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Long Way Home - 5sos

Un lungo e tranquillo pomeriggio era tutto quello che Anne si sarebbe aspettata di trascorrere, dopo la bellissima serata trascorsa con Michael sperava di poter fantasticare ancora e ancora sulla loro relazione. Anche se, in effetti non aveva capito totalmente se la situazione fosse realmente ufficiale o meno, le piaceva pensare che lo fosse.

Ma a causa della "compagnia" di Calum, quel primo pomeriggio, Anne, non si stava assolutamente rilassando.

Sebbene fosse un ragazzo alquanto affascinante e pieno di mistero, Anne molte delle volte era infastidita dalla sua presenza e non perché non volesse aiutarlo, bensì perché desiderava i suoi spazi da diciassettenne, che da lì a poco erano praticamente svaniti.

«Sei sicuro di non essere morto davvero, o di non essere chissà quale anima infernale pronta a vendicarsi sulla cittadina?» chiese Anne per la seconda volta, mordicchiando nervosamente una penna. Rivolse lo sguardo verso il ragazzo dalla pelle ambrata che in risposta scosse il capo nuovamente e sospirò frustrato.

«No Dio santo, non sono morto!» dichiarò staccando il corpo dalla parete con velocità. «Se lo fossi, qualcuno dopo tre anni avrebbe ritrovato il mio corpo, non credi?» chiese guardandola torva.

Anne si limitò ad alzare le mani in segno di resa. «E allora cosa diamine ti è successo?» borbottò arresa, quasi piagnucolando.

Calum alla sua domanda esitò, nemmeno lui sapeva cosa gli fosse successo e il tutto era ben evidente. Boccheggiò più volte e con lentezza fece scivolare la schiena contro il muro della camera trovandosi ben presto a contatto con il pavimento.

«Semplicemente un giorno nessuno è riuscito più a vedermi.» dichiarò. «Inizialmente credevo che mi stessero prendendo per il culo e che fosse chissà quale scherzo di pessimo gusto, ma quando giorno dopo giorno vedevo i miei genitori parlare con la polizia e i miei amici piangere, ho davvero realizzato. È come se fossi diventato un fantasma.»

Gli occhi di Calum divennero sempre più cupi e spenti, quei ricordi un po' sbiaditi e confusi, lo intristivano.

Non era facile per lui parlare dell'accaduto.

Anne storse di poco l'angolo della bocca, cercava di comprendere il suo malessere e voleva in qualche modo confortarlo, ma il ragazzo la precedette. «So che stai cercando di recepire un nesso logico, ma ti giuro più mi sforzo, più non riesco a ricordare. Sembra come se abbia rimosso ogni cosa, come se la mia mente fosse in un totale black out.» ammise, e frustrato dalla situazione nascose la testa tra le ginocchia.

Un imminente silenzio si impadronì della stanza, faceva quasi paura, ma il tutto permise ad Anne di riflettere.

«Forse ho quel che ci serve.» disse d'un tratto.

Velocemente si sollevò dal letto su cui fosse seduta precedentemente, andando incontro alla sua tracolla color cammello. Sotto lo sguardo attento ma anche confuso del ragazzo, scrutò all'interno di essa, affermando il vecchio e polveroso libro che Dena le avesse prestato il giorno prima.

«Cos-cosa sarebbe?» chiese lui sporgendosi in avanti.

«Dagli un'occhiata tu stesso.» disse l'altra, per poi portarsi alla sua stessa altezza e mostrarlo sotto i suoi occhi.

Calum scrutò attentamente il libro leggendo le poche righe del titolo. «Un libro che parla di streghe?» farfugliò e per poco non scoppiò a ridere «cosa dovremmo farcene?»

Anne sospirò scuotendo il capo, perché doveva spiegargli tutto nei minimi dettagli, se c'era un cosa in cui Calum non era eccellente, era sicuramente l'essere sveglio.

AnatemaWhere stories live. Discover now