17~ Racimolare i pezzi di sé stessa

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La Evans non si è presentata alla ronda.

Una cosa davvero, davvero scorretta, considerato che lei mi fa la ramanzina ogni santa volta perché sono in ritardo di tre secondi e mezzo.

E così cammino per i corridoi da solo, alla ricerca di studenti monelli che non esiterò a punire.

Se di Serpeverde, tanto meglio.

È da lunedì che ho questa strana baldanza, e come se ad ogni passo stessi saltando, e non posso credere che sia questo il risultato del giuramento della Evans.

Eppure mi ha promesso una gita ad Hogsmeade, e una gita ad Hogsmeade avrò.

È stata così gentile, in questi giorni, così sorridente.

E sì, continua a rispondere ad ogni cosa che dico e a non inchinarsi al cospetto di tale splendore, ma non è questo che voglio da lei.

E così mi guardo attorno, con un sorriso sulla faccia che nessuno potrà strapparmi.

Poi sento un rumore di passi, passi che scendono precipitosamente dalle scale.

Mi affaccio verso il Gargoyle di pietra che protegge l'ufficio di Silente.

Evans sta correndo per le scale, inciampando nei suoi passi.

Le mani sono strette alle sue braccia, e posso scommettere che si sta ficcando le unghie nella pelle.

E se non bastasse questa posizione così fragile a spaventarmi, lo farebbe l'espressione distrutta che ha.

Gli occhi spenti e vuoti, le guance bagnate, la bocca serrata in una linea dura.

È come se il suo universo fosse crollato.

Avanzo un passo nella sua direzione.
-Evans?- la chiamo.

Lei non risponde, ma non gliene dò una colpa.

E all'improvviso crolla a terra, in ginocchio.

E trema, tenendosi stretta come se avesse paura di distruggersi in piccole scheggie.

E poi scoppia a piangere, e in ogni singhiozzo traspare il dolore.

Corro da lei e la abbraccio, nel panico.

La tengo stretta, spaventato di lasciarla: ho paura che si rompa.

-Che è successo?- mormoro, senza lasciarla.

-Loro...sono morti...sono morti...loro...-

E capisco, capisco senza che lei aggiunga altro.

Perché i suoi genitori sono morti e glielo si vede in faccia.

E una rabbia possente si impadronisce di me, e la vendetta scorre nelle mie vene.

E la stringo più forte, cercando di assorbire il suo dolore.

Perché Lily sta piangendo, adesso, e niente conta più che farla smettere.

E si aggrappa a me, come se avesse paura che io la abbandoni all'improvviso, e lasciassi che racimolasse i pezzi di sé stessa da sola.

Non lo sa che io non la lascio più.

Non la lascio più di fronte a niente e a nessuno, e lotterò per lei, e la difenderò.
Dovranno passare sul mio cadavere, per farle qualcosa.

E poi Lily grida.

Afferra il mio mantello, stritolandolo fra le dita e costringendomi ad aumentare la stretta.

E un suono straziante le esce dalla gola, un grido devastato che mi fa rabbrividire, carico di rabbia e dolore.

E grida contro il mio petto, tremando.

E quando finisce di gridare ansima, ma non la libero dalla mia stretta.

E quando la McGranitt viene a cercare Lily, la trova addormentata nella stessa posizione in cui ha pianto.

E quando cerca di separarla da me non ci riesce, e la prendo in braccio per portarla in infermeria.

-Deve solo dormire, Potter! Madama Chips le darà una pozione per farla dormire un po'bpiù a lungo, e farle fare sogni tranquilli.- dice la professoressa, esasperata.

Ma io entro lo stesso in infermeria, adagiandola delicatamente sul letto e facendo comparire una poltrona accanto a questo.

-Deve restare con lei.- affermo risoluto, prendendole la mano.

La McGgranitt annuisce, stancamente, gli occhi leggermente umidi.

-Povera ragazza...- sussurra.
-Molto bene, Potter. Rimani pure con lei.- e poi se ne va.

***

Lily è così bella quando dorme.

Così serena, così innocente.
Delicata, fragile.

Un sorriso amaro mi piega le labbra.

Cosa accadrà adesso?
Sorriderà ancora?
I suoi occhi resteranno spenti?

E di nuovo la voglia di vendetta si impossessa di me, perché far del male a Lily è uno dei pochi modi per ferire me.

E un'ondata di odio mi si insinua sotto la pelle.

Perché so chi è stato.
Perché i suoi genitori sono babbani, e non è possibile che sia stato solo un incidente in auto o una fuga di gas.

Sono stati loro, i Mangiamorte.

Ed è adesso, qui, che giuro vendetta.

A Lord Voldemort e a quei bastardi dei suoi discepoli.

Arriverà il giorno in cui morirà, e sarà merito mio.

In questa vita, o in un altra.

Destinati ||JilyWhere stories live. Discover now