CAPITOLO 5

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Alla fine dell'estate ero contentissimo.

Non vedevo l'ora dell'inizio della scuola perché sia io che Noah avremmo frequentato la stessa scuola e anche se lui era più piccolo di un anno, potevamo vederci durante i cambi d'ora e durante l'intervallo.

Gabriel e io non ci eravamo parlati per tutta l'estate e nemmeno Rachel mi parlò più dopo che la lasciai ma tutto questo non mi importava granché.

Eravamo tornati a essere solo io e Noah.

Quell'anno però volevo cambiare.

L'estate non aveva portato solo il caldo e le vacanze ma mi aveva portato anche qualche centimetro in più per cui dovetti comprare tutti i vestiti.

Non volevo essere più lo sfigato dell'anno prima perché io non mi sentivo tale. Con i vestiti nuovi forse sarei cambiato anche agli occhi dei miei compagni.

Funzionò perché il primo giorno Justin venne a parlarmi.

"Dopo pranzo ti va di fare una partita a basket con noi?" mi chiese.

"Ti abbiamo visto giocare a basket con un ragazzino" mi disse un altro.

Accettai volentieri e aspettai con ansia la pausa pranzo.

Io e Noah ci trovammo al tavolo prestabilito e mangiammo velocemente per andare a giocare a basket con Justin e i suoi amici. Noah teoricamente non era stato invitato, però un giocatore in più o uno in meno non poteva cambiare di molto perciò gli avevo chiesto di venire con me.

Gli altri erano già lì e Justin me li presentò tutti.

Montgomery aveva i capelli neri e gli occhi dello stesso colore.

Simon aveva i tratti dei coreani. Non sapevo il suo cognome per cui non sapevo se fossero origini lontane o recenti.

Alex aveva un ciuffo arancione e delle lentiggini sulle guance che lo rendevano tenero.

Infine c'era Harry, un ragazzo dai capelli biondi e dagli occhi azzurri.

Presentai loro Noah e gli dissi che noi giocavamo spesso a basket nel tempo libero.

"Ci piacerebbe molto giocare anche con Noah ma vedi, se tu giochi con noi, siamo pari e lui rimane fuori" disse Harry.

"Magari la prossima volta" aggiunse Alex.

Guardai Noah perplesso e lui mi sorrise.

Poco dopo se ne andò.

Pensai che ne fosse rimasto deluso per cui aggiunsi alle cose da fare quella di andare a casa sua stasera, anche se aveva già dei compiti da fare.

Per il resto della giornata a scuola mi sedetti sempre vicino a Justin e ai suoi amici. Erano simpatici ma a volte mi sembravano un po' noiosi.

Appena tornai a casa, dissi a mia madre che dovevo andare da Noah e senza aspettare una sua risposta scappai via.

"Noah! Sei in casa?" dissi entrando dalla finestra.

Non rispose nessuno per cui mi sedetti sul suo letto per aspettarlo. Notai che sul suo comodino c'era il libro che gli avevo prestato la settimana prima. L'aveva quasi finito per cui dovevo pensare al prossimo libro da prestargli.

Noah arrivò dieci minuti dopo e non appena mi vide, iniziò a parlare talmente veloce che le uniche parole che riuscii a distinguere furono 'hai capito?'.

"No, Noey. Non ho capito niente"

"Il professore di italiano ci ha chiesto di presentarci e di dirgli una cosa che ci piace fare. Io gli ho detto che mi piace suonare la chitarra così alla fine della lezione mi ha preso da parte e mi ha chiesto se voglio entrare a far parte della band della scuola. Il chitarrista è alle superiori ora quindi il posto è libero"

MERAVIGLIA (boyxboy)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora