Ankht

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L'assemblea tra i maghi aveva proseguito il suo corso per alcune ore, dopo la risoluzione sul da farsi al riguardo delle fantomatiche anomalie si era parlato di questioni molto più pragmatiche e concrete. I rappresentanti del re d'Inghilterra avevano sollevato il vero punto per cui avevano attraversato la manica. I prussiani sotto la guida del loro stregone, Benedikt Hans Krueger, avevano rinvenuto lo scheletro sepolto sotto tonnellate di rocce di Fafnir il leggendario avversario di Sigfrido dei poemi germanici. Tramite l'estrazione della runa di Fafnir, Krueger poté ricreare la creatura in scala minore e in serie, come un qualsiasi cannone o altra arma da guerra. La possibilità che i prussiani potessero usare in battaglia un'arma così terribile spinse le altre potenze a richiedere un trattato sull'effettivo numero di queste creature e il divieto di uso in veste di arma nelle guerre. La discussione fu molto accesa e alla fine dei giochi non si riuscì a venire a capo di nulla, entrambe le parti sostenevano la loro visione. La Prussia aveva riportato alla vita la bestia nordica con enormi sacrifici e di certo non avrebbe rinunciato facilmente a poter utilizzare la propria nuova arma per scopi bellici. I toni in sala divennero così tesi da spingere tutti, contendenti compresi, a proporre una pausa dalle discussioni fissando dopo un'ora un nuovo incontro nella speranza di sedare gli animi e poter giungere a una soluzione in grado di soddisfare tutte le parti in causa.

La maggioranza dei presenti rimase in sala, avrebbero potuto usare il teletrasporto per fare ritorno in fretta alla sala ma molti di loro preferirono tenere conversazioni dinanzi a una buona tazza di tè, la bevanda sembrava avere un ottimo ascendente sulle conversazioni a tema politico. A differenza di molti suoi colleghi Leòmhann scelse un'alternativa più solitaria abbandonando con abbastanza riservatezza il vasto e lussuoso palazzo. Dopo aver sorpassato il grande portone che garantiva l'accesso solamente ai dotati del dono della magia prese la via della strada. Dopo poche decine di metri nelle affollate vie di Berlino lo stregone raggiunse la sua meta, non un luogo bensì una persona. Lì al centro della grande piazza gremita dalla gente il mago era atteso da un giovane. Nonostante la confusione era facilmente riconoscibile, alto nella norma e con la pelle di una tonalità quasi cadaverica, la pupilla verticale e gli occhi di colore giallo accesso rendevano la sua figura ben visibile. Appena Leòmhann fu nel suo campo visivo si mosse subito verso il mago accogliendolo con un ampio sorriso.

"Sir Leòmhann, la riunione è durata più del previsto o è solo una mia impressione?"

Il mago lo salutò con un gesto della mano affiancandosi a lui

"Ankht vedo che la tua puntualità è sempre eccellente, non hai mai mancato una mia chiamata. È durata anche poco per come si era messa, lì dentro. Tutti gli animi sono tesi, la guerra in Europa ha portato solo un clima orrido nei rapporti tra maghi e queste alterazioni nell'etere non fanno che lanciare altra legna fra le fiamme."

Il ragazzo dagli occhi luccicanti portò le mani dietro la schiena emettendo un leggero sospiro rivolto verso il basso.

"Posso comprenderla, come sa la mia razza fu in guerra per secoli e tutt'oggi non siamo riusciti ancora a sviluppare un concilio ordinato per tutti i regni."

Disse il ragazzo riferendosi alla sua reale natura, nonostante il corpo simile a quello di un normale umano lasciasse trasparire solo piccoli indizi, sotto la sua pelle si nascondeva il suo essere un incubo. Demoni il cui habitat naturale è il mondo onirico amanti delle forti emozioni provate dagli umani.

"Allora Sir? Cosa ha estrapolato dalla discussione su ciò che è avvenuto negli ultimi tempi, anche nei regni infernali tutto ciò sta creando gran tumulto. In particolare l'ultimo evento, demoni antichi parlano di ciò che fu e di cosa ritornerà. Purtroppo non ho approfondito queste parole, sembra che certe affermazioni vengano lasciate solo come parole in aria, echi dei venti e mai come frasi approfondite. Ma è la natura di ogni profezia dopotutto, se non fosse emblematica non sarebbe tale."

