22. - Epilogo

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Some type of love - Charlie Puth

Erano passati ormai svariati giorni da quando Anne avesse discusso con Dena. Le parole di quella ragazza rimbombavano nella sua mente giorno e notte, senza sosta.

Non c'era più niente da fare e doveva accettarlo.

Dena non avrebbe cambiato idea.

Non era riuscita nemmeno a parlare più con Calum.
Sapeva di aver fallito e non aveva il coraggio di guardarlo negli occhi. Ma d'altronde lui sapeva. Percepiva che qualcosa fosse andato storto.

Dena non l'avrebbe mai perdonato.

Dalla finestra della camera, Anne osservava la figura di Calum piazzata davanti il gazebo. Non si muoveva da lì da giorni. Entrambi sapevano che il ragazzo stesse aspettando l'atto finale.
Stava aspettando che le ultime rose mutassero, e non mancava poi così tanto tempo.

Decise di raggiungerlo. Afferrò prontamente una felpa pesante e la indossò, poi scese le scale e si diresse all'esterno della grande villa.

Inspirò. Non sapeva cosa dire e per i primi istanti rimase ad osservare ciò che si estendeva di fronte loro, in completo silenzio.

L'aria era gelida. L'inverno si faceva sentire e qualche ciuffo di neve era sparso sull'erba. Avrebbero sicuramente avuto un natale bianco quell'anno.

«Mi dispiace.» disse ad un certo punto.

Sul viso di Calum si dipinse un sorriso tirato. «Non è colpa tua.»

Anne non si trattenne. Le lacrime fuoriuscirono dalle sue iridi azzurre come fiumi. Stava reprimendo quel dolore forse da troppo tempo ed era diventato straziante. Calum si voltò incrociando il suo viso.

Perse un battito ammaliato dalla bellezza di Anne.

Poco più distanti da loro Dena li osservava. Era giunta fino alla dimora del suo ex ragazzo con il solo e unico intento di confermare e rinnegare il perdono a Calum. Quella era la sua punizione, e non c'era nulla che le avrebbe fatto cambiare idea. Sapeva che il sortilegio a breve sarebbe giunto al termine

Poi la vide. Vide Anne tra le lacrime e lo sguardo rivolto verso il vuoto. Anne allo stesso modo percepì la presenza di qualcuno alle sue spalle. Si voltò e per un attimo la speranza si impossessò di lei.

Dena con passo lento e deciso si avvicinò alla sua figura. Era avvolta da un lungo cappotto nero e a causa del vento i suoi capelli corvini svolazzavano nell'aria.

«Tu?»  mormorò Anne sorpresa.

«Lui è qui, non è vero? Tu riesci a vederlo. Sento la sua presenza.» era più un'affermazione che una domanda.

«Che ti importa?» sputò velenosamente la biondina.

Calum rimase lì immobile, sorpreso che fosse proprio davanti a lui. Non vedeva Dena da tempo, eppure la ricordava bella come il primo giorno. Non era cambiata di una virgola.

Dena sospirò. «E' giunto il momento e credo che entrambi sappiamo che questa faccenda riguardi solo me e te - disse esplicitamente rivolta al corvino - Mi dispiace, mi dispiace di quello che Marie ti ha fatto patire. E hai reagito inconsapevolmente. Ma io ti amavo, Calum, e non ho mai smesso di farlo. Ma non posso perdonarti

Era l'ultimo faccia a faccia.
Dena sapeva che dopo quel momento, avrebbe ritrovato pace.

Nell'esatto momento che Dena pronunciò quelle parole, Calum cominciò ad emettere una strana lucentezza. Le apparve, la sola a poterlo vedere non fu più Anne. Calum era ritornato al suo status naturale. Ma non sarebbe durato per molto. Il tempo stava per scadere.

Il ragazzo osservò a bocca aperta l'apparente mutazione mentre Anne era rimasta ad osservare la scena senza proferire parola.

Lo sguardo di Calum si incupì. «Non riuscirò mai a scusarmi per quello che ti ho fatto passare.» ammise il ragazzo. «So di meritare questa condanna. Ho commesso tanti errori. Ma non ti ho mai mentito. Io ti ho amato davvero Dena. E non avrei mai voluto che soffrissi così tanto. Ma ho sbagliato e lo ammetto.»

Le parole di Calum furono pungenti per Anne. Ma capiva e forse Dena aveva ragione. Si era illusa di provare qualcosa per lui.
Non era il ragazzo giusto.

Meritava di meglio, e quel meglio non era Calum.

Puntò i suoi occhi sopra i due ragazzi intenti a guardarsi intensamente, si sentì di troppo e indietreggiò volendo allontanarsi. Calum la afferrò dal braccio, sapeva con certezza che Anne meritasse anche lei delle scuse.

Incastonò le sue iridi scure contro quelle chiare della ragazza. «Sei stato un angelo con me. Non posso ringraziarti mai abbastanza per quello che hai fatto. Hai lottato per un ragazzo che non conoscevi nemmeno. Non c'è virtù più grande. Hai un animo puro Anne e meriti qualcuno che sappia apprezzarlo. Per tutto questo sono stato così accecato dalla gelosia, ma quello che desiderassi più di ogni altra cosa era tornare alla normalità. Ma il mio non era amore - le afferrò le mani stringendole - e nemmeno il tuo. Il legame che ci univa era solo dettato dal sortilegio e nient'altro.»

Anne abbozzò in sorriso incerto, ma capiva cosa Calum stesse cercando di dirle. Poi volse lo sguardo verso Dena e con riluttanza li lasciò soli. Avevano sicuramente da dirsi addio.

Si sedette sopra i gradini del portico, rammendando tutto quello che fosse successo fino a quel momento. Continuava a non condividere a pieno la scelta di Dena, di lasciarlo a quel crudo destino, solo per vendetta.

Aveva sbagliato anche con lei, ma era pur sempre un essere umano e accecato dal desiderio di continuare a vivere.

Scacciò via delle lacrime e inspirò guardando il cielo. Volse lo sguardo ancora una volta verso i due ragazzi ma di Calum non c'era più traccia. Era scomparso. Non riusciva più a vederlo.

Scorse la figura di Dena arrancare verso di lei. «E' finita. Puoi tornare alla normalità.» disse. Abbozzò un mezzo sorriso.

Anne non riuscì a spiccicare parola, puntò le sue iridi su Dena e la seguì con lo sguardo fino a quando non scomparve oltre il cancello principale. Poi chiuse gli occhi per qualche istante, lì riaprì e tutto sembrò farsi più nitido.

Non ricordava più nulla.
La sua mente era stata completamente svuotata.
Non ricordava nemmeno come fosse finita lì fuori con la temperatura sotto lo zero.

Calum Hood sarebbe stato solo un sogno per lei, un'avventura irreale generata dalla sua mente durante la notte.

Calum era stato esiliato in un limbo dimenticato, da cielo e terra. Nessuno si sarebbe più ricordato di lui, né Anne o Michael, i suoi genitori, Ashton, Marie persino Dena l'avrebbe scordato.

Come se non fosse mai nato.

Di Calum Thomas Hood non c'era più traccia.

AnatemaWhere stories live. Discover now