15~ Afferrare quel maledetto boccino e chissenefrega

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Sono una brava Grifondoro.

Sono certa di questo.

Sì, ok, magari essere la migliore amica per sei anni di un Serpeverde non è il miglior modo per dimostrarlo.

E ok, mettiamoci pure che disprezzare il beniamino di tutta la Casa è altrettanto un pessimo modo di dimostrare la mia devozione verso Grifondoro.

E va bene, anche togliere secchiate di punti alla mia stessa Casa, senza lasciar passare niente è un pessimo modo.

Ma sono una brava Grifondoro.

Perciò, non mi interessa se quello contro cui Grifondoro sta perdendo è la Casa più buona e gentile della scuola, nella quale gioca anche il mio ex ragazzo.

Perché sono una brava Grifondoro, e per quanto possa odiare il Capitano della squadra, io so che Grifondoro deve vincere.

E Potter deve afferrare quel maledetto boccino adesso.

Che poi, da quel giorno in cui l'ho descritto con termini non perfettamente gentili, non ci parliamo, poco importa.

Che l'abbia notato a fissarmi per tutto questo tipo non importa nemmeno.

Che si sia improvvisamente spento neanche.

Potter deve prendere quel boccino o lo uccido con le mie mani.

Perché alla fine, quella luce nei suoi occhi mi è mancata.

E il chiasso, e gli scherzi, e il suo starmi appresso continuamente.

Perciò deve prendere quel boccino.

-ODDIO, LILY, STIAMO PERDENDO!!!!- ulula Alice accanto a me.

Stringo maggiormente la sciarpa rosso-oro che sto stringendo, serrando le labbra.

Credo che Alice pensi io sia cieca e sorda.

Il fatto è che non lo sono, per niente.

Perciò non ci sarebbe bisogno di urlarmi nelle mie orecchie, né di farmi il quadro generale della partita, come se non bastasse Black.

Ma evito di farglielo notare, perché negherebbe tutto, e si offenderebbe.

E un'Alice offesa è orribile quasi quanto un Potter spento.

Alzo lo sguardo al cielo, dove Potter si aggira per il campo alla ricerca di quella maledetta pallina dorata che deve afferrare.

Tony, sotto di lui, è molto più agguerrito, e lo marca stretto.

I bolidi continuano a volare per il campo, e Frank continua a difendere il suo Capitano.

Infatti, i Tassorosso continuano a lanciargli contro bolidi, forse sperando che si distragga.

Ma non lo vedono che Potter si è spento come un fiammifero ad una tempesta?

E poi lo vedo io.
Il boccino.

Mi svolazza di fronte agli occhi e mi allontano di scatto, pensando sia un qualche insetto geneticamente modificato.

Quando poi mi rendo conto di cosa realmente sia, mi impongo di non acciuffarlo, perché l'istinto è quello.

-Potter!- grido, però mi sente solo Alice accanto a me comincia ad emettere strilletti acuti.

Nessuno si accorge di noi, tranne Remus che si volta a guardarmi e comincia a fare a Potter segnali, sventolando le braccia.

-Potter!- grido di nuovo, cercando di tenere d'occhio il boccino.

Dio santissimo, è di fronte a me e non si muove!
È un'occasione unica!

Poi all'improvviso distolgo lo sguardo dalla pallina dorata e lo punto su Potter.

E la verità mi si rovescia addosso, come una cascata.

Perché alla fine non è la cioccolata, non è odio.
È semplicemente James Potter.

È James Potter che mi sorride, che di passa la mano fra i capelli, che mi difende, che ride, e scherza.

È James Potter in tutti i suoi difetti, in tutto il suo amore per i suoi amici, tutta la sua devozione verso ciò che ama.

È James Potter in tutte le sue attenzioni, tutte le sue risate.

È James Potter, con quella luce che brucia nei suoi occhi, e quella forza, e quella passione.

È James Potter e il mio cuore batte più veloce.

E allora chissenefrega delle parole, chissenefrega degli anni passati a disprezzarci a vicenda, e chissenefrega degli schiaffi che ci siamo dati e gli incantesimi che ci siamo lanciati contro.

-JAMES CHARLUS POTTER, PRENDI IL BOCCINO E TI GIURO CHE VENGO AD HOGSMEADE CON TE!- urlo.

E perfino Black si volta, il magimegafono in mano e la bocca socchiusa.

Dietro di lui la McGgranitt si schiaffa una mano in faccia.

E poi Potter è improvvisamente di fronte a me, tutto concentrato sulla pallina dorata che svolazza a pochi palmi dal mio naso.
La afferra con delicatezza e poi stringe la presa.

E poi sta volando per il campo ululando, mentre la squadra lo rincorre e Alice saltella contenta al mio fianco.

Ed io sorrido, sventolando la sciarpa rosso-oro.

E quando Potter solleva il boccino in aria, lo fa voltandosi verso di me e ammiccando.
Come se mi stesse donando questa vittoria.

Poi scende a terra, e i Grifondoro si riversano in campo.

E poi ci stiamo abbracciando tutti, senza sapere nomi, età, media scolastica.

L'importante è che Grifondoro abbia vinto, nient'altro conta.

E alla fine mi ritrovo a volare, anche se non sto affatto volando.

E rido, perché ridere è la cosa più semplice che io possa fare.

E sollevo le braccia e le agito, mentre Potter mi afferra le gambe per non farmi cadere.

Perché sono sulle sue spalle e sto ridendo, e solo questo conta.

Destinati ||JilyWhere stories live. Discover now