L'elemento -prima parte-

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Questi due giorni sono passati molto in fretta. Ho tentato più volte di scoprire il segreto chiedendo a mio fratello ma senza successo. Intanto la gamba è nettamente migliorata: non mi fa più male, ma sembra più pesante dell'altra.

Mi alzo dal letto, deve essere piuttosto presto. Lascio scivolare le dita sul tessuto delle tende di un grigio sporco, poi con un unico gesto le allontano da me. Apro la finestra, inspirando l'aria mattutina e riempendomene i polmoni. Il sole sta sorgendo, ma una piccola parte è coperta da una casa di fronte alla mia. Gli alberi lungo la strada sono scuri, ma illuminati da scintille di luce del sole. Una dolce brezza m'invade mentre ammiro il panorama. Socchiudo gli occhi, facendomi accarezzare da quel venticello.

A riportarmi alla realtà è lo scricchiolio della porta, spostata dal vento. Mi vesto con una felpa grigia, pantaloni verde militare, comodi stivali e una pesante giacca. Mi giro di scatto, per guardarmi allo specchio. Dai piedi alzo lo sguardo, fino ad arrivare al viso. Guardo dettagliatamente i miei occhi: la pupilla è contornata inizialmente da uno strato di arancione, seguito dopo da uno di rosso. Poi oltre quest'ultimo c'è uno strato di bordeaux che si va a mischiare con il marrone all'esterno. Affascinanti, ma incutono paura. È un vantaggio però. Gli altri potrebbero avere paura di me e... Non devo essere sciocca, anche loro hanno un potere e sicuramente lo sanno sfruttare al meglio.

Scendo velocemente le scale e mi catapulto in cucina. Bevo velocemente del latte, morsicando a tratti del pane con della marmellata alla fragola. Lascio un biglietto sul tavolo, scrivendo a mio fratello e a mio padre che tornerò tardi e quindi di non preoccuparsi. Chiudo la porta dietro di me e m'incammino al prato. Il sole sta proseguendo pian piano il suo cammino nel cielo, illuminando la strada e gli alberi. Un pettirosso si posa su un albero fischiettando spensierato mentre la luce risalta le sue piume rossastre. Ammiro i fiori e l'erba leggermente bagnata, e finalmente arrivo al prato. Il fiume sembra aumentato e scorre lungo il suo solito percorso ad una forte velocità. Tocco l'acqua gelida con la mano, cosa che faccio sempre quando vengo qui. I brividi m'invadono per la freddezza dell'acqua. Rimango seduta davanti a quel tratto di fiume giocando con fili d'erba, mentre i pensieri creano una fitta nebbia nella mia testa.

Improvvisamente sento un rumore in lontananza, all'aldilà del fiume. Lancio un'occhiata al bosco di fronte, che fa da confine naturale al prato. Una figura nera si fa strada fra gli alberi. Il suo passo pesante rompe le foglie ormai secche causando rumore. Sembra non aver paura di uscire da quel buio del bosco che lo nasconde. Procede tranquillo verso di me.

Mi alzo immediatamente osservandolo da quella poca distanza che ci divide. Riesco a vederlo bene, adesso che è uscito dal bosco. Sembra un uomo piuttosto vecchio, forse sui cinquant'anni. Ha i capelli marrone chiaro, con qualche tocco di bianco. Corporatura massiccia, pelle chiara e abbastanza alto. È vestito con abiti scuri, larghi e malconci. Si avvicina sempre di più ed il suo sguardo incrocia il mio. Sento una fitta al cuore. Non è possibile, è irreale.

Ha gli occhi rossi, come i miei.

Si sta avvicinando sempre di più mentre io sono ferma, immobilizzata sia dallo stupore che dalla paura. Ha un elemento, notando il raro colore degli occhi, e può utilizzarlo contro di me e uccidermi all'istante. Se deve uccidermi spero che abbia il potere della luce o del vento.

Meglio essere spazzati via che essere bruciati vivi.

Al pensiero di morire mi scappa un urlo, che attira la sua attenzione: poco prima si stava guardando attorno forse per trovare un modo per attraversare il fiume. L'unica cosa che ci divide. I miei piedi sono incollati al pavimento. Sarei già al sicuro se la paura non mi rendesse in questo stato. Intanto l'uomo ha trovato il tratto dove il fiume si fa più stretto e lo analizza con lo sguardo. Poi con un balzo lo oltrepassa facilmente.

Adesso non ho via di scampo. Non posso nascondermi, mi troverebbe a questa distanza. Non posso scappare riuscirebbe a prendermi. Non posso ucciderlo, non avrei chance. Oltre al fatto che io non ho armi con me e non so utilizzare il mio elemento. Si dirige verso di me, alzando le mani all'altezza della testa. La paura ha fermato il meccanismo di ragionamento del mio cervello, perché non riesco a fare un pensiero compiuto. Non riesco a capire.

- Non uccidermi - gli urlo con tutta la forza che trovo.

Lui non mi cede neanche di uno sguardo. Forse non mi guarda perché la pietà influirebbe troppo sulla sua prossima mossa: uccidermi.

È di fronte a me, con lo sguardo addolorato.

È la fine. Non pensavo di morire così. Non adesso.

Chiudo gli occhi: non voglio vedere come mi ucciderà. Spero che non lo faccia in modo lento, per farmi soffrire maggiormente.

- Uccidimi e basta - sussurro, aprendo leggermente gli occhi.

Lui alza il braccio mentre il rosso invade totalmente i suoi occhi.

*Spazio autrice*

ok stavolta sono stata molto cattiva: vi ho lasciati con un bel po' di suspense :') chi è quell'uomo? perchè vuole uccidere la protagonista? e la cosa più strana è che ha gli occhi uguali a quelli di Shania. Strano eh? se cercate la risposta di queste domande, leggete il prossimo capitolo :))

~votate e commentate~

grazie mille, siete fantastici

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Leggete "American love affair || Nash grier" di SignoraGrier

È molto bella e spero piaccia anche a voi :)

Destinati per un segnoWhere stories live. Discover now