Desidero non perdere nessuna delle persone a cui tengo

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Sono passati tre giorni. L'aria è gelida, e la luce del sole picchietta sul vetro della finestra. Ho passato intere giornate a cambiare interamente umore forzatamente: in camera, sul cuscino, sfogavo me stessa strofinando il viso bagnato su quel morbido tessuto, e stringendolo a me. In presenza di mio padre e mio fratello ero assente e cupa, sì, ma sfoderavo ogni tanto degli amari sorrisi.

Oggi ho 16 anni. - Auguri - mi dico ad alta voce, fissandomi allo specchio. Percorro velocemente la stanza, arrivando di fronte alla finestra e aprendone le persiane.

- Mamma aspettami - urlo forte alzando gli occhi al cielo.

- Voglio riabbracciarti - continuo sentendo le guance salate per le lacrime.

- Tornerò da te - dico infine, vedendo una lacrima cadere dal mio viso. E schiantarsi per terra. Infrangendosi sul duro pavimento.

Sento bussare alla porta, quasi con dolcezza. Afferro la maniglia, e la spingo a me. Mi ritrovo fra le braccia di mio fratello. Mi avvolge formando un familiare calore, che mi accarezza delicato. Appoggio la testa sulla sua spalla. Mi lascio cullare dalla dolcezza del momento.

- Auguri Shania - mi dice stringendomi ancora di più a sé.

- Ti voglio bene - confesso sorridendo.

- Vieni - mi dice, prendendomi per mano e trascinandomi in sala da pranzo. - Una torta? - chiedo sbattendo più volte le palpebre e ispezionando il dolce, arrivata nella calda stanza. - Non sei contenta? Tu ami i dolci. E poi è al cioccolato...- sussurra mio padre, e potrei giurare di aver sentito la delusione nella sua voce. - Certo amo le torte! È un regalo stupendo. Non dovevate. Sarà venuta una fortuna! - Confesso con gli occhi lucidi, guardando quella delizia comodamente appoggiata sul tavolo. Hanno speso i loro risparmi per me. E questo mi riscalda il cuore.

- E adesso devi soffiare sulle candeline e esprimere un desiderio - esclama mio fratello cercando i fiammiferi.

Fisso le sedici candele posizionate sistematicamente sulla torta.

Sedici candele. Sedici anni.

Con rabbia passo la mano sopra la torta sfiorando le candele. Da destra verso sinistra, come per percorrere ogni anno che ho vissuto ad ogni candela.

Noto così, che ogni candela che oltrepasso con la mano si accende magicamente. Fino all'ultima. Guardo, simulando un sorriso, le candele accese sopra la torta. 

Mio padre si avvicina a me fissandomi intensamente.

- Hai una fiamma negli occhi - dice ammirando il mio volto, sconvolto.

- E possiedi l'elemento del fuoco, uno dei più potenti... - continua per poi essere interrotto da mio fratello.

- Incredibile - sussurra meravigliato l'altro guardando la torta.

Chiudo gli occhi. "Esprimi un desiderio" penso.

Uno? Me ne vengono in mente migliaia.

Rimanere viva, per esempio.

O non avere il segno sette.

O magari che tutto questo sia solamente un sogno.

Un desiderio, non un miracolo.

Desidero non perdere nessuna delle persone a cui tengo.

Soffio sulle candele. Come se con la fiamma sopra di esse, volasse via anche la speranza presente nel mio precedente desiderio.

- E adesso mangiamo! - Esclama mio fratello, facendoci ridere.

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