CAPITOLO 1

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Penso che tutti debbano avere un qualcosa di meraviglioso nella vita. Potrebbe essere quello di trovare il lavoro dei propri sogni oppure avere un bell'aspetto ma in qualsiasi caso una meraviglia spetta a qualsiasi persona.

La mia meraviglia è stata quella di vivere in una vecchia casa lontana dal centro della città. In sé non è una cosa molto bella, anzi non lo è affatto. Il punto è che Joshua Jensen ha vissuto in quella stessa casa fin da quando era piccolo e anche Michael Blue ha sempre vissuto nella casa accanto a quella di Joshua.

I due sono subito diventati migliori amici e hanno passato tutta la vita insieme. Joshua è stato il testimone di matrimonio di Michael e Michael quello di Joshua.

Insieme hanno passato i momenti più belli della loro vita, come la nascita dei loro figli o come le feste del liceo, e anche quelli più brutti, come la morte di Catherine, la moglie di Michael.

Joshua Jensen è mio padre e Michael Blue è il padre del mio migliore amico nonché vicino di casa.

La mia meraviglia è proprio quella di aver potuto conoscere Noah.

Mi chiamo Jess e ho diciotto anni.

Ho i capelli neri e ricci. Ho una cicatrice sulla guancia sinistra per colpa di Noah e qualche altra sulla gamba sempre per colpa sua. Ho gli occhi verdi, come quelli di mia madre (l'unica cosa che ho ereditato da lei e dalla sua famiglia).

Noah ed io siamo stati inseparabili fino a qualche anno fa quando abbiamo iniziato a non parlarci più. Non ci salutiamo nemmeno. Odio non poter andare a casa sua e poter passare con lui le giornate.

Non ho molti altri amici, oltre lui, e anche se a volte esco con gli amici di mia sorella sono comunque considerato l'asociale e strano della scuola. Non è che io non voglia avere amici, è che io vorrei averne solo uno ma lui non vuole me quindi preferisco stare da solo aspettando che Noah torni da me. La mia unica amica mi dice sempre che dovrei smetterla di pensare a lui e aprirmi verso qualcuno perché prima o poi lei non potrà più esserci e io rimarrò definitivamente da solo ma io semplicemente non ci riesco.

Noah ha un anno in meno di me per cui l'anno prossimo, quando io sarò al college, lui sarà ancora al liceo con la sua fidanzata e i suoi amici.

Non ricordo proprio bene quando sia iniziata la nostra amicizia perché in pratica abbiamo sempre vissuto insieme per cui non c'è un momento in cui essa è nata. Penso che ci siamo resi conto di essere veramente amici a sei anni.

Eravamo al parco e stavamo giocando ad arrampicarci sugli alberi. Lo facevamo sempre nonostante i nostri genitori non volessero.

"Siamo troppo in alto!" gridò lui divertito.

Mi arrampicai su un altro ramo e mi sporsi per aiutare Noah. Nonostante noi ci sentissimo molto grandi in realtà eravamo piccoli. Io avevo sei anni e lui cinque. Era un bambino un po' impacciato per cui scivolò dal ramo, io però lo stavo ancora tenendo con la mano.

"Tienimi" mi disse.

"Cerca di raggiungere quel ramo"

Noah ci riuscì e così lasciai la sua mano. Il ramo, però, non era stabile e si ruppe cadendo a terra e portando con sè il piccolo Noah.

Non eravamo poi così in alto ma di sicuro abbastanza da essersi fatto veramente male.

Scesi in fretta e furia e mi sedetti accanto a lui.

"Mi fa male la gamba" mi avvisò.

Gli diedi un bacino sulla fronte e poi corsi da Michael. Ero in lacrime. Non volevo che Noah morisse e non mi importava se mi avrebbero messo in castigo per il resto della vita per aver lasciato cadere Noah. Ero il più grande tra i due per cui ero quello che doveva essere responsabile e che si sarebbe dovuto prendere la colpa. Michael chiamò l'ambulanza e poi corse da suo figlio. I medici arrivarono in poco tempo e cercarono di metterlo su una barella con scarso risultato.

MERAVIGLIA (boyxboy)Where stories live. Discover now