Intrigues at court

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[Parigi, giardini del ministero]

- Dunque la battaglia di Vienna è iniziata? Interessante notizia Lord Kosutic, l'imperatore Napoleone è già stato messo al corrente della situazione? L'imperatrice consorte sarà certamente in ansia per i destini della sua patria, io lo chiamo il richiamo del sangue asburgico, ma lei dovrebbe conoscere quelle terre meglio del sottoscritto, dopotutto la sua famiglia è originaria dei possedimenti dell'aquila austriaca. – A parlare fu niente meno che Norbert Gildias Bernard Lefebvre, stregone più eminente di tutto l'impero visto il suo ruolo di ministro magico della Francia.

Nonostante la sua posizione il suo aspetto non lasciava trasparire durezza o severità, come ci si aspetterebbe da chi porta un tale peso su di sé, anzi nonostante oltretutto l'attuale situazione in cui versava il continente sul suo volto era impressa un'espressione gioconda. Il suo volto era minuto ma proporzionato al resto del corpo, non essendo Lefebvre propriamente un gigante, così come gli occhi sottili e gli occhiali tondi adagiati su un naso largo e tozzo; i capelli castani erano molto lunghi, le ultime ciocche potevano accarezzare i gomiti, ma tenuti con grande cura particolare erano inoltre un paio di ciocche ramate che spuntavano dall'attaccatura con la fronte. Indossava un abito particolarmente elegante di colore rosso, il quale si andava a sposare perfettamente con quei pochi capelli anomali, ma informale in quanto non recante le insegne del ministero, solitamente sempre presenti nel vestiario dei propri addetti.

Il suo interlocutore era August Kosutic, noto stregone dell'ambiente parigino noto per essere riuscito nel fare carriera tra i ranghi militari dell'impero nonostante il suo non discendere da una famiglia di maghi locali, ma da quando Napoleone Bonaparte aveva preso il potere in Francia anche diverse vetuste consuetudine della comunità magica francese erano variate, specialmente per ciò che concerneva l'organizzazione della propria milizia. A un primo sguardo chiunque non gli avrebbe dato più di cinquanta anni, seppur la reale età di Kosutic era drasticamente inferiore, pari a soli trentaquattro anni. L'uomo non sembrava portare al meglio la sua età, il suo era un volto sciupato e pallido, lì dove la carne delle guance avrebbe dovuto trovarsi vi erano solo incavature profonde; le labbra erano sottili e prive di vivacità come un po' tutto il resto del viso, pallido come un cadavere appena inumato. Il naso era lungo e stretto con una punta lievemente tirata all'insù, incastonato nel mezzo dei suoi gelidi e inespressivi occhi azzurri, in quell'espressione non sembrava esservi spazio per un barlume di felicità come se la vita avesse abbandonato il suo animo. Ciò nonostante la sua tenuta era degna al rango di cui si fregiava: i capelli corvini erano tirati a lucido e tirati all'indietro mettendo in mostra la fronte spaziosa dell'uomo; indossava la classica uniforme dalla tinta nerastra-blu scuro dell'esercito imperiale con il petto gonfio di medaglie e mostrine, come un campo fertile nel pieno del raccolto, tra le tante ne svettava una recapitatagli dallo stesso ministero francese raffigurante un giglio d'avorio sorretto da un'aquila dorata. Dorate così com'erano le nappine posto sulle spalle, come di consuetudine per le vesti militari.

- Con il dovuto rispetto ministro, ma la mia posizione mi impone di rendere partecipe il nostro imperatore dello stato attuale delle cose prima ancora della vostra persona. Spero non faccia strani pensieri, sa bene quanto tengo alla collaborazione tra le istituzioni e il ministero, oltre a sistemare il suo operato Lefebvre. – l'uomo si interruppe guardando per un istante il cielo riponendo subito dopo lo sguardo su Lefebvre, il quale aveva ripreso a consumare la sua colazione – Di certo lei e il ministero tutto riuscirete a gestire questa crisi nel migliore dei mondi, sempre che rimanga tale non era stato proprio lei a riporre estrema fiducia nei mezzi di difesa dispiegati dagli austriaci, Vienna al pari di Parigi dovrebbe essere una fortezza inespugnabile nonostante la portata della minaccia. –

Il ministro non badò molto alle ultime parole del mago militare, le sue attenzioni erano stato completamente assorbite da ciò che aveva nel piatto: la pregiata stoviglia in porcellana decorata da intarsi dorati era colma di varie fette di carne, presumibilmente di bovino come ipotizzato da Kosutic, praticamente crude visto il colorito rossastro e il sangue colato sul fondo del piatto. Lefebvre guardò alla sua destra osservando le posate, erano in ferro e piuttosto grezze per il livello di quel luogo, dopotutto i giardini del ministero erano tra i luoghi più piacevoli dove sostare, specialmente nelle prime ore del mattino. In particolare il luogo dove si erano sistemati i due maghi era oltremodo ospitale, un'area circolare delimitata da alte siepi, opera dei maghi botanici di Franci, decorata a loro volta dall'ampia fioritura di fiori violetto e scarlatti che emanavano una fragranza che poteva ricordare il miele. Secondo l'opinione di tutti gli addetti ai lavori del ministero il profumo di quei fiori varierebbe persino da giorno a giorno non potendo ricondurre a essi una singola particolare fragranza o essenza.

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