26~ Duello a Sectusempra

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-No, Potter, non voglio sentire repliche. Tu oggi, almeno oggi , non attaccherai nessun Serpeverde, per quanto possa provocarti.- ripeto.

Lui si lagna, ma io sono svelta ad afferrare un pancake e ficcarglielo in bocca, facendolo quasi strozzare.

Alice mi guarda maliziosa, mentre Frank cerca di far continuare a vivere Potter dandogli pacche sulla schiena.

Remus sta ripassando, il naso infilato in un libro, stanco come non mai dopo un mese di attacchi ingiustificati da parte dei Serpeverde.

In realtà, Remus ha reagito in modo diretto solo una volta, schiantando un innocente Zabini che, non così innocente , aveva sibilato, non tanto sibilato , il suo parere personale su, a sua detta, l'inutilità di Minus e Remus è ricorso a mezzi drastici, dopo interi giorni a tirare fuori dai guai Black e Potter che, per un motivo o per un altro, si ritrovano sempre in mezzo agli scontri tra le due Case.

È come se Hogwarts si fosse divisa.

Serpeverde e Grifondoro si affrontano più aggressivi che mai, talvolta affiancati da Corvonero o Tassorosso, i cui membri si dividono a loro volta tra coloro che stanno coi Serpeverde e quelli che patteggiano con i Grifoni.

Ma oggi non voglio sentire nemmeno un incantesimo uscire dalle labbra di Potter: c'è la luna piena e non può farsi mettere in punizione.

-Ehi, Rem, come va?- chiedo, premurosa.

Lui solleva la testa dal libro e fare un sorriso tirato, dal quale deduco non stia tanto bene.

Gli faccio un pollice in su come incoraggiamento, e Black sbuffa, affianco a Potter, seduto di fronte a me.

In questo mese è cambiato molto il mio rapporto con lui.

Sono già scampata tre volte alle domande di Alice, ma so di non riuscirci ancora per molto, e so che fra poco dovrò ammettere ciò che provo.

Dovrò dire ad alta voce che il cuore non mi batte forte per il fastidio, ma per altro.

Dovrò dire che i miei sorrisi non sono falsi o sarcastici, ma autentici , come le risate che Potter mi ha strappato più e più volte, volontariamente o meno.

E dovrò dare un nome a ciò che provo, perché non potrà rimanere per sempre un sentimento confuso e informe, senza identità.

Perché è limpido, deciso e con un'identità precisa.

-Allora andiamo?- chiede Alice, alzandosi dal posto e aspettando che io e gli altri facciamo altrettanto.

Siamo diventati un gruppetto molto determinato, ci muoviamo spesso insieme, e mai da soli.

Ci pariamo le spalle, ci difendiamo, discutiamo di ciò che vorremo fare, diventare.

È con grande sorpresa che ho scoperto il comune desiderio di diventare Auror, o unirsi al gruppo che si dice formato da Silente in persona, chiamato Ordine della Fenice.

Vituos non è ancora arrivato, quando giungiamo di fronte all'aula, chiacchierando.

Io poso la schiena contro la parete, mentre Remus si siede a terra, in preda ai dolori del prenilunio.

-... combatterò. Non mi importa più, ormai.- sta dicendo Black.

Black è una strana persona, ho potuto constatare.

Sempre così strafottente, così impassibile, è come se nulla potesse toccarlo o ferirlo.

Ed è fissandolo solo attentamente negli occhi che si può capire ciò che prova.

Destinati ||JilyWhere stories live. Discover now