31 Dicembre.

6.7K 313 65
                                    

È passato un bel po' di tempo dall'ultima volta che ho visto Aidan. Dal mio compleanno, il peggiore di tutti e sedici. Adesso sono qui, ad occhi sbarrati che fissano il buio. Sul letto di mio padre mi rigiro tentando di riaddormentarmi. Ma un incubo mi ha svegliata, con il fiato mozzato e il cuore pronto a esplodere. Mi giro e fisso mio padre che dorme tranquillo.

La sua tranquillità è rassicurante.

Dorme così spensierato che ti fa credere che non esistano pericoli o mostri in questo mondo. O che ci sia sempre qualcuno che ti protegga da tutto. Ed infatti io sono qui, sul suo letto, perché ho bisogno di qualcuno che mi protegga.

Da cosa?

Scatto in piedi, rabbrividendo per il contatto con il pavimento gelido.

Oggi è il giorno.

Oggi è il 31 Dicembre.

Voglio parlare con mio padre, ma non voglio interrompere il suo sonno tranquillo, quindi esco dalla sua camera attraversando il buio, per evitare di rigirarmi inutilmente nel letto. Raggiungo la sala e mi posiziono sul divano, accendendo la televisione. Un canale attira la mia attenzione. "Oggi come ben sapete è il 31 Dicembre" dice la giornalista interrompendosi per gli applausi alle sue spalle. "Potrete finalmente liberarvi dei mostri che abitano nella vostra stessa città. La tranquillità ritornerà a governare il mondo."  esclama alzando le braccia.

- Non sono un mostro - penso mentre porto le ginocchia al petto.

Intanto la giornalista dice un nome che mi scombussola dentro, causando un brivido che mi percorre crudele l'intero corpo.
"Signori e signore allungate le orecchie! Abbiamo un'informazione che vi farà saltare tutti di gioia. Non dovrete più temere niente, adesso siete al sicuro. Lo abbiamo catturato! Sì, abbiamo imprigionato l'assassino di un'intera popolazione. Aidan Tox. E adesso godetevi queste immagini"

Deglutisco impotente. Appare improvvisamente la prima foto. Tremo alla vista di Aidan, nell'immagine, ferito e con tagli enormi e profondi. È dentro la gabbia, ad occhi socchiusi, e con le mani unite per le manette. La sua bocca è un'impercettibile smorfia, probabilmente di dolore. Gli inquadrano la faccia, facendo notare una lacrima sulla sua guancia destra. "Oh l'assassino piange. Finalmente ha capito chi comanda qui" commenta la giornalista, ridendo un attimo dopo. Arriva la seconda immagine, notevolmente peggiore della prima. Mi copro la bocca, e cerco di ascoltare ciò che sta dicendo la giornalista mentre viene mostrata la foto. "Siamo riusciti a scattare questa foto meno di un'ora fa. Qui l'assassino, come vedete, è su una barella in attesa che gli vengano fatti degli esperimenti. Essi ci serviranno per uccidere le persone con il segno sette. Un applauso ad Aidan, se lo merita tutto!"  urla soffermandosi divertita sull'ultima frase. Ma io sono troppo impegnata a fissare l'immagine che a imprecare contro la giornalista. Perché Aidan, con il suo viso pallido, i lividi, il sangue, e l'espressione dolorante e persa, non è morto. Lui è vivo.

Passo la giornata sul divano a fissare il televisore. Papà e mio fratello cercano di tirarmi su il morale. Ma non ci riescono.

- Shania - dice mio fratello.

- Liam - sussurro, invitandolo a continuare.

- Sai che io ci sarò dovunque andrai? Ti proteggerò. Sono pur sempre tuo fratello, no? - farfuglia e mi circonda con le sue braccia.

- Mi mancherai troppo - inizio singhiozzando - Non voglio perderti. Non voglio perderti Liam - continuo stringendomi sempre di più alla sua felpa. Lui non dice niente. Ma io, vicino a lui, mi sento al sicuro. Trovo finalmente la sensazione di protezione che cercavo da stamattina. Là, tra le sue braccia voglio rimanerci tutta la vita. Ci voglio anche morire, perché sarebbe una morte davvero piacevole. 

Destinati per un segnoजहाँ कहानियाँ रहती हैं। अभी खोजें