2.

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Si strinse contro il giubbotto di jeans tentando di ripararsi dall'aria frizzante del pomeriggio.

Camminava a passo moderato mentre, in compagnia di Luke, tornava a casa.

La villa non distava così tanto dall'istituto e in poco tempo si ritrovarono davanti la grande dimora laccata di bianco.

Superarono il cancello e attraversarono il viottolo, raggiungendo così l'entrata. Luke non ci pensò molto a fare il suo ingresso in casa, mentre Anne rimase piazzata davanti la struttura semplicemente per osservarla.

Cominciò a scrutare i vari dettagli della facciata, rammendando la discussione su quel ragazzo scomparso. Un non so che di insolito permaneva nell'animo della bionda in maniera insistente. Si sentiva turbata da quella situazione, a maggior ragione se non sapeva il perché di una fine così misteriosa.
Rimase a fissarla fin quando la sua attenzione non venne catturata dalla figura di Alfred - custode e giardiniere - situata a debita distanza.

Decise di andargli incontro e magari porgli delle domande sull'accaduto.

Alfred si stava occupando di tagliare le erbacce che erano cresciute tra le rose che si intrecciavano ai lati del gazebo anch'esso bianco. Durante quella settimana erano aumentate più del normale.

Una volta che la ragazza gli si piazzò davanti un grande sorriso gli si dipinse sul volto, felice di vederla. Era senza dubbio un uomo molto carismatico e seppur avesse i suoi anni, amava l'aria della gioventù. «Signorina Anne, buon pomeriggio.» la salutò ammiccando un dolce sorriso.

La bionda arrossì e abbozzando un sorriso ricambiò il saluto. «Buon pomeriggio a te, Alfred.» disse posando lo zaino ai suoi piedi. Era tremendamente pesante.

«Giornata impegnativa?» chiese l'uomo.

Anne si limitò a storcere il naso. «La definirei più che altro strana

Alfred si accigliò, smettendo ti tosare i fiori per un momento. «È successo qualcosa di grave?» chiese, un po' preoccupato.

«Oh, no no» Anne scrollò subito le spalle rassicurandolo. «Ma c'è stata una commemorazione su un ragazzo che è scomparso due anni fa, mi ha solamente rattristato. » spiegò vagamente.

Alfred drizzò subito sugli attenti, e si incupì. E la bionda capì immediatamente. Anche lui conosceva Calum, visto che probabilmente era a loro servizio anni fa. Ne approfittò quindi per indagare a fondo sull'argomento.

Leggermente tentennante così riprese a parlare. «Lei sa qualcosa?» chiese portando lo sguardo su una delle tante rose, sfiorandola dolcemente con il pollice. Amava quei fiori, erano sempre stati i suoi preferiti.

«Credo di sapere quanto sappia lei signorina» rispose l'uomo osservandola «nessuno ha più sue notizie da anni ormai, ma non passa giorno in cui non veda il giovane signorino scorrazzare per questo giardino.»

Anne rivolse subito lo sguardo sull'uomo, vogliosa di sapere di più. «Crede sia scappato?»

Alfred sospirò. «Penso che questo sia il più grande mistero di tutta Glasgow. E credo che solo le mura di questa villa celino la verità» l'uomo si portò una mano sul petto «ma a volte è meglio accettare gli avvenimenti così per come si pongono sul nostro cammino, forse è meglio non sapere cosa sia successo.»

Anne si accigliò non capendo. Cosa stava cercando di insinuare?

«Mi sta dicendo che pensa che sia morto?» biascicò stupita.

In risposta l'uomo scollò le spalle. «Questo è quello che dice lei.» e stette in silenzio riportando l'attenzione sulle rose.

Anne ancora dubbiosa e non totalmente convinta dalle parole del vecchio, velocemente si mosse. Ma non si accorse che la sua mano fosse ancora incastrata tra i gambi del fiore rosso, tagliandosi accidentalmente il palmo della mano.

AnatemaWhere stories live. Discover now