausta da tutto.

"Forza, di che cazzo vuoi parlare?Finiscila di fare sempre la vittima, cosa cazzo vuoi ancora da me? E finiscila di fare la bimba minchia. Basta, sono stanco mi hai rotto le palle, tu e quello stronzo" dice indicando Diego da lontano, che parla con la troia.

Gli tiro uno schiaffo in viso, è stata forse la cosa più coerente e sensata che abbia mai fatto. Mi volto e me ne vado. Entro nel locale e vedo Mirko che esce dal bagno. Mi dirigo verso di lui
"Mirko, andiamo" gli dico andando a prendere la borsa dal 'guardaroba'.
Annuisce.
-
Appena tornati a casa mi cambio e mi fiondo nel letto, affondando il viso nel cuscino e inumidendolo con alcune lacrime. Non so perché io stia piangendo, credo sia soprattutto per la rabbia.
Mi alzo e vado in salone, vedo Mirko fuori che fuma una sigaretta.
"Non riesci a dormire?" mi chiede guardando la strada sotto di noi.
Scuoto la testa.
"Come mai?" continua.
"Troppi pensieri" dico solamente.
"Vuoi?" mi chiede porgendomi una sigaretta dal pacchetto.
Titubante annuisco, infondo è proprio quello di cui ho bisogno adesso.
Me la porto alla bocca e la accendo. La mia prima sigaretta.
Non tossisco, stranamente, e lascio che la gola inizi a bruciarmi lievemente e che le labbra prendano il sapore amaro del tabacco. La nicotina fa il suo effetto in pochi secondi, facendomi tranquillizzare e calmare. Sbuffo il fumo chinando il capo all'insù.
Finisco la sigaretta e torno dentro a dormire.
-
"Gio!" urlo andando incontro al ragazzo. Cazzo, diventa sempre più bello, lo ammetto.
"Oh, Sam! Cazzo come sei cambiata!" viene ad abbracciarmi.
Mi stringe forte e mi lascia un bacio in guancia.
"Come va?" mi chiede quando ci stacchiamo. Non gli rispondo, ma capisce che qualcosa non va dalla mia espressione.
Ma per fortuna, gli altri si avvicinano in tempo prima che inizi a farmi domande su domande.

Dopo un po' sento la porta di casa aprirsi.
Entra in salotto Anna e saluta i due. Parliamo per un po' fin quando non mi stanco e torno nella mia camera.
Cerco il mio zaino e prendo il pacchetto di sigarette, sì ho iniziato a fumare da ieri, quando Mirko me ne offrì una. Mi lamento ad alta voce.
"Che succede?" chiede Luca entrando. Vede che ho la sigaretta, spenta, fra le labbra e mi guarda male.
"Scusa che cazzo stai facendo?" mi chiede togliendomela dalla bocca.
"Non trovo l'accendino, me la dai?" dico frustrata.
"Da quando fumi?" dice guardandomi sempre male.
"Che te ne frega, scusa?" dico riprendendola dalle sue mani.
Vedo l'accendino sul tavolo, lo prendo e finalmente l'accendo.
Lui sbuffa e se ne va sbattendo la porta della camera. Alzo gli occhi al cielo.
-
"Finalmente!" dice Anna appena mi vede entrare in salotto.
"Ma Giona e Paolo?" chiedo non vedendoli.
"Se ne sono andati mentre stavo in camera e non ti abbiamo voluta svegliare, sembravi stanchissima"mi dice sedendosi sul divano affianco a me.
Nell'esatto istante in cui metto il pacchetto di sigarette, che avevo poggiato sul tavolino, in tasca entra Diego.
Non saluta, ha lo sguardo fisso sul telefono, si siede su una poltrona.
"Ehi" dice.
Lo salutiamo entrambe, appena sente la mia voce, alza lo sguardo. Mi fissa in silenzio.
"Sam!" dice quasi gridando.
Lo guardo confusa.
"Scusami, io ieri ero solo brillo, non vole-" inizia a parlare ma lo interrompo.
"Tranquillo, è tutto apposto, rimaniamo amici, forse è meglio per entrambi." dico lasciandolo muto.
"Ma io non volevo che finisse tutto in questo modo..." dice grattandosi la fronte con la mano, segno che è probabilmente confuso.
"Scusa, è che ieri in realtà mi hai aperto gli occhi e mi hai fatto capire che per te, in realtà non provo assolutamente niente... ma non voglio perderti, sei un ragazzo d'oro"

Rimane zitto per qualche minuto fissando il mobile della cucina, davanti a se. Dopo cinque minuti si alza ed esce di casa.

Sta canna non mi calma | CAPO PLAZA | COMPLETATA Opowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz