Ti sei già arresa

3.6K 337 69
                                    

- No - dice fermo e convinto. Senza riflettere neanche un attimo. Sputa la parola dalle profondità di sé stesso. Dalle profondità del suo cuore.

- Sarai costretto a uccidermi quando ci porteranno via. Perché farlo lì e non qui, adesso? - chiedo esasperata. Quasi imploro.

- Che ne sai che sarò io a uccidere te? - risponde immergendo la mano nell'acqua. Come aveva fatto la volta precedente.

- Lo so che ci saranno anche altri che mi faranno fuori subito ma... - inizio ma vengo subito interrotta.

- No. Io intendo che tu puoi benissimo uccidere me - continua spiegando e pensando al tempo stesso. Quasi alza gli angoli della bocca, per aggiungere: - Tanto siamo solo due ragazzi che si incontrano vicino ad un fiume per caso. -

- Già, per puro caso - dico guardando il cielo. Ormai è quasi buio. E il freddo penetra nei miei vestiti fino ad investire il mio corpo.

- O è il destino - sussurra alzando anche lui la testa. Ammiriamo le poche stelle nel cielo, perché la notte non è ancora calata del tutto.

Destino. Curioso termine. Faccio cadere lo sguardo, riflettendo. Io e quel ragazzo condividiamo lo stesso destino. Ci incontriamo per caso. Dobbiamo andarcene per costrizione. Dobbiamo uccidere per destino.

Mi volto verso di lui. Lo guardo mentre osserva il blu sopra le nostre teste. I suoi occhi si confondono con la notte. Il suo sguardo è concentrato, mentre la fronte è corrugata nel capire cose che non si possono prevedere. Conoscere cose di cui non sa l'esistenza.

- Beh visto che il destino ci ha fatto incontrare, penso che ci voglia far conoscere - inizia sorridente incontrando il mio sguardo. - Quindi piacere io sono Ashlin. - continua presentandosi e porgendomi la mano.

Arrosisco pensando che non sapevo neanche il suo nome.

- Io sono Shania - dico sfoggiando il più bel sorriso che trovo e ricambiando il gesto. Ma mi accorgo dopo che quel momento di felicità ha un sapore amaro. Mi rimane in bocca, facendomi ritornare immediatamente seria. Mi alzo di scatto, per concedere un ultimo sguardo ad Ashlin: - Adesso vado. - dico e lo saluto velocemente. Non ascolto neanche quello che dice, perché inizio a correre nel gelo della notte.

Un pensiero si espande nella mia mente. Mio padre. Mio fratello. E le loro assurde menzogne. Segreti che coprono segreti. E la verità, così ingiusta, mi è sempre nascosta. Continuo a camminare. Solita strada. Soliti alberi. Solito buio. Solita paura di morire. Ma non solita voglia di scoprire la verità. Perché adesso so quello che mi succederà. Cioè che non ne uscirò viva da là. Spalanco gli occhi, e mi fermo mentre il mio cervello elabora pian piano. Perché adesso il mio odio è rimpiazzato dalla paura. Perché sto per perdere la mia famiglia. Inoltre se gli dicessi quello che adesso so, s'insospettirebbero. Mi chiederebbero come ho fatto a scoprirlo. Ed è così che entrerebbe in scena Aidan. Perché quell'uomo è ricercato ovunque. E visto che mio fratello e mio padre non si fidano di me, io non mi fiderò di loro. E poi perché dovrei passare il mio compleanno non considerando la mia famiglia. Odiandola perché mi hanno nascosto cose troppo importanti ed essenziali per il mio futuro. Quindi mentre mi avvolgo di più nella mia giacca, decido di non dire la verità a mio padre e a mio fratello. Rimarrò la ragazza ignara del fatto che morirà appena metterà piede dove la porteranno. E che non vincerà mai. Perché nessuno vincerà.

In lontananza scovo la mia casa. Percorro nel buio la strada, fino ad arrivare di fronte alla porta. Respiro a pieni polmoni quell'aria fredda,  e la respingo fuori lentamente. Mi asciugo con le mani il viso bagnato. Preparo il sorriso più falso che abbia mai fatto, per poi aprire la porta.

Girovago per le stanze, ed entro in cucina. Trovo mio fratello che esamina la carne sul suo piatto.

- Oh eccoti - riesce a dire mentre impugna la forchetta.

- C'è qualcosa anche per me? - chiedo massaggiandomi la pancia per la fame.

- Certo. Devi cuocerla - risponde indicando una fetta di carne.

Alla parola 'cuocerla' rabbrividisco. Ho già cotto abbastanza.

- Potresti farlo te? - chiedo battendo gli occhi più volte, metodo per farlo cedere. Scuote la testa sorridendo.

- Va bene - dice annoiato e mettendosi ai fornelli. A volte è davvero un bravo ragazzo. Mi siedo spingendo la sedia verso il tavolo, aspettando la cena.

- Cosa hai fatto oggi? - mi chiede, interrompendo il silenzio che si era formato. Bella domanda. E adesso?

- Niente - deglutisco a fatica. Dondolo le gambe, mentre il mio stomaco brontola.

- Ti conviene fare qualcosa di bello, prima che... - si ferma all'improvviso. Una smorfia si fa spazio nel suo viso.

- Prima che? - ho capito benissimo come voleva continuare la frase: 'Prima che ti portino via. Perché da lì non tornerai'. Ma lui crede che io non sappia niente. E adesso voglio metterlo alla prova.

- È pronta - dice mettendo la carne nel mio piatto.

- Grazie ma... - non ho neanche il tempo di finire, che se ne è già andato dalla stanza.

Ho appena ricevuto la conferma di ciò che mi aveva detto Aidan.

'Non è vero'

'Non è vero'

'Non è vero'

Continuo a ripeterlo nella mia mente. Mi convinco tentando di evadere dagli orrori della realtà. Ma è tutto così vero che convincermi che sia il contrario è impossibile. Vorrei svegliarmi un giorno, aprire gli occhi per poi fissare il braccio e non vedere niente. Neanche un altro segno. Vorrei che questa distinzione fra le persone non esistesse. Che i segni non esistessero.

Fisso il piatto vuoto.

Tutto è vuoto.

Io sono un vuoto.

Un vuoto nel tutto.

Un vuoto che deve essere riempito, ma che rimarrà sempre incompleto.

Solo. E che abbraccerà la morte, con la paura di morire. L'affronterà ma invano. E sarà lì che anche quel vuoto scomparirà. Coperto dal dolore e dalla crudeltà umana. E non rimarrà altro che il niente.

Mi alzo dalla sedia mentre i pensieri si ammassano nella mia testa. Tutto quello che voglio adesso è affondare la mia tristezza sul cuscino.

Salgo le scale. Entro nella mia camera. Mi sdraio sul letto per fissare il soffitto. 'Ti sei già arresa' questa frase appare all'improvviso, per poi sfumarsi nei miei sogni. Spalanco gli occhi per sedermi sul morbido materasso di scatto.

È vero, mi sono già arresa.

Ma che senso ha combattere quando sai già come andrà a finire?

*spazio autrice*

Scusate per il capitolo un po' noioso. Ma vedrete che il prossimo o quello dopo sarà meglio :)) Come vedete i capitoli si stanno allungando. Beh sorprese a breve. E scusate se ci ho messo tanto.

Vi piace la copertina? :)

Nota: il nome Ashlin significa "specchio d'acqua vicino al frassino". L'ho scelto perché c'entra molto con il personaggio. E perché mi piace il soprannome "Ash" xD

Spazio pubblicità:
Vi ripropongo "Rebecca Hack e la sfera del potere"

Leggetela!  ^-^

E come sempre:

~commentate e votate~

Grazie ^-^

Destinati per un segnoWhere stories live. Discover now