18.

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I like me better - Lauv

Dopo esser ritornata a casa, esausta si abbandonò completamente alle grazie del suo morbido letto ma per quanto volesse riposare, quella sera non riuscì comunque a chiudere occhio.
I motivi erano tanti, i pensieri a cui dare retta, l'angoscia e ad aggiungersi al malloppo fu anche quel dolore lancinante alla mano.

La ragazza si alzò dal letto, non sapeva esattamente cosa fare, si diresse semplicemente verso l'unico punto della villa in cui si sentisse al sicuro. In giardino faceva davvero freddo quella notte, e nonostante fosse coperta con appena uno strato di cotone, non le importò e si sedette sul legno laccato di bianco del gazebo. Erano appena le quattro, e ancora il sole non era sorto.

Il suo sguardo andò a posarsi sulle rose e notò come la trasformazione stava prendendo una piega più violenta, altre due rose erano diventate bianche e di rosse ne restavano ben cinque.

«Il mio tempo sta scadendo.» mormorò qualcuno alle sue spalle. «Intendo dire è come nella bella e la bestia, le rose rappresentano il mio countdown.» parlò ancora.

Anne avrebbe potuto riconoscere quella voce fra mille. Ne era certa.

«È per via del sortilegio,» asserì il ragazzo e volse il capo. «quel taglio descrive il nostro legame. Le tue capacità sono scaturite da questo.» sfiorò col dito il torso della mano di Anne.

Lei sorrise dolcemente, credeva a ogni parola. «In cuor mio lo sapevo già. Doveva pur esserci una spiegazione.» mormorò con la voce leggermente rauca e impastata dal sonno.

«E sai perché proprio dieci rose?» continuò a parlare Calum e lei scosse il capo in segno di negazione. «Le prime sette rappresentano le virtù: temperanza, fede, prudenza, giustizia, fortezza, carità e speranza. Le ultime due sono: l'amore e l'odio. Descrivono la natura dell'uomo, le sue caratteristiche e ogni volta che una rosa cambia colore da rossa a bianca, una di queste mi abbandona rendendomi più lontano ad un essere umano.»

«Come fai a sapere tutte queste cose?» chiese spontaneamente.

Calum riprese a parlare. «I ricordi sono emersi di colpo. Il giorno dell'incidente mentre mi disperavo e cercavo in vano una spiegazione, ebbi come una visione. Un ansiano signore mi apparve. Si presentò con il nome di Lord Seren, diceva di essere il guardiano delle anime perdute e mi spiegò come la mia vita da quell'esatto momento fosse legata alle dieci rose. Mi rivelò che avrei dovuto cambiare, rimediare a tutti gli errori commessi. Con il tuo aiuto speravo di riuscirci. Ma sembra che stia continuando a sbagliare.»

Anne corrugò le sopracciglia. «Perché non me l'hai mai detto?» quasi urlò. «Ti restano solo cinque rose e non sappiamo quando potrebbero tramutare, potrebbe succedere anche da un momento all'altro. Calum devi poterti fidare di me.»

Il moro chinò il capo, puntando lo sguardo a terra. «Avevi troppi problemi di cui occuparti, ti avrei soltanto caricato un altro fardello inutilmente. Questa non è la tua battaglia Anne, è la mia e non posso obbligarti.»

«Ti ho promesso che ti avrei aiutato, in un modo o nell'altro. Ci sono dentro tanto quanto a te. Ti libererò da questo sortilegio, fosse l'ultima cosa che faccio.»

«Non devi essere costretta. So quanto stai soffrendo per Michael e mi dispiace, hai la tua vita e non voglio che tu sprechi del tempo per me. Nemmeno mi conosci.»

«Voglio farlo Calum.»

A quelle parole lui sollevò lo sguardo incatenandolo in quello di lei. Quanto avrebbe voluto dirgli ciò che sentisse, quello che provasse, ma si limitò semplicemente a sollevare le spalle.

Lei sospirò. «Ricordi più nulla di quella ragazza, di Giuliette intendo.»

Calum annuì. «L'ho conosciuta durante l'ora di chimica. Amava molto quel corso. Si sedeva spesso in prima fila per assistere alle spiegazioni del prof. Steve, io invece sedevo sempre in fondo e passavo gran parte della lezione ad osservare i suoi capelli corvini. Interveniva spesso durante le lezioni, ricordo che era molto brava.»

Qualcosa del tono di Calum portò Anne a pensare che quella ragazza per lui in realtà fosse molto di più.

«Tu l'amavi?» si ritrovò a chiedergli.

Ma lui sollevò le spalle, continuando a raccontare. «Era un periodo difficile, il 2016 non fu l'anno che preferì, qualunque cosa della mia vita andò in frantumi, l'amicizia con Michael, la fiducia che Ashton riponeva in me, i miei genitori, la squadra, tutto tramutò.
E forse questa condanna la merito, d'altronde se nessuno si preoccupò mai di ritrovarmi, di parlare di me, è perché ho causato del male nelle loro vite, per quanto non riesca a ricordare, sono certo che se parlassi anche solo con uno di loro, nessuno ti confesserebbe di volermi ancora bene.»

Le parole di Calum erano forti, crude e strazianti. Ma Anne continuava a non capire, non sembrava un cattivo ragazzo, era sicuramente un ragazzino due anni fa, ma cosa aveva potuto mai fare di così meschino per farsi odiare? Non conosceva il resto della storia, ma aveva intuito che Calum avesse molte questioni irrisolte.

Un rumoroso sbadiglio abbandonò le sue labbra, la stanchezza stava prendendo il sopravvento.

«Dovresti rientrare, tra poche ore dovrai prepararti per andare a scuola.»

«Preferisco rimanere qui con te.» rispose lei.

Lentamente Calum cominciò ad emettere una strana lucentezza, un bagliore improvviso. Lentamente le palpebre di Anne si chiusero e la ragazza scivolò di lato, ma prima che potesse sbattere contro il cemento Calum riuscì ad afferrarla. Riuscì a percepire il contatto con la sua pelle, poteva sfiorare con la mano i segni dovuti dal freddo. L'avvolse tra le sue braccia trasmettendole il suo calore, e prima di lasciarla riposasse sopra il suo petto, si distese continuando ad osservare il cielo.

Dopo tanto tempo si sentì finalmente umano.

Forse per essere salvato Calum non aveva di bisogno solo del perdono, forse aveva bisogno di essere amato.
















CHE SHIP
Vi giuro che li amo insieme e questo capitolo è diventato il mio preferito, spero che lo stesso sia anche per voi. Da quando tempo aspettavamo questo momento "intimo" tra Anne e Calum? Inoltre tante piccole chicche sono saltate a galla, sono felice che tutto stia giungendo ad una fine, ma sono altrettanto spaventata di combinare un casino.

Non mi sono mai trovata nella condizione di finire una storia, ma dopo ben 3 anni ci sto riuscendo e sono in constante ansia. La conclusione è sempre la parte più difficile, per questo motivo mi sto impegnano al meglio per realizzarla alla perfezione.

Al prossimo capitolo, sono certa che arriverà prima del previsto! Love ya!

-5

AnatemaWhere stories live. Discover now