CAPITOLO 19

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Dopo il bacio ho parlato con Nico e lui mi ha spiegato che è bisessuale e che lo ha detto solo a suo fratello e che era da un po' di tempo che provava qualcosa per me.

In quel momento ero così eccitato di aver trovato qualcuno a cui piaccio veramente che l'ho baciato a mia volta.

Non so se mi piace veramente Nico o se lo considero solo un amico ma so che ora voglio averlo vicino a me.

Appena mi sveglio controllo il cellulare e scopro che mio padre mi ha chiamato due volte e poi, spazientito, si sarà arreso e sarà rimasto con Michael fino alla fine dell'orario delle visite.

"Sei sicuro di voler andare a casa?" mi chiede Nico.

"Devo. Ti chiamo più tardi, va bene?"

Esco da casa sua e vado a casa di Ashlynn. Ieri sera non volevo andare da lei perché avrei dovuto spiegarle cosa avevo sentito, ora sono pronto e voglio parlarne con lei. Il bello di Ashlynn è che ha passato insieme a me tutti i momenti che riguardano la mia vita dopo Noah quindi riesce a capirmi benissimo.

Purtroppo quando suono al campanello non risponde nessuno quindi mi tocca per forza tornare a casa senza essere riuscito a rielaborare e senza sapere cosa dire a mio padre.

Prima di entrare in casa mia prendo tutta l'aria che posso ed entro. Butto fuori l'aria e urlo che sono a casa ma nessuno mi risponde. Vado in cucina e trovo un biglietto con la scrittura di Charlotte.

'Siamo in ospedale. Michael è stato male sta notte. Non appena torni raggiungici'

Michael è stato male e questo vuol dire che è al limite. Si sta lasciando andare velocemente.

Torno in macchina e vado in fretta all'ospedale. Odio Michael con tutto me stesso ma Noah, se dovesse morire suo padre, avrà bisogno di tutto il conforto possibile e io voglio stare con lui anche se non ci parliamo e anche se mi odia.

Scelgo di prendere le scale in modo da fare il più in fretta possibile e in poco tempo lo vedo. Noah sta guardando davanti a sé senza lasciar passare emozioni dal suo viso. Si sta chiudendo in sé stesso perché se non lo facesse dovrebbe scontrarsi con la realtà. Sta facendo come me quando leggo, in pratica, ma non è una cosa sana. Bisogna sfogarsi o prima o poi si esploderà.

"Come sta Michael?" chiedo avvicinandomi a lui.

Noah alza un attimo lo sguardo ma non verso di me, verso il soffitto.

"Jess!" esclama Charlotte "Dov'eri? Tua madre ha detto che non sei rimasto da lei a dormire"

"Ero da Nicodemus, il mio amico che fa teatro con me. Te ne avevo già parlato"

Nico in teoria non è proprio un amico. Gli amici non si baciano.

"Michael è morto un'ora fa, più o meno" dice a bassa voce.

"Ti ho sentita, Charlotte. Quando andremo a casa?"

"Josh deve mettere a posto alcune cose ma se volete potete andare a casa. Aspettate anche Juliet"

Annuisco e Charlotte va a chiamare Juliet nella stanza di Michael.

Passiamo il viaggio in silenzio senza dire niente e quando arriviamo a casa ognuno entra nella propria stanza e chiude la porta.

Mi ricordo Noah quando morì sua madre. Era uguale ad ora. Non parlava se non quando era necessario. Guardava il vuoto e piagnucolava. Non so se ora sta piangendo ma se lo stesse facendo vorrei aiutarlo. Da piccolo avevo fatto ciò che mi riusciva meglio: leggere. Gli avevo letto chissà quante storie e non so se l'avevo aiutato ma, secondo me, lo avevo fatto sentire almeno un poco meglio per cui prendo i primi libri che trovo di quando ero piccolo e vado in camera sua.

MERAVIGLIA (boyxboy)Where stories live. Discover now