Life in death

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"Mentre voi ve ne stavate qui a discutere dei fatti vostri ad esempio come il gatto vi abbia cacato sulla finestra lasciando un bel mucchietto di sterco maleodorante da far ripulire a qualche domestica tanto a lungo da farvi venire le piaghe su quei culi perfettamente rilassati.
A eccezione di sua maestà l'imperatore si intende ciò che ho detto era rivolto solo a voi branco di funzionari affamati della protezione dei miei mercenari, ho chiuso un occhio sulle decine di richieste di continue esplorazioni sul perimetro di voi timorosi ma le mie truppe sono state messe a disposizione dell'imperatore e non dei suoi lacchè, se non fosse per lui vi avrei già lasciato al vostro destino."

Disse il demone ora tornato completamente nelle fattezze maschile con enorme acidità nella voce, le parole gettarono abbastanza in subbuglio la sala più di quanto già non fosse dopo l'arrivo di Zakareth.
Vlad e i suoi rimasero impassibili senza prendere una parte nella questione dopotutto le accuse rivolte non li tangevano neppure, i vampiri da settimane affiancavano i soldati infernali nelle ricognizioni oltre le mura della capitale imperiale.
Al contrario tutto il manipolo di ministri e ambasciatori guidati dal cancelliere austriaco precipitarono su tutte le furie alle parole al veleno della creatura infernale.
Tra i due volarono nell'arco di pochi secondi una miriade di scambi verbali al limite dell'offesa i quali vennero interrotti solo dall'intervento dell'imperatore in persona il quale fece valere il suo potere direttorio nei confronti dell'assemblea.
Il monarca fu breve e conciso nel rimettere al suo posto Von Stadion e richiamare a una maggiore formalità il demone che già più di una volta si era lasciato andare a parecchie libertà verbali all'interno delle diverse riunioni.
Zakareth sotto espressa richiesta di Francesco I presentò formali scuse, condite da un continuo sogghignare divertito, a tutti i funzionari a cui le sue offese erano state rivolte.
Nel nuovo silenzio generale sopraggiunto il demone potè riprendere il suo discorso.

"Come dicevo prima che quella spiacevole discussione mi bloccasse io e i miei uomini abbiamo compiuto diverse perlustrazioni nelle boscaglie oltre Vienna spingendoci fino al confine.
Due dannate settimane a setacciare da cima a fondo chilometri di foresta fitta e intricata inseguendo qualcosa che potevamo avvertire nell'aria ma che riusciva sempre a sfuggirci.
Come la maggior parte dei presenti in sala sapranno mandai un emissario per richiedere qui a Vienna il supporto di qualche mago, sapete i miei soldati hanno un ottimo naso per fiutare il flusso di etere ma la precisione non è mai stata un loro forte.
Dopo qualche giorno arrivarono questi due giovani belli, aizzanti e volenterosi di far carriera.
In pochi giorni mi diedero delle coordinate da seguire e io guidai le mie truppe nell'area indicatami.
Era una zona dove il bosco si faceva meno fitto e alcuni pastori vi avevano edificato un piccolo villaggio.
L'unico effettivo problema era la sua ubicazione, stando alle mappe aldilà dei vostri confini imperiali ma era tardi per richiedere un permesso per passare la frontiera"

Zakareth fissò negli occhi l'imperatore volgendo poi una rapida occhiata ai suoi funzionari che sembravano discutere animatamente probabilmente con unico soggetto al centro del discorso.
Dopo alcuni istanti l'ambasciatore prussiano Von Blücher, parente del ben più noto generale Von Blücher, prese la parola dopo averla richiesta a sua maestà.
L'uomo si alzò lestamente dalla sedia per farsi vedere da tutti i presenti nella sala vista la sua statura non esattamente ciclopica.

"Herr Zakareth lei sta dicendo che truppe dichiaratamente leali all'imperatore d'Austria sono sconfinate senza alcun permesso in territorio ottomano...
È forse impazzito demone?
Bonaparte ci sta già impegnando come mai nessuno aveva fatto e lei vuole forse propiziare una guerra contro gli infedeli?
Voci parlano di un'avanzata francese verso Berlino e ci mancherebbe soltanto che Vienna puntata da ben due potenze."

Alla replica del rappresentante prussiano si aggiunse anche la risposta dello stesso imperatore contrariato dalle affermazioni pesanti del suo generale, una guerra anche sul fronte ottomano non era ben augurabile per l'impero austriaco, il demone avrebbe dovuto presentare un convincente motivo per giustificare la penetrazione in territorio estero agli occhi dell'assemblea.

"La sua condotta non sembra tutelare i termini dell'accordo che io stesso presi con vostra sorella in merito all'alleanza tra il mio impero e le vostre forze.
Posso tollerare il carattere al di sopra delle righe e le sue bizzarrie dettate dalla vostra natura ma esigo spiegazioni in merito a ciò che avete fatto.
Avete rischiato un incidente diplomatico."

Tuonò sua altezza imperiale facendo tintinnare l'oro del suo scettro sfregandolo sulla balaustra in legno del suo palchetto.
Zakareth sorrise di gusto guardando uno a uno tutti i presenti tenendo stampato in volto quel ghigno che lo contraddistingueva.

" Sua maestà la sua ricerca di spiegazioni è più che legittima e presto vi darò modo di vedere come le mie azioni non sono state per nulla sconsiderate.
Ma andiamo per gradi."

Si schiarì la voce tossendo leggermente.

"Superammo la frontiera a tarda ora quando le tenebre la facevano da padrone, certo nessun problema per chi come noi ha la facoltà di osservare attraverso il buio.
I vostri maghi ci guidarono per bene infatti i miei segugi iniziarono a fiutare una pista coincidente a quella segnalata, un lungo sentiero di terra battuta che penetrava in profondità nella boscaglia conducendo dritto dritto a un villaggio non segnalato nelle mappe ufficiali ma che come vi avevo anticipato conoscevo.
Qui, me compreso, percepimmo un disturbo immane  negli equilibri magici e azzarderei anche di aver sentito un fetore immondo.
Ve lo dirò con tutta franchezza non è facile far disgustare un demone della mia risma ma quella puzza riuscì a farcela, dannato schifo.
Pastori dovevano essere stronzate su stronzate per gli occhi tetri di mio padre Xhonox quel posto era pregno di magia nera e antica.
Non abbiamo fatto neppure domande, ho dato l'ordine di passare a fil di spada tutti i presenti senza dare la possibilità di organizzare una difesa.
Infatti la mia intuizione si rivelò esatta quelli che venivano considerati da tutti degli stupidi pastori erano cultisti di chissà quale bestia atavica, un solo stregone era presente nel sito ma...
Abbiamo utilizzato quella cosa."

Il volto del demone si girò in direzione del signore dei vampiri seduta sulla destra il quale rispose allo sguardo con l'inarcamento del sopracciglio.
Prima che altri in sala provassero nuovamente a interrompere il suo discorso presa di fretta per arrivare alle conclusioni.

"Quei bastardi non volevano proprio darcela vinta e in mezzo allo stupore generale quella banda di finti zappaterra tornò dal mondo dei morti.
Si signori tutti quelli che avevo fatto amabilmente sgozzare e sventrare si alzarono all'unisono dai laghi di sangue dove li avevamo lasciati a fare brodo.
Giustamente ritenni che un evento del genere andasse documentato al meglio."

Alle parole di Zakareth, che già avevano lasciato nella sala in un profondo silenzio a meditare su quelle che andando avanti si rivelavano dichiarazioni sempre più scioccanti, si aggiunse un insopportabile fetore proveniente dall'esterno della sala accompagnato a sua volta da rantoli e urla oltre che da un forte rumore di unghie umane che stridono contro il metallo e grattano sulla superficie irregolare del legno.

"Li bruciai tutti io stesso, trasformati in fumo nero e maleodorante.
Ma uno, uno è tutto qui per voi signori a constatare come il disturbo dell'etere di cui tanto parlate nei salottini si stia manifestando lì fuori."

Terminò girando il capo verso la gabbia di contenimento trasportata da altri demoni contenente al suo interno l'ultimo non morto sopravvissuto al fuoco del demonio.

Whisper of magicWhere stories live. Discover now