La confessione.

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Apro gli occhi. La luce dell'alba si riflette sul mio volto. Mi guardo intorno per dare spiegazione ai mille pensieri che mi vagano per la testa. Tento di alzarmi, usando come appiglio un ramo basso del resistente albero, ma la gamba è pesante e mi provoca dolore al solo movimento. Cosí stacco il ramo che mi è servito ad alzarmi, ed anche un altro quasi delle stesse dimensioni. Ne afferro uno per mano, e li spingo in avanti per poi fare in seguito un passo anch'io. Una volta da piccola, mi ero storta una caviglia e mi avevano dato degli oggetti del genere per camminare. Mi sembra si chiamino stampelle. Una cosa è certa non mi sono mai piaciute: dovevo trascinarmi con esse e dipendevo da loro. Mi sorreggevano, e senza non potevo neanche camminare: ma io non dipendo da nessuno.

Percorro la strada faticosamente. Le ombre degli alberi impediscono di far arrivare la luce, insieme al calore, sul mio corpo. È impossibile sfidarle: gli alberi riflettono ombre di enormi dimensioni. Un improvviso venticello soffia su di me, investendomi con la sua leggerezza. Mi fermo per raccogliere gli scuri capelli mossi in una coda laterale, lasciando ricadere qualche ciuffo sul mio viso pallido. Poi proseguo.

Dopo un tempo che mi è sembrato infinito, sono arrivata alla tanto desiderata meta. Rifletto un attimo davanti alla piccola casa. Mio fratello e mio padre stanno per scoprire che ho il segno sette, quindi morte sicura. Mio padre l'ha già affrontata questa situazione con mia madre: è stato per settimane con un'espressione indecifrabile, ma all'arrivo della lettera della morte di sua moglie ho sentito il suo cuore infrangersi in mille pezzi. Anche mio fratello, in parte, l'ha vissuta: ma era troppo piccolo per capire che colei che l'aveva amato e cresciuto non sarebbe più tornata. Mio padre non aveva il coraggio per dirglielo, ma poi lo scoprì da solo e fu molto peggio. 

Mi avvicino con passi lenti alla porta. La mia famiglia è tutto quello che ho. Guardo il segno sopra il mio braccio con disprezzo. Un urlo sta crescendo dentro di me. Ma non posso essere fragile ora: non davanti agli occhi di mio padre e mio fratello. Trattengo l'urlo e respiro profondamente: avvicino la mano alla maniglia della porta, poi la giro.

- Tesoro ci hai fatto preoccupare, dove sei stata? - chiede mio padre, venendomi incontro appena entrata. - Cosa ti è successo? Hai il viso graffiato e pieno di ferite ancora aperte! - replica con tono preoccupato. Prima che potessi rispondere, arriva mio fratello a passo svelto. - Che succede? - dice rivolgendosi a me.

Guardo il pavimento sotto i loro agghiaccianti sguardi. Non hanno ancora notato quella sfumatura di rosso che sembra espandersi nei miei occhi. - Allora? - chiede tristemente mio padre, notando la mia difficoltà nel parlargli.

Alzo lo sguardo puntandogli addosso gli "occhi rossi" pieni di dolore. Mio fratello ne intravede il colore all'interno e spalanca la bocca per dire qualcosa. Ma lo fermo improvvisamente quando alzo il braccio avente il segno verso di loro. - Ho il segno sette - confesso prima di guardarli negli occhi.

*Spazio autrice*

Hey! scusate ma vi ho lasciati con un po' di suspense ehehe

Come reagiranno il padre e il fratello dopo la confessione della protagonista? sono crudele lo so :'')

Per il nome della protagonista, grazie ad alcuni consigli (ringrazio moltissimo a CanePazzoTannen e a Lovato_Cyrus_Sara) e a delle dure scelte, sono indecisa fra:

- Freya= significa "Dea della bellezza" ed è colei che si accontenta di poco.

- Shania=significa "Lei è sulla sua strada" e questo dice tutto.

- Yejide=significa "assomiglia a sua madre" e beh c'entra perché la protagonista ha lo stesso segno della madre.

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ATTENZIONE: Decidete voi quale preferite (tra questi tre) nei commenti. La maggioranza vince (come sempre)

Lasciatemi tanti voti e commenti :*

~un ringraziamento speciale a tutti coloro che mi hanno consigliato dei nomi. Mi sono trovata davvero in difficoltà a sceglierne uno perché quelli che mi avete consigliato erano bellissimi.

Grazie ♥

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