Capitolo Sedici

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CAPITOLO SEDICI

Mario



29 aprile

"Tanti auguri a te, tanti auguri a te, tanti auguri amore mio, tanti auguri a te".

Un sussurro, lieve, direttamente al mio orecchio.

Mi stiracchio leggermente, emettendo qualche strano rumore. Ancora ad occhi chiusi mi giro tra le braccia di Claudio e sorrido, felice di come è iniziata questa nuova giornata. "Buongiorno".

"Buongiorno", mi risponde lui prima di lasciarmi un bacio a fior di labbra. "E tanti auguri, vecchietto", dice ridacchiando.

Apro lentamente gli occhi per abituarmi alla luce del sole che filtra dalle tapparelle lasciate un po' aperte e lo guardo storto.
"Ma se compio 26 anni...".

"Appunto, stai diventando vecchio, manca poco ai 30 ormai! E poi in un batter d'occhio arriveranno i 40 e-".

"Ok, ok. Vacci piano ciccio!", dico divertito, colpendolo piano sul petto. "E comunque", mi mordo il labbro, "mi sono piaciuti di più gli auguri che mi hai canticchiato all'orecchio".

"Sono bravo a cantare, eh?".

"No, dicevo per il modo in cui mi hai chiamato", rido maliziosamente avvicinandomi maggiormente al suo viso per mordergli una guancia prima di farlo stendere supino e rotolarmi sopra al suo corpo.

"E come ti ho chiamato?", alza un sopracciglio divertito.

"Amore mio", gli ricordo tirandogli piano i capelli prima di abbassarmi a lasciargli un bacio sulle labbra.

"Non mi sembra. Ti stai sbagliando sicuramente", ride.

"Ammetto di sbagliarmi su tante cose nella vita, ma su questa ho assolutamente ragione".

"Se lo dici tu... bisogna sempre assecondare i vecchietti, d'altronde", alza le mani in segno di resa.

"Questo vecchietto però", faccio leva sul suo petto per alzarmi e mettermi seduto sul suo bacino per guardarlo meglio, "ti piace, mi sembra di capire, e soprattutto", dico sistemandomi meglio, furbo, "sento che ti fa anche un certo effetto", alzo un sopracciglio.

"Non so di cosa parli", dice agganciando le mani ai miei fianchi, accarezzandoli piano con le punte delle dita.

"Di questo", dico muovendomi sopra al suo membro, "rigonfiamento", concludo mentre un gemito lieve sfugge dalle sue labbra.

"È solo una semplice e normale erezione mattutina, Mario, non sopravvalutarti", alza gli occhi al cielo, fingendosi annoiato.

"Mmh. D'accordo", decido di giocare anche io, "quindi non spetta di certo a me placarla", mi abbasso per prendermi un bacio veloce prima di alzarmi rapidamente dal letto.

"Hey, dove vai?", protesta alzandosi sui gomiti.

"A fare colazione", faccio spallucce.

"Torna subito qui, non abbiamo finito noi due".

"Cosa dovremmo finire?", domando appoggiandomi allo stipite della porta, divertito.

"È il tuo compleanno e hai il tuo uomo steso nel tuo letto, mezzo nudo, e con un'erezione. Puoi fare di me ciò che vuoi, ti regalo tutto".

"Mmh. Proposta allettante, in effetti", dico avvicinandomi maliziosamente al letto e appoggiandomi con le mani sul materasso per sovrastarlo, "ma vedi, Claudio, io ti ho sempre mezzo nudo nel mio letto, posso fare ciò che voglio di te più o meno..." fingo di pensarci su, "...tutti i giorni".

Sentimenti Tossici 2Where stories live. Discover now