21~ Sorpresa legale e va bene così

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Alice mi sta abbracciando.
Mi sta abbracciando da almeno un'ora.

E io vorrei dire di aver finito tutte le lacrime con James, di aver esaurito tutti i singhiozzi, ma a quanto pare le lacrime non termineranno mai.

E per questo Alice mi sta tenendo stretta, mentre continuo a piangere.

-Lily...- mormora, mentre mi accarezza i capelli.

-N-non ci sono più...Ali...non c-ci sono più...-

-Lo so...mi dispiace...-

E continuiamo così da un'ora.

-Evans!-

Potter irrompe nella stanza, la cravatta rosso-oro slacciata e i capelli in disordine.

Io e Alice ci separiamo, ma lei mi tiene una mano sulla spalla.

-Potter?- dico.

-Che ci fai qui?- chiede Alice.

Potter fa un sorriso sghembo.
Si passa una mano fra i capelli e si sistema gli occhiali sul naso.

-Ho una sorpresa per L...Evans.- ci informa.

Alice si alza in piedi, mettendosi davanti a me come a proteggermi.

Perché lei sa che odio Potter.
Lei sa del disprezzo che ho nei suoi confronti, e del fastidio che mi provoca la sua voce.

Perché ho sempre mostrato questo.

L'ho sempre fulminato.
Ho sempre avuto la bacchetta e le risposte pronte.

E il fatto che Alice sia pronta a prendere le mie veci quando io sono troppo distrutta è ammirevole.

Così come è ammirevole il mio autocontrollo in questo momento.

Perché quando vedo Potter il mio primo istinto è quello di corrergli incontro, e farmi stringere, perché i miei pezzi li ha tenuti stretti lui, ed è per questo che ho pianto tra le braccia di Alice, invece di rimanere terribilmente vuota, priva di vita come sono adesso i miei genitori.

-Non è il momento, Potter.- dice Alice, glaciale.

Mi inginocchio sul letto e le poso la mano sulla spalla.

-É tutto ok, Alice. Lui sa.-

-Lui...lui sa ?!- replica, sconvolta.

Annuisco, seccamente.

Alice si fa da parte e io mi metto in piedi, inarcando un sopracciglio e guardando Potter, sospettosa.

-Una sorpresa?- ripeto.

-Sì. Ecco... be'...dopo quello che è successo...io e i malandrini abbiamo pensato di fare una cosa per te.-

-Tu e i malandrini?-

-Be', in realtà l'idea di fare qualcosa è stata di Sirius, ma poi ci siano attivati tutti...-

- Sirius ? Sirius Black?-

-Già...Ora, so che apparentemente, essendo un'idea di Sirius, potrebbe sembrare una pessima idea potenzialmente illegale...ma noi sappiamo che sei una Caposcuola piuttosto.. ligia, sì... e quindi è del tutto permesso. Cioè, io ho chiesto il permesso ed è tutto in regola, insomma...-

Ok. Potter è in imbarazzo.

Ed è un evento più unico che raro, perché James Potter non è mai in imbarazzo.
Mai.

Né quando viene rimproverato dai professori, né quando perde a Quidditch, né quando chiede ad una ragazza di uscire.

Non è mai in imbarazzo.

Invece adesso lo è in modo palese, mentre si passa di nuovo una mano fra i capelli e arrischia un sorriso.

-Lily...se non vuoi e non ti senti in grado...- comincia Alice.

Io scuoto la testa, i capelli un cespuglio informe attorno al mio viso.

-No. Va bene, voglio vedere questa "sorpresa"- affermo.

Il viso di Potter si apre in un sorriso sincero, si passa di nuovo una mano fra i capelli, poi fa dietro front e mi lascia il tempo di prepararmi.

Quando si chiude la porta dell'infermeria dietro di sé, mi volto verso un Alice che mi guarda decisamente confusa.

-Ma che è successo?- chiede.

Scuoto la testa, scrollando le spalle.

-Lascia perdere. Ha detto che vuole rimediare. Ora, potresti aiutarmi a prepararmi?-

Alice assottiglia lo sguardo, maliziosa, però non dice nulla e mi aiuta a sciogliere i nodi fra i capelli.

***

-Potter, sei sicuro?- sibilo, mentre cerco di allacciarmi il mantello.

Potter annuisce, convinto.

Siamo sulle scale dell'ingresso, James inquieto che quasi saltella dalla tensione, io abbastanza scocciata perché questo cavolo di mantello oggi non si vuole allacciare, e di certo non posso affrontare il freddo serale novembrino senza mantello.

-Fai fare a me.- interviene Potter.

Mi si avvicina, afferrando il mantello e allacciandomelo.

E sebbene ci abbia messo circa tre secondi, ho colto tutti i movimenti, dettagli, particolari.

Lo scatto veloce e inconscio, la seguente esitazione, le dita leggermente tremanti, il respiro un filo più accelerato, le sue dita che hanno lievemente sfiorato la mia pelle.

E poi di colpo non è più accanto a me, ma distante, che saltella di nuovo, ancora più nervoso.

Mi lascio sfuggire un sospiro, infilandomi il cappello rosa che Alice mi ha gentilmente prestato, che fa a pugni col colore dei miei capelli.

James soffoca una risata, ma è carino da parte sua non sghignazzare per il mio aspetto decisamente ridicolo.

-Andiamo, Potter.- affermo.

Lui apre il portone dell'ingresso ed ecco che ci esponiamo al freddo del sole calante di Novembre.

Mi stringo le braccia, accogliendo una folata di vento e respirando, ed è come se ricominciassi di nuovo.

-Lily.- mi chiama James.

E forse dovrei dirgli che si sta prendendo troppe libertà, che già troppe volte mi ha chiamata per  nome, che mi tratta come se fossimo amici, come se non ci fossero anni di antipatia reciproca a dividerci, ma forse mi va bene è così.

Forse quell' "ok" era la sua possibilità, quella possibilità che gli ho dato inconsciamente e che lui sta sfruttando.

-Sì?- rispondo, voltandomi i verso di lui.

Mi sta porgendo una benda nera con un'aria colpevole.

-Dovrei...-

Annuisco, dandogli le spalle.
Lui mi si avvicina e lega la benda.

-Ok, Evans. Ora dovrai solo aggrapparti a me lungo il tragitto.-

Sbuffo, muovendo le mani alla cieca.

-ODDIO che schifo, Potter! Mi hai leccato la mano!-

-Sei tu che me l'hai messa in bocca!-

-Potter!- ringhio.

-Evans.- replica lui, afferrando la mano sbavata e tenendola stretta.

Mi aggrappo al suo braccio, odiando in un nanosecondo questa benda che mi copre la vista.

-Pronta, Evans?-

-Andiamo, Potter.-

Destinati ||JilyUnde poveștirile trăiesc. Descoperă acum