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Sto preparando l'ultimo cappuccino aspettando le 5.00 p.m.
Anche oggi ho servito i clienti del locale con più impegno possibile. Amo stare a contatto con le persone, ma mi viene difficile se capisco solo una parola su venti di quello che mi chiedono.

Me ne vado dal negozio e mi avvio alla fermata della metro di Itaewon per andare a Gangnam dove si trova il laboratorio d'arte. La lezione inizia alle 6.00 p.m. quindi posso fare con calma.

Arrivo all'edificio e entro dalla grande porta principale. Cerco l'aula e quando la trovo sbircio all'interno trovando cavalletti , busti in marmo e in gesso, una grande lavagna, sgabellini e un forte odore di tempere e di colori ad olio che per quanto strano possa sembrare mi era mancato.

Con il sorriso entro nell'aula e un uomo di mezza età mi guarda da sotto i suoi occhiali da vista.
<Buonasera, tu saresti?> non è coreano e ha un accento francese. Faccio un passo avanti.
<Buonasera, sono Emma, mi sono iscritta online a questo corso circa due settimane fa, le ho anche mandato una mail>
<Oh sí certo. Benvenuta, prego accomodati e scegli un qualsiasi cavalletto. La classe di questa fascia oraria è composta da nove persone, tu sei la decima> mi sorride dolcemente.

Scelgo un cavalletto vicino alla finestra e mi siedo sull'apposito sgabello in legno. Mentre aspetto decido di tirare fuori il mio astuccio con dentro il materiale da disegno. Un profumo di matite esce da esso facendomi sorridere e ricordare i bei momenti al liceo.

Il campanello legato alla porta suona e mi risveglia dal momento di trans. Noto che due donne e due uomini entrano e scelgono i loro posti. Mi guardano con stupore e una delle due donne inizia a parlare < Ah che bello, finalmente una ragazza giovane. Ora quel ragazzo dai begli occhi non sarà più il macknae della classe immagino> esclama ridendo regalandomi un sorriso affettuoso.

<In che senso?> chiedo curiosa.

L'insegnante interviene <Emma devi sapere che l'età media qui è di 40 anni, e c'è un ragazzo di 23 anni. Per questo lo chiamiamo maknae, è il più piccolo qui. Ma ora ci sei anche tu, è bello vedere faccie giovani nella mia classe..> dice facendo ridere tutti.

Passano i minuti e la classe è quasi al completo. Manca una persona che presumo sia l'ormai ex maknae.

L'insegnante guarda l'orologio sulla parete dell'aula.
< Bè, direi che è ora di iniziare la lezione>

Tutti osserviamo attentamente i suoi movimenti. Impegnato a posizionare un busto di gesso su un piedistallo mobile lo posizione al centro della stanza.
I cavalletti con gli sgabelli sono tutti posizionati a cerchio , lasciando un buco al centro dove appunto si trova il busto, ovvero il soggetto da ritrarre.

<Perfetto ora voglio che ricreiate questo busto, deve essere il soggetto del vostro disegno ma voglio che lo rendiate "vostro" con dettagli e colori che più vi ispirano. Sorprendetemi.>

Prendo la matita in mano intenzionata ad iniziare, appoggio la punta di essa sul foglio bianco davanti a me ma il campanello della porta risuona nelle mie orecchie facendomi alzare lo sguardo verso l'ingresso, come tutti.

Una figura appare e inchinandosi si scusa per il ritardo.
Si mette dritta e la osservo. Indossava un cappotto nero lungo, coppola grigio scuro e mascherina di stoffa nera.

Era il ragazzo strano del cafè.

Il ragazzo si levò lo zaino in pelle dalle spalle e si tolse il cappotto.
Era alto e vestito con una felpa blu senza cappuccio con pantaloni neri eleganti.

<Da oggi abbiamo un nuovo alunno del corso e non sarai più il maknae "Renoir"> l'insegnante si rivolse a lui.

Renoir?!  Davvero si chiama cosí? Come il pittore francese? Trattengo una risata.

L'insegnante mi indica e "Renoir" mi guarda. Subito mi alzo e imbarazzata faccio un inchino per presentarmi e lui ricambia.

Mi avrà riconosciuta? Forse no.

Si siede e inizia a lavorare. Indossa ancora la mascherina, anche qui... sto iniziando a pensare che abbia qualche problema di salute.
Ora che ci faccio caso è vero che ha dei begli occhi come dissè la signora del corso precedentemente. Cosí l'aveva chiamato. "Ragazzo dai begli occhi".

Passa un'ora e l'insegnante ci chiede cortesemente di mostrare i nostri lavori a tutti. Dopo un giudizio positivo da parte della classe sul mio lavoro è il turno di "Renoir".
Ha uno stile tutto suo, è molto libero e mi sembra di leggere le sue emozioni. Mi piace.

La lezione finisce e tutti se ne vanno tranne me che chiamata dal professore mi fermo.
<Signorina Emma, come si trova? Spero di averle fatto una buona impressione. Tengo molto a questa classe, molte di queste persone vengono qui per sfogarsi e per liberare la mente.
La cosa più importante è divertirsi e amare quello che si sta facendo.>

< Professore la ringrazio per avermi accettata nel suo corso. Disegnare mi rilassa, è ciò che più amo fare> gli sorrido.

Saluto e esco dall'aula.
Vado verso l'uscita del palazzo ma girato l'angolo del corridoio trovo il ragazzo strano "Renoir" di spalle impegnato a discutere con qualcuno al telefono.
Si gira e noto che ha la mascherina abbassata sotto il mento.

Era davvero bello,forse uno dei ragazzi più belli che abbia mai visto.

Quando si accorge di me si irrigisce, dice qualcosa alla persona con cui è al telefono e chiude la chiamata.
Si rimette la mascherina, coprendo cosí il suo bellissimo viso per metà. Mi guarda e se ne va.

L'ho già detto che penso che questo ragazzo ha qualche problema? Soprattutto a relazionarsi con le persone.

Comunque sia mi sembra un viso famigliare. L'ho già visto da qualche parte, tralasciando quella volta al cafè.

Smetto di pensarci e mi avvio verso casa fermandomi ad una bancarella per strada e comprando uno spiedino di carne.

Mi rendo conto di quanto sia bella questa città di sera. Le luci delle insegne e dei palazzi che illuminano le vie. Sembra quasi che di notte la città si svegli.

Mi allontano dalla via principale e mi incammino per la via del mio appartamento, dove la vita e le luci sono più moderate.

•Scenery• kim taehyung Wo Geschichten leben. Entdecke jetzt