Capitolo Sei

3.7K 348 27
                                    


CAPITOLO SEI

Mario



7 gennaio

Se solo qualche ora fa mi ripetevo che il tempo è semplicemente un'illusione, adesso non sono più dello stesso parere.

Il ticchettio dell'orologio appeso alla parete mi ricorda secondo dopo secondo il tempo che passa in un susseguirsi continuo ed incessante di minuti ed ore, scandendo perfettamente il trascorrere della giornata.

Gli lancio uno sguardo veloce.
Le 3 e 45 di notte.

Respiro profondamente prima di voltarmi per l'ennesima volta nel letto, ancora provato e stremato.

Non ho chiuso occhio. Nemmeno un secondo.

Per ore interminabili ho pianto e poi ascoltato i passi di Claudio, per finire poi a piangere di nuovo e a maledirmi per un'infinità di motivi. Appena mi calmavo un attimo, tornavo subito ad ascoltare attentamente i movimenti dell'uomo dall'altra parte della porta, e poi crollavo nuovamente.

Sono esausto. Mi sento come se un camion mi avesse travolto in pieno lasciandomi a terra agonizzante e senza forze. Non mi capitava di stare così tanto male da mesi ormai, e la consapevolezza di poter ancora provare delle sensazioni simili mi crea un cortocircuito nella mente. Credevo di aver superato determinate cose. Credevo di essere diventato un po' più forte. Credevo di aver totalmente sconfitto la mia dipendenza. Eppure... eppure se non fossi così tanto dipendente e cedevole a Claudio sono sicuro che in questo momento sarei fatto in qualche angolo della città. Se non mi avesse impedito di uscire da questa casa, ora sarei... non voglio nemmeno pensarci.

Ho faticato tanto, forse anche troppo per le mie potenzialità, per uscire da quel tunnel e sconfiggere le mie debolezze, poi è bastata una telefonata e un "pretendi di avere spiegazioni, non sono libero di fare niente, Mario!" per farmi perdere il controllo e rigettarmi in un baratro di odio e malessere.

"Non sono libero di fare niente, Mario".
Questa frase mi logora lo stomaco e mi stringe il petto in una morsa. Il tono esasperato in cui me l'ha detto rimbomba nelle mie orecchie e mi comprime l'apparato respiratorio.

Lo sto distruggendo. Sto lentamente trascinando giù con me anche lui. Nonostante rispetto a solo qualche mese fa io sia una persona nuova, sono comunque sempre... io. Con tutti i miei difetti e le mie crepe. E sto piano piano demolendo anche lui, senza nemmeno essermene mai accorto prima d'oggi.

Ed è bastato così poco a farmelo capire e a far riemergere tutte le mie insicurezze e le mie ansie che quasi mi sento soffocare.

Il fatto che Claudio mi stia nascondendo qualcosa e addirittura mentendo mi annebbia completamente la mente. È una cosa che non riesco proprio a sopportare, Claudio e menzogna nella stessa frase mi mandano totalmente in confusione.

Ma poi, di nuovo, torno ad odiare me stesso perché alla fine evidentemente è quello che mi merito. Merito che anche lui si stanchi di me e non mi voglia più nella sua vita, esattamente come hanno fatto tutte le persone più importanti per me. Se tutti lo fanno un motivo ci sarà, e il motivo sono sempre, solo e semplicemente io. Perché non sarò mai abbastanza né per me, né per gli altri.

Faccio un respiro profondo e cerco di alzarmi per andare in bagno.

Appena raggiungo la porta mi accorgo della presenza di un pezzo di carta che non mi ero reso conto fosse scivolato sotto. Lo sfilo e me lo rigiro tra le dita sospirando.

"Chiamami (anche al telefono se per caso non ti sento a voce) se hai bisogno. Buonanotte."

Mi impongo di non pensarci, di non pensare a quanto Claudio sia premuroso e perfetto, e appoggio il foglietto stropicciato sul comò.

Sentimenti Tossici 2Where stories live. Discover now