Stiamo camminando in direzione metro anche se lui voleva prendere un taxi io ho insistito per la metro.
L'aria fredda inizia a farsi sentire, "Renoir" si tira su il cappuccio della felpa e io mi stringo nella sciarpa.Dopo un silenzio imbarazzante lui decide di parlare svegliando così le mie orecchie
< Non ti ho mai chiesto come ti chiami, cioè lo so ma io personalmente non tel'ho mai chiesto, insomma non c'è mai stata l'occasione>
Parla quasi balbettando e non toglie lo sguardo dalla strada, sembra che non parli spesso con le ragazze, mi fa quasi tenerezza.
Sorrido.<Mi chiamo Emma, tu ti chiami davvero "Renoir"?> ovviamente no. Lo guardo curiosa e divertita allo stesso tempo.
Sorride e si mordicchia il labbro inferiore, infilandosi le mani melle tasche del cappotto nero.<È solo un nome d'arte, se non ti piace puoi chiamarmi Tae>
Mi tira uno sguardo divertito.
È davvero bello.
< Tae.. e basta?> domando.
< Tae e basta>
Guardo il cielo e alzo le spalle.
<Daccordo Tae! Allora.... raccontami qualcosa di te>Sto aspettando una risposta..
Nel frattempo arriviamo all'entrata della metro, passiamo le tessere e ci avviamo al treno sotterraneo.
Non risponde. Lo fa apposta o è tonto?
Le porte della metro si aprono ed entriamo, è quasi vuoto per fortuna e ci sediamo.La situazione è quasi imbarazzante.
Poi si decide a dire qualcosa fissando un punto a caso dritto davanti a sè<Non c'è niente d'interessante in me, raccontami qualcosa di te> mi guarda negli occhi.
Mi sto innervosendo.
<Cosa?!>Ha degli occhi stupendi.
Ridacchia. < Se mi racconti qualcosa di te prometto che dopo ti diró qualcosa su di me>
Sembra di parlare con un bambino. Non volendo continuare la tiritera accetto.<E va bene cosa vuoi sapere?>
<Da dove vieni e perchè sei qui?> mi guarda curioso aspettando una risposta.< Sono italiana e sinceramente non so risponderti con certezza sul perchè sono qui. Voglio trovare me stessa, volevo vivere da sola lontano da casa. Vivere un'avventura tutta mia>
Mi guarda con gli occhi lucidi e sta in silenzio per qualche secondo. Distolgo lo sguardo dal suo.<Ora tocca a te rispondere, cosa fai nella vita studi o lavori?> chiedo aspettando una risposta.
Si alza in piedi e mi guarda dall'alto siccome io sono ancora seduta.
<Che peccato, siamo già arrivati. Rimandiamo la chiacchierata alla prossima volta>
Stronzo.
Si abbassa la mascherina e fa un sorriso mostrano i denti. Gli occhi assottigliati erano quasi completamente chiusi facendo aegyo. È quasi carino.Siamo all'edificio del corso, entriamo in aula e salutando il professore e gli altri ci sediamo ai nostri posti.
***
La lezione passa veloce , giusto il tempo di mettere le cose nell'astuccio e esco dall'aula.
Lo cerco con lo sguardo nel corridoio ma non lo vedo, pazienza.Sospiro felice di tornare a casa.
Uscendo dall'edificio lo vedo.
È appoggiato alla parete e sta fumando una sigaretta elettronica.Non l'avrei mai detto.. era sexy.
La Corea mi fa male.Il mio cervello fa girare il cricetino per pensare a come andare alla metro senza passargli davanti ma è impossibile, la direzione è solo una. Così provo a camminare senza farmi notare guardando dritto davanti a me.
Ce la sto facendo..<Mi stai ignorando?> la sua voce è quasi roca, di una tonalità più bassa forse dovuta alla stranchezza.
Mi blocco ma non lo guardo. Sento che rilascia il vapore della sigaretta elettronica dalla bocca.
Mi giro verso di lui. Aveva la mascherina abbassata sotto il mento, il cappuccio della felpa color mogano che gli copriva la testa e dei ciuffetti di capelli azzurro sbiadito che ricadevano sulla fronte, e un accenno di peli che coprivano la parte superiore del labbro. Era finto vero? Aveva fatto qualche patto con il diavolo?
Il suo viso era rilassato ma stanco così come le sue espressioni.
Cerco di fare la faccia più indifferente che posso.
<No , almeno io no. Quello che ignora le mie domande qui sei tu> dico con tono di sfida riferendomi alla chiacchierata di qualche ora prima.Lui mi fissa un po' poi ride e abbassa lo sguardo.
< E dai scusa, sono una persona abbastanza riservata e tendo a non aprirmi alle persone nuove. Preferisco conoscerle più a fondo prima di lasciarmi andare>
Quanto la fa tragica, mica sono un serial killer.
Mi accoccolo nella sciarpa cercando qualcosa di interessante intorno a me da guardare non sapendo cosa dire.<Dico sul serio ,mi dispiace> mi rivolge un sorriso dolce.
<Come va la caviglia?> cambia discorso.
Ero talmente assolta da tutti questi pensieri che la caviglia è l'ultima cosa a cui ho pensato.<Meglio grazie. Fa male solo se sto in piedi>
< Quando arrivi a casa mettici del ghiaccio o durante la notte rischia di gonfiarsi> mi raccomanda mettendo la sigaretta elettrinica nello zaino in pelle.Un taxi accosta davanti a noi e Tae mi guarda. Si rimette la mascherina e parla <Ho chiamato un taxi, ti offro la corsa fino a casa tua, saliamo> mi prende il braccio e mi trascina dentro.
Saluta in tassista.
<Dove abiti?> mi chiedeIo ancora confusa rispondo <Itaewon 125> la macchina parte diretta a casa mia.
Lo guardo <Non c'era bisogno, potevo prendere la metro>
< Hai la caviglia dolorante e ormai è quasi buio e sei una ragazza> e da quando si preoccupa per me?
Non rispondo... semplicemente sorrido nascondendo la bocca sotto la sciarpa.Arrivata a destinazione ringrazio e saluto.
Salgo in casa e dopo la chiamata con i miei genitori vado a letto.Il mio pensiero va a quel ragazzo strano e a quel suo fare misterioso.
Devo smettere di pensarci troppo. Chiudo gli occhi e mi addormento.

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•Scenery• kim taehyung
FanfictionÈ bello, come un dipinto. Starei ore a guardarlo e ad osservare i suoi particolari, i difetti ..e quegli occhi. Vorrei che il tempo si fermasse per poterlo ammirare di più. La vita è ingiusta, apparteniamo a due mondi differenti che sono destinati...