Lo stregone annuì indossando rapidamente il suo cilindro.

"So bene come funzionano le profezie, il loro mistero è la croce e la delizia di ogni mago o forse di ogni creatura dotata di magia. Per non dire di tutte le creature dotate di ragione. Sono uscito da lì esattamente con le stesse informazioni di prima, sappiamo che qualcosa si sta muovendo tra le pieghe della realtà, troppe creature parlano di un fantomatico risveglio di ciò che è prigioniero. Abbiamo deciso di fare un sopralluogo presso lo scudo magico eretto attorno alla zona dell'evento anomalo, andrò con pochi uomini temo per la loro vita se la situazione fosse come nei miei pensieri."

Ankht affinò lo sguardo sullo stregone assumendo un'espressione perplessa per via delle sue parole.

"Sir Leòmhann sa quanto io nutra fiducia e profonda ammirazione nelle sue capacità, siete sicuramente uno dei più abili stregoni viventi e ciò è un dato di fatto. Ma se tutto ciò fosse come sembra la situazione potrebbe diventare pericolosa anche per lei, il mondo potrebbe avere ancora bisogno delle sue arti mistiche perciò mi sembra, mi permetta l'osservazione, che questa scelta sia alquanto avventata. Gli altri maghi sono sostituibili, lei no rifletta su questo e non cerchi l'eroismo fine a se stesso."

Lui rise leggermente alzando lo sguardo verso il demone, con un sorriso divertito stampato sul vuoto si accinse a rispondergli.

"Tutto avrei pensato riguardo alla mia vita tranne a un demone che si preoccupasse per me, evento singolare di certo caro Ankht. No non si tratta di eroismo, noi maghi sappiamo di andare incontro a pericoli che potrebbero stroncare le nostre vite, tutti ne sono consapevoli. Andrò con pochi e fidati assistenti solo per avere la certezza che la battaglia, se mai una battaglia ci sarà, sarà un gestita secondo le mie esatte direttive. Ci mancherebbe soltanto uno sbaglio nella mia maglia difensiva e tutto potrebbe andare a rotoli. So che rischiare la mia vita potrebbe non essere la scelta più sensata per il futuro del mondo ma sento che la mia ora ancora non è giunta Ankht. Ma se il destino vorrà giocare con la mia vita lo accetterò, auspico una morte in battaglia se proprio dovesse accadere. Guarderò negli occhi la creatura che ho di fronte, proprio come sto facendo con te, in una mano impugnerò la mia lancia che non manca mai il bersaglio e nell'altra la spada che mi fu anch'essa donata, la Caladbolg. Lotterò con ogni stilla del mio essere per venire fuori da quella situazione, per tornare dalla mia amata famiglia e poter riabbracciare le due donne più importanti della mia vita. Se così però non dovesse andare, se la storia non avesse alcun lieto fine come i racconti che narro per far assopire la mia bambina, allora mi auguro che Dagda riserbi per la mia anima un giudizio clemente."

Il demone rimase completamente in silenzio anche dopo che Leòmhann aveva completato da alcuni minuti il suo discorso ricolmo di enfasi. Quasi imbambolato dalle parole del mago a cui aveva giurato di prestare servizio.

"Ma ora basta con questi discorsi da epitaffio sulla lapide, passiamo a ciò per cui sei stato chiamato qui."

Lo stregone frugò con la mano destra nella tasca della sua giacca verde trovando dopo alcuni istanti ciò che stava cercando. Estrasse una minuta pergamena arrotolata recante il sigillo reale inglese.

"Ankht dovrai dirigerti in Inghilterra per mio conto, ci sono altre questioni rimaste in sospeso aldilà della anomalie magiche. Recati all'indirizzo che troverai scritto su quel foglio e segui le mie istruzioni, per il resto conto pienamente sulla tua destrezza e abilità. Non sei mai stato fonte di delusione e credo che mai lo sarai. Perciò ti affido questo fondamentale compito"

Il mago fermò la sua parlantina e il suo passo allungando una mano verso la spalla del demone.

"Le ali della vittoria si alzeranno sempre in volo"

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