Killua Zaoldyeck

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«Io sono stufo di tutto questo!» Grida a pieni polmoni versando qualche lacrima. Scoppi a piangere anche tu vedendolo in quello stato. «Perché non posso vivere come un normale ragazzino di dodici anni?!» Ti chiede con voce incrinata.

Non sai nemmeno tu la risposta e rimani in silenzio.

*****

Da quel giorno sono passati quattro anni, ormai hai sedici anni.

È una mattina d'estate, ti prepari ed esci per andare a trovare una tua amica.

Mentre aspetti che le macchine si fermino al semaforo per farti attraversare la strada noti alla tua destra un ragazzo alto, dai capelli argentati, con in mano uno skateboard. All'inizio non ci fai caso, ma quando attraversa sfrecciano davanti a te lo riconosci, è lui: Killua.

Subito ripensi a quel giorno. Era così triste, mentre ora che l'hai visto ha l'espressione apatica e spenta di sempre.

Quando scompare dalla tua visuale ritorni alla normalità e attraversi la strada continuando a pensare a lui.

Pensi al perché non ti ha salutata e ipotizzi che magari non ti ha riconosciuta. Sospiri. Ti sarebbe piaciuto riparlargli e chiedergli come stava, ma da quel giorno non vi siete più parlati.

Tu volevi lasciargli i suoi spazi, per non frustrarlo più di quanto già non fosse, e lui, per un motivo a te sconosciuto, non era ritornato a parlare con te.

Mentre svolti a destra vedi poco più avanti, appoggiato con la schiena sul muretto, proprio lui. Ti fermi e lo scruti da capo a piedi chiedendoti perché è lì e chi sta aspettando.

I suoi occhi sono rivolti verso il terreno e così tu non riesci a vedere il loro azzurro limpido, mentre i vestiti sono sempre i soliti: una maglietta a maniche corte blu e dei pantaloncini grigi.

Sorridi ripensando al suo viso paffuto di quattro anni fa per poi riprendere a camminare.

Di sicuro non è lì per te, pensi.

Quando ormai sorpassi la sua figura, una voce inconfondibile ti ferma.

«Hey idiota, non mi saluti più?» Ti chiede afferrandoti il polso.

La sua stretta è delicata e la sua voce è cambiata, anche se di poco.

Il cuore ti comincia a battere all'impazzata e lentamente ti giri verso di lui.

Lo vedi sorridere e arrossisci brutalmente vedendo il suo bel sorriso e i suoi occhi azzurri.

«Che c'è? Non ti ricordi più di me (t/n)?» Ti chiese mollando la presa dal tuo polso per portarsi la mano dietro la nuca. «È da quattro anni che non ci vediamo. Certo che saresti pure potuta venirmi a trovare a casa.» Dice sbuffando fingendosi offeso, mentre tu resti incredula.

«E come pensi che avrei potuto farlo? Per aprire il portone di casa tua ci vuole una forza sovrumana, e poi c'è il tuo cane che fa da guardia perennemente.» Ti lamenti facendolo ridere. «Non pensavo nemmeno che fossi a casa...» Sussurri mentre lui smette di ridere.

«Già, in effetti non ero a casa. Vedo che sei ancora sveglia (t/n).» Ti dice sorridendo come se nulla fosse. «Comunque sia, dove stavi andando? Se vuoi ti accompagno.» Dice lui premurosamente.

«Devo andare a trovare una mia amica. Devo darle dei compiti.» Spieghi velocemente.

«Ti accompagno.» Si offre lui e assieme cominciate a percorrere la strada in silenzio.

Ti senti in imbarazzo, agitata e allo stesso tempo sei felice di rivederlo.

«Certo (t/n) che però sei cresciuta. Ti ricordava un po' più piccola, sia di dimensione che di forma.» Ti dice facendoti arrossire.
«Ti sembrano cose da dire!» Lo sgridi ormai rossa come un semaforo mentre lui ride.
«Era un complimento. Non devi prendertela così tanto.» Sbuffa lui tenendo il suo solito sorrisetto.

Quando arrivi davanti alla casa della tua amica e citofoni scopri che sta male e che non può ricevere visite, così, afflitta per aver fatto un viaggio per niente, ritorni da Killua.

«Non vai più dalla tua amica?» Ti chiede mentre tu scuoti la testa. Sul suo viso si fa spazio un ampio sorriso. Ti afferra per il polso improvvisamente e comincia a correre trascinandoti via verso una metà a te sconosciuta.

*****

Finalmente Killua si ferma. Siete arrivati sopra un dirupo che da una spettacolare vista su tutta la città. Sorridi mentre riprendi fiato dopo quella corsa, al contrario di Killua che sembra non aver corso affatto. Ti ricordi, poi, che quattro anni fa aveva sostenuto l'esame per Hunter e che, da quanto ti aveva raccontato, aveva percorso più di ottanta kilometri di corsa senza la minima fatica.

«(t/n) mi dispiace per quello che è successo quattro anni fa, non volevo che tu mi vedessi così.» Comincia a dirti lui sinceramente dispiaciuto. «Se solo... potessi rimediare in qualche modo. Voglio riparare il nostro rapporto. Dimmi, cosa vuoi che faccia (t/n)?» Ti chiede guardandoti negli occhi. Noti che i suoi occhi azzurri ora sono più limpidi del solito e che sono sinceri.

Ci pensi un po' su prima di dare una risposta.
«Ti va di andare al cinema come due normali sedicenni?» Chiedi con un sorriso mentre lui arrossisce leggermente e ti sorride.
«Idiota. Tutto qui?» Chiede voltando lo sguardo da un'altra parte. «Sei la migliore.» Sussurra piano afferrando la tua mano e facendo intrecciare le vostre dita.

Sorridi e finalmente riconosci il Killua di un tempo. In fondo voleva solo essere trattato come un normale ragazzo.


Spazio autrice:
Questa è la mia prima one shot. Vi è piaciuta? Fatemi sapere tutti nei commenti. A presto! ❤️

One shot - Anime boys x reader Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora