Arthur Pendragon

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'Eccomi qui', pensi guardando il tuo abito elegante allo specchio.

Presto saresti andata al castello di Camelot per incontrare Arthur Pendragon, il principe, il quale ti ha invitata al ballo del regno che si tiene sempre a palazzo una volta l'anno.

«Andiamo (t/n)! Se non esci adesso arriveremo in ritardo.» Ti dice dal piano di sotto Merlin.

Ridi. È impossibile arrivare in ritardo con lei.

Quando raggiungi la porta in quel momento una mano ti tappa la bocca e mentre cerchi di dimenarti vedi con la coda dell'occhio il tuo rapitore.

Dilati le pupille.

«Tu verrai con me.» Ti dice all'orecchio per poi prendere il volo.

Zeldris ti ha rapita.

*****

Sono passate alcune ore da quando sei legata. Ti trovi in uno scantinato buio e umido e non puoi fare a meno che essere triste e versare qualche lacrima.

Il tuo primo pensiero di rivolge ad Arthur. 'Chissà se lui avrà notato la mia scomparsa oppure se stia già ballando con Merlin', pensi diventando ancora più triste.

Hai sempre notato tra loro un certo feeling ed eri sempre piuttosto gelosa di questo loro rapporto, nonostante tu lo conosca da molto più tempo.

Ripensi a quei tempi e istintivamente un piccolo sorriso si forma sulle tue labbra.

Stai giocando a campana quando ad un certo punto si avvicina a te un bambino dai capelli arancioni.
«Che gioco è?» Ti chiede curioso ammirando i tuoi saltelli mentre tu lo guardi interrogativa.
«Non hai mai giocato a campana?» Gli chiedi a tua volta ridendo mentre lui arrossisce e si passa una mano tra i capelli imbarazzato.
«Non fare quella faccia! Ti insegno io come si gioca.» Dici facendo comparire in lui un ampio e radioso sorriso.

La porta dello scantinato viene spalancata e la luce ti investe costringendoti a chiudere gli occhi ormai abituati al buio.

«Dimmi dove si trovano Meliodas e gli altri peccati capitali.» Ti ordina Zeldris.

Scuoti la testa. 'Perché chiedermelo quando può benissimo cercarli da solo?', ti domandi.

«Non vuoi proprio parlare?! Merda. Per colpa del mio fratellone ho perso il regno di Camelot. Non gliela farò passare liscia...»

«Lasciami andare. Non ti servo per trovarli.» Dici cercando di usare un tono fermo.

«Hai ragione, non mi servi per trovarli. Mi servi come ostaggio.» Ti dice sorridendo malignamente. «Sono sicuro che al caro principe di Camelot manchi la sua amata.»

«Quando verrà qui... Per te sarà finita Zeldris.» Dici riaprendo gli occhi, ora abituati anche alla luce, per guardarlo negli occhi furiosa.

«Sei fortunata che qui non ci sia Estarossa, perché non potresti guardarmi così davanti al comandamento dell'amore.» Ti dice per poi accennare ad una piccola risata malvagia.

Esce di nuovo lasciandoti sola nella stanza e ringrazi il cielo per questo. 'Almeno non ha deciso di divorarmi l'anima', pensi per poi rivolgere lo sguardo verso il soffitto.

'Vieni a liberarmi Arthur...', implori sperando che lui ti senta mentre altre lacrime cominciano a bagnare il tuo viso.

«(T/n)! Ehy!» Grida in lontananza una voce che riconosci essere quella di Arthur. Ti sporgi dalla finestra della tua casa e lo vedi arrivare di corsa con il sorriso stampato sulle labbra. «Ti va di fare un giro a castello?»
«Sei impazzito forse? Sai che solo i reali possono entrarci vero?» Gli chiedi uscendo di casa.
«Appunto!» Dice per poi afferrarti la mano e correre verso il palazzo.
«Artur, smettila! Non si può!» Gli gridi contro tentando di farlo ragionare dato che non puoi opporti alla sua forza, nettamente superiore alla tua.
Non appena varcare il cancello e le guardie non vi fermano, mille domande cominciano a sorgerti per la mente.
Quando poi sorpassate quella che sembra essere una domestica la frase che dice ti spiazza completamente.
«Oh bentornato principe Arthur.»
'Principe?', ti chiedi mentalmente. 'E perché non me l'ha detto quando ci siamo conosciuti'?
Finalmente vi fermate a riprendere fiato in quello che dovrebbe essere il giardino del castello.
«Principe?» Chiedi sedendoti sull'erba ormai senza fiato.
Lui guarda in basso con il fiatone e arrossisce.
«Sì... Non volevo che il mio rango ti influenzasse, per cui non ti ho detto nulla.» Ti dice sorridendo. «Vuoi fare un giro?» Ti chiede guardandoti finalmente.
Lo fissi confusa, sembra quasi che non sia più stanco, che non abbia corso.
«Prima voglio recuperare l'ossigeno che ho perso.» Dici facendo ridere entrambi.

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