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Ghost of you - 5 second of summer

La prima cosa che la mente di Anne realizzò fu quella di tornare a casa e parlare con Calum.

«Devo saltare il resto delle lezioni, mi dispiace Mel, ma devo proprio scappare.» le disse, senza dare altre spiegazioni.

In pochissimo tempo si ritrovò fuori dal cancello dell'istituto. A passi svelti ripercorse il tragitto di ritorno. Non sapeva esattamente come esporre il tutto a Calum ma doveva assolutamente parlargli. E non impegnò nemmeno molto tempo a ritornare a casa. Afferrò le chiavi, e una volta dentro, sì destreggiò per tutto il viottolo, lasciò lo zaino all'entrata di casa, corse su per le scale e una volta che spalancò la porta della sua camera, si ritrovò faccia a faccia con Calum.

I due incastrarono l'uno lo sguardo sull'altro.

«Devo parlarti.» dissero all'unisono.

Anne prese un respiro profondo, e andò a sedersi sopra il letto. Lo sguardo del moro non la perdeva di vista nemmeno per un secondo. Erano entrambi nervosi, forse consapevoli di cosa avessero dovuto parlare.

Calum fu il primo a prendere parola. «Co-comincia tu, Anne.» propose grattandosi la nuca.

La ragazza annuì, e prese un altro respiro profondo. Puntò le sue iridi azzurre verso di lui. «So chi è Giuliette.» mormorò e gli occhi di Calum si sbarrarono. «Lavora in biblioteca, si fa chiamare Dena. E' il suo secondo nome. E' lei la ragazza che stiamo cercando.»

Improvvisamente calò il silenzio. Calum sembrò esserle strano.

«Lo so.» farfugliò.

Anne corrugò la fronte confusa. «Che vuol dire lo sai?» disse alzandosi di slancio in piedi.

«So chi è lei, la ricordo, ricordo di come ci siamo conosciuti.» spiegò, facendo aumentare la confusione di Anne. «Ricordo ogni cosa. Non sapevo come dirtelo.»

Anne era assuefatta, confusa e persuasa allo stesso tempo.
Sul suo volto si dipinse una smorfia strana.

Calum le si avvicinò. «Lascia che ti spieghi.» e la invitò a risedersi nuovamente. «sono davvero confusi i miei pensieri, ma ricordo tanto quanto basta per spiegarti cosa è successo tra me e questa ragazza, e farti capire il perché io sia finito in questa assurda situazione.» partì dal principio.

Anne annuì incitandolo a continuare.

«Come ben tu hai già intuito Michael ed io tempo fa eravamo grandi amici. Le nostre strade però poi si divisero. Fu una relazione tossica a rovinare la nostra amicizia.
Una ragazza che divenne la nostra priorità, una ragazza che ci soggiogò la mente: Marie.»

Le parole di Calum sembrarono affievolirsi, faceva male raccontare cosa fosse successo, e nonostante fossero passati tre anni ancora si vergognava parecchio. Si sentiva un mostro.

«Ti prego, va avanti. Ho bisogno di sapere.» lo pregò lei, e Calum sapeva che meritasse una spiegazione.

Deglutì. «Michael si rifece dei nuovi amici. Io invece, be' di me non era rimasto molto. Mi stavo consumando. Bevevo, uscivo tardi la sera per poi tornare a casa la mattina seguente, avevo perso il senso del pudore, fin quando Ashton mi fece rinvigorire. Mi era rimasto solo lui accanto. E sebbene fossimo dei grandi amici, Ashton non era Michael, e sentivo la sua mancanza di giorno in giorno.» la voce di Calum si spezzò ma riprese a parlare.

«Poi un giorno dovetti consegnare un libro in biblioteca per conto di Ashton e li conobbi Giuliette. Era stata così gentile con me. Ricordo che mi piaceva molto il suo sorriso. Le piacqui subito anch'io, e sapevo cosa volesse. Ma prima di gettarmi a capofitto in una relazione, mi promisi che non sarei ricaduto nella stessa trappola, che non avrei messo più al primo posto qualcuno che non fossi stato io. La fiducia che riponevo per tutti era morta insieme all'amicizia con Michael.

Iniziammo comunque a frequentarci, ma di lei non ne parlavo mai - nemmeno ad Ashton in realtà - non volevo affezionami.
Indubbiamente però non riuscì a controllare i miei sentimenti. Mi sentivo vivo. Sentivo che pian piano la mia corazza di ghiaccio si stava sciogliendo. Ma ovviamente come in tutte le relazioni, litigammo. Litigammo perché mi comportai da emerito stronzo. La tradì con una sua amica. Non ricordo nemmeno il nome. Ero ubriaco e stavo soffrendo. Non riuscivo ad emarginare la ferita che Marie mi aveva lasciato. La notte stessa volevo chiarire, ero pentito per ciò che avessi fatto. Volevo spiegarle che era tutto un malinteso. Uno stupido errore di un ragazzino impaurito. Ma lei non mi lasciò spiegarle, non credette alle mie parole ovviamente. Hai suoi occhi ero solo un traditore, un depravato. Non la meritavo, ecco.

Per una settimana non ci sentimmo.

Il giorno prima della mia scomparsa mi disse che voleva parlarmi, mi invitò a casa sua per bere qualcosa. Accettai. Mi confessò che aveva riflettuto parecchio e mi odiava. Desiderava che sparissi dalla sua vita per sempre.
Poi mi offrì del thè e deduco che abbia aggiunto qualcosa alla solita miscela perché la mattina seguente era come se fossi morto.»

Attimi di silenzio aleggiarono ancora una volta all'interno della stanza, Anne non riusciva a comprendere l'accaduto.
Calum non aveva colpe, certo avrebbe potuto gestire la faccenda in maniera diversa, ma era pur sempre un umano, e gli umani commettono sempre degli errori ma questo non significa che non meritassero una seconda chance.

Dena non poteva decidere il destino di Calum.

«Parlerò con lei,» annunciò di colpo, «gli spigherò tutto, e capirà. Lo so che capirà. Ritirerà indietro questa fattura. Ti perdonerà e tu tornerai alla tua vita.
Ci riuscirò Cal, te lo prometto.»















GHOST OF YOU

Vi giuro che c'è stato un momento mentre scrivevo che mi sono quasi commossa, non so a cosa sia stato dovuto ma il capitolo a parer mio è pieno di troppe emozioni.

Siamo agli sgoccioli, i prossimi due capitoli definiranno la sorte di Calum, mentre qualche altro colpo di scena salterà fuori per completare l'opera.
L'epilogo, è sempre più vicino e con lui manca sempre meno alla fine di Anatema, non so come ringraziarvi per i numeri a cui sono arrivata, ma farò in modo di dedicarvi tutto il mio riconoscimento in un capitolo finale.

Love ya!

AnatemaWhere stories live. Discover